Cessato il fuoco tra Israele e Olp

Cessato il fuoco tra Israele e Olp Dopo una gio »ara di durissimi bombardamenti su Beirut dal cielo e dal mare Cessato il fuoco tra Israele e Olp La tregua con i palestinesi è scattata alle 21 di ieri - Centinaia di morti, migliaia di profughi allo sbando, interi quartieri della capitale libanese ridotti a macerie - La città è isolata - La Siria rispetta l'armistizio e si ritira TEL AVIV — Israele ha annunciato un cessate il fuoco con i guerriglieri palestinesi a partire dalle 21 ora italiana di ieri sera. L'annuncio è venato' dal ministero degli Esteri d'Israele alle ore 20. Poco dopo Arafat ha fatto sapere che l'OJp si sarebbe attenuta al cessate il fuoco. «Se i terroristi proseguiranno ad attaccarci ci considereremo liberi di reagii, con tutta la nostra forza», ha concluso il portavoce del ministero degli Esteri di Tel Aviv. Meno di un'ora prima dell'entrata in vigore della tregua, due razzi hanno colpito la residenza ufficiale del presidente delta Repubblica libanese, Elias Sarkis. nel sobborgo Baabda di Irut.I danni sono ingent . DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BEIRUT — Dopo l'ecatombe di venerdì, 207 morti, oltre 700 feriti fra la popolazione nelle due crudeli ore che hanno preceduto 11 cessate il fuoco, a Beirut si è vissuta un'altra terribile giornata di sangue. La tregua unilaterale proclamata da Israele, accettata e sostanzialmente rispetta! - dalla Siria ma respinta sde ; «osamente dall'Olp, non esiste a Beirut. Navi, aerei e artiglieria da campagna bombardano quasi senza sosta i campi dei fedayn nella parte meridionale della città nel tentativo di spezzare 11 morale e la resistenza dei palestinesi. Dense colonne di fumo, nero si levano dall'alba sulla Corn^'ic, lo stupendo litorale che i taa Sud, verso le famose spiagge, adesso abban- donate ai cani randagi, di Saint Simon e Saint Michel. Su chilometri di lungomare si abbattono i proiettili sparati da distanza ravvicinata dalle navi israeliane. Beirut Ovest sembra ormai condannata alla distruzione. La popolazione cerca disperatamente una via di fuga. Ondate di profughi si riversano nel settore controllato dai falangisti, dove vengono allestite tendopoli per accoglierli. Miliziani della falange controllano tutte le auto in transito, e respingono chi ha documenti palestinesi o è noto come militante della sinistra armata libanese. Ogni auto viene perquisita. Secondo voci, poi smentite, che circolano negli ambienti della destra libanese, i fedayn avrebbero fatto scempio dei cadaveri dei soldati israeliani, accerchiati questa mattina nello stabilimento balneare di Medina ez Zahra, alla periferia Sud di Beirut. Non si sa se questo motivo abbia provocato il bombardamento dal mare del pomeriggio, che è continuato fino a sera con intensità Inaudita. Le cannonate hanno devastato interi caseggiati nel quartiere di Ramlet el Beida. E' stata bombardata anche la zona dell'ambasciata sovietica, in Comiche Mazraa. Sull'arteria che collega Beirut a Damasco, tuttavia, per il secondo giorno consecutivo unità corazzate siriane hanno continuato ad abbandonare il Libano. Nei giorni scorsi Damasco aveva inviato massicci rinforzi che si sono aggiunti ai circa 30.000 soldati siriani che si trovano in Libano dal 1976 per impedire una nuova guerra civile tra la fazione cristiana e quella musulmana. Radio Amman ha reso noto che ieri le autorità di Damasco non hanno concesso a 360 volontari giordani l'autorizzazione ad attraversare il territorio siriano per unirsi ai palestinesi in Libano. Nel corso della notte squadriglie di Phantom ed F16, rischiarando g!I obic^ivi con i bengala appesi a paracadute, avevano effettuato diverse incursioni sui quartieri Sabra e Bourj e Brejneh, vicino alla città sportiva. Il rombo delle esplosioni è stato incessante, pochi sono riusciti a dormire In mattinata erano ripresi i cannoneggiamenti di Houmel e Kfarchima, nella zona dell'aeroporto. La pista sarebbe stata colpita, un «Boeing 707» parcheggiato negli hangar della Middle East Arlines è andato distrutto, divorato dalle fiamme. Terrorizzate dal fragore degli scoppi, migliaia di persone, che soltanto alcune ore prima avevano accolto con gioia e sollievo la notizia della tregua, hanno abbandonato il quartiere residenziale di Mazraa, in cui hanno sede l'Unesco e numerose ambasciate, cercando rifugio presso parenti ed amici a Beirut Ovest, mentre continua lo strazio dell'esodo dei profughi in fuga dalla zona musulmana al settore orientale controllato dal cristiano-maroniti. Resta aperto un solo varco, quello del Museo nazionale, lungo la terra di nessuno. I falangisti, memori della carneficina della guerra civile di sei anni fa. lasciano filtrare soltanto donne e bambini. Sono cosi caduti gli ultimi dubbi sugli scopi della massiccia offensiva israeliana. Nessuno si illudeva che la tregua potesse essere rispettata. Cosi come negli ambienti delle ambasciate occidentali si escludeva la possibilità dell'occupazione della capitale libanese da parte dei soldati con la stella di David, operazione d'altronde costosissima in termini di vite umane e piuttosto inusuale per la strategia di Tel Aviv che già in passato aveva saputo rinunciare alla conquista di Damasco e del Cairo. Il disegno è chiaro, gli israeliani puntano ora a stringere un cerchio di fuoco attorno all'ultimo bastione dei guerriglieri di Yasser Arafat. Per la prima volta da dodici Piero de Garzarollii. (Continua a pagina 2 In sesta colonna)

Persone citate: Arafat, Elias Sarkis, Phantom, Sabra, Yasser Arafat