Il grande compositore nel concerto al Piccolo Regio

Il grande compositore nel concerto al Piccolo Regio Il grande compositore nel concerto al Piccolo Regio Stockhausen regista elettronico mentre la sua famiglia suona TORINO — Insieme al figlio Markus, alla figlia Maiella e a Suzanne Stephen:;. Karlheinz Stockhausen è venuto a Torino ospite del Piccolo Regio dove ha presentato un mazzo di composizioni sue per tromba, pianoforte, clarinetto, corno di bassetto e nastro magnetico, assortiti in varie combinazioni. Apriva 11 programma Aries tratto dal grande poema Sirius, una composizione di novanta minuti costruita «con il ritmo delle stelle, con i giorni e le stagioni, con gli elementi e le partizioni dell'entità dell'essere». La tromba presenta i frammenti di un discorso, non amoroso, come direbbe Roland Barthes, ma, per dir cosi, araldico, guerresco, eppur sovente propenso a scivolare in una sorta di estatico misticismo: come nella parte centrale, dove il contrappunto del nastro magnetico si fonde illusionisticamente con la voce della tromba in prolungamenti, misteriosi echi,, voci pulsanti della natura. Markus è bravissimo, sia a piegare il suono in sfumature palpitanti, sia ad incidere con il suo strumento linee secche, energetiche, sorrette talvolta da una ritmica quasi hindemithlana. Un pezzo in complesso gradevole, come pure dei passi piacevolmente solleticanti contiene il troppo lungo Klavierstilck XIII (Il sogno di Lucifero) dove la brava Maiella armeggia sul pianoforte con un palo di mezzi guanti e declina puntigliosamente f luoghi comuni del pianismo novecentesco alternandoli a fischi, sibili, fonemi, parole in libertà, colpetti sulla cassa dello strumento e trovate goliardiche, come quella di sedersi sulla tastiera o lanciare per aria una batterla di Innocui missili di plastica. Stockhausen sedeva a una consolle elettromagnetica per regolare In Aries, con alchemica precisione, 11 rapporto sonoro della tromba con 11 nastro inciso; poi, il suo intervento si è limitato praticamente a controllare a distanza l'esecuzione, con lievi Interventi sui microfoni. Nella seconda parte, forse il pezzo più suggestivo: il ciclo Amour per clarinetto solo, una suite di cinque brani scritti e dedicati a Suzanne Stephens e a Mary Baucrmeister come altrettanti regali di Natale: piccoli fiori di una semplicità commovente, dove trapassa un tocco di Intimismo schumanniano («Sii ancora felice», «Le farfalle giocano», • Un uccellino canta alla tua finestra», .Quattro stelle ti mostrano il cammino) e dove il clarinetto riesce a vibrare sin nelle più segrete fibrille della sua reattività sonora, sotto l'azione mobile e continuamente differenziata del fiato e delle dita. Gli ultimi due pezzi. Michaels Abschied (l'addio di Michele), per tromba, e Missione ed Ascensione, per tromba e corno di bassetto, tratti dall'opera Donnerstag aus Licht, rappresentata l'altr'anno alla Scala, hanno attirato l'attenzione del pubblico per l'efficacia con cui un discorso puramente strumentale è stato drammatizzato da Stockhausen che riesce a fare dell'esecutore e del suo strumento uri personaggio solo ed inscindibile. Paolo Gallarati

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