Un'altra guerra di Renato Cantoni

Un'altra guerra Un'altra guerra Non era difficile prevedere che dopo le riunioni già da tempo programmate e i vertici dei maggiori Paesi industriali si sarebbero riproposte con urgenza alcune scadenze di ordine monetario. Era pura illusione pensare che Reagan avrebbe di colpo mutato la politica economica e finanziaria della sua amministrazione impegnandosi a far scendere sensibilmente i tassi di interesse, allo scopo di ritardare la crisi all'internò dello Sme. Gli avvenimenti militari hanno poi complicato le cose e nuovi massicci spostamenti di capitali sono avvenuti da Paesi ritenuti valutariamente deboli verso altri considerati meno vulnerabili. La causa del ciclone di questi giorni è soprattutto la continua emorragia di danaro dalla Francia. La politica di Mitterrand è talmente innovativa e sconvolgente per larghi strati della popolazione francese — i più abbienti — da provocare profondi mutamenti nella pratica di investimento, sicché a ben poco sono valse le severe misure, e i controlli per evitare l'uscita di capitali. Anzi, più i controlli si sono infittiti, più la tendenza si è rafforzata. Il differenziale di inflazione inoltre rende sempre più difficile la sopravvivenza di un accordo monetario come fio Sme cui partecipano Paesi con diversissime condotte economiche e finanziarie. Da un lato la Germania e i Paesi Bassi con percentuali ridotte di inflazione e dall'altra Francia, Belgio, Danimarca, Italia che non riescono a tenere il passo nemmeno da lontane. La speculazione internazionale, sempre attenta e pronta a cogliere qualsiasi possibilità di intervenire fruttuosamente, gioca assai spesso d'anticipo e accelera i movimenti. Il franco viene nuovamente svalutato mentre marco e fiorino olandese sono invece rivalutati, e questo per impedire eccessivi spostamenti rispetto al dollaro. Le altre valute deboli, lira, franco belga e corona danese si comportano in dipendenza dalle percentuali di correzione delle principali valute e dalla decisione dei politici di tenere in vita io Sme, unico legame regolato da norme precise che mantiene unita l'Europa Occidentale. La disintegrazione dell'accordo monetario aumenterebbe il caos che già si ripete fin troppo frequentemente e che viene sedato con frettolosi aggiustamenti delle parità di cambio. Probabilmente il disordine monetario è più grave, anche Se meno spettacolare, delle guerre e guerriglie che allarmano il mondo intero. Un forte rialzo del dollaro, che potrebbe essere la conseguenza fatale della rivalutazione del marco e dello spostamento verso il basso della lira, aggraverebbe la già pesante situazione economica e produttiva. I nostri debiti in valuta Usa sono ingentissimi e le importazioni di molte materie prime e derrate alimentari sono pagate in dollari. Si avrebbe un aumento di molti prodotti compensato solo parzialmente dai maggiori ricavi delle nostre esportazioni. Potrebbe inoltre saltare l'intero programma per ricondurre l'inflazione verso percentuali più accettabili. Una tempesta monetaria in questo momento non ci voleva proprio. Renato Cantoni

Persone citate: Mitterrand, Reagan

Luoghi citati: Belgio, Danimarca, Europa Occidentale, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi