Come è cambiato il mondo della parrocchia negli ultimi anni

Come è cambiato il mondo della parrocchia negli ultimi anni Come è cambiato il mondo della parrocchia negli ultimi anni C'è una chiesetta senza prete Le piccole parrocchie sono un punto nodale della Chiesa - In Italia sono 9731 e oltre il 40% non hanno un titolare residente ■ Nel futuro si pensa di affidarle a un'equipe di sacerdoti per creare «unità pastorali di zona» • DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE ' ROMA — Abbiamo visto. In questa Inchiesta, alcune grandi parrocchie In grandi citta, e il problema del laicato. E le piccole parrocchie? E' un punto nodale per la Chiesa. Quelle con meno di 500 abitanti sono 9731 su 28.618, il 34 per cento. Ma il numero medio di abitanti è di 222,6. e questo significa che un numero notevole di piccole parrocchie' è ben lontano dal raggiungere i 500 abitanti; forse ci troviamo di fronte a piccole parrocchie dissanguate a tal punto da corrispondere ad alcuni nuclei familiari Don Italo Castellani ha recentemente svolto una indagine per conto del Cop, (Centro di orientamento pastorale, attraverso questionari, su oltre 7 mila delle 9731 piccole parrocchie ed ha scoperto che il 40.5% sono senza sacerdote residente. Di queste, 11 20,9% sono affidate a un sacerdote-parrocp residente in altra parrocchia viciniore che. In certi casi, è responsabile addi-rittura di tre piccole parrocchie. Un altro dato significativo: il 40% del sacerdoti presenti nelle microparrocchie ha oltre 60 anni; mentre in sede nazionale solo il 34,2% dei 40.097 preti diocesani ha superato 160 anni. Dice mons. Guglielmo Visconti, vicario generale di Asti, che nel giorni scorsi ha tejiuto una relazione al convegno sulle «Piccole parrocchie In Italia-, a Brescia (gli atti del seminario saranno pubblicati sul numero 7 della rivista •Orientamenti pastorali.): * Quando viene a mancare la presema in loco del sacerdote nel suo consolidato ruolo di unico responsabile e animatore della comunità, rimane il "vuoto pastorale", il pratica abbandono. La comunità soffre, si sente tradita, si disgrega. Gli sporadici servigi di culto del sacerdote vicino, che ha già la "sua"parrocchia non risolvono nulla'-. "'Don Cesare Bonicelll,'parroco nella città di Bergamo e pure lui; membro del' Cop, ha riferito al convegno di Brescia sulle risposte a un questionario che era stato inviato a 320 parroci di piccole parrocchie di tutta Italia. E' emerso che il parroco di una piccola parrocchia si sente amato, e rispettato, solo in pochi casi si sente Isolato, tuttavia avverte qualche volta sfiducia e solitudine. Più frequentemente si sente, abbandonato dal vescovo che non dal confratelli. Il parroco di piccola parrocchia considera gli impegni extraparrocchiali compatibili con una attiva presenza nella comunità e tali da valorizzare sufficientemente la sua, identità, e missione sacerdotale. Cosi facendo, dicono,-non si resta ili ozio, si sviluppa la propria personalità ne guadagna il servizio alla parrocchia, si è stimolati culturalmente, si entra In contatto con altre persone. ' Con che occhi si può guardare il futuro? La piccola parrocchia resterà entro breve tempo senza parroco? I parroci intervistati non si fanno Illusioni, la grande maggioranza pensa che entro breve tempo la loro parrocchia sarà senza,parroco. E allora, che fare? I più pensano ad ' una équipe di sacerdoti che abbia la cura pastorale di due o pia parrocchie, una «unità pastorale di zona». Qualcuno propone di affidarla a un diacono permanente (ricordiamo qual è la figura del diacono secondo il Condilo Vaticano II: appartiene già al clero, pur potendo essere sposato, è ordinato dal vescovo, può battezzare, sposare, ' presiedere ■ ai funerali, dare la comunione, però con ostia consacrata da un prete, non può celebrare messa né confessare). Nel mondo 1 diaconi sono 7160, in Italia 249, a Roma uno. In Piemonte 53 di cui 37 a Torino. Nessuno dei parroci Intervistati propone di affidare la parrocchia a una religiosa. - Don Bonloelli osserva che in questo momento la responsabilità della Chiesa verso le piccole parrocchie è grande. •C'è ti pericolo che i vertici diocesani seguano una pastorale delle toppe, senea idee, preoccupata solo di assicurare la celebrazione di messe, e il pericolo di base che le piccole parrocchie si chiudano in sé, rifugiandosi in una religiosità individualista e consolatoria: Il problema, secondo don Boniceili, va comunque affrontato perché è questione di sopravvivenza della piccola parrocchia. Egli elenca quali soluzioni si dovrebbero evitare: l'unione di una piccola parrocchia a una comunità religiosa, come un seminario, che mandi a turno questo o quel prete bla gente ha bisogno di un prete che senta come proprio padre-pastore, anche se venisse solo cinque volte all'anno e non è aiutata a vivere da preti volanti-); l'unione di due parrocchie delle quali un parroco In una è titolare è nell'altra supplente («Questo crea nella seconda frustrazione e senso di emarginazione»). Don Italo Castellani, attraverso l'indagine da lui svolta, rivela che si delinea. In varie diocesi, la necessità di formare del laici che assumano consapevolmente e responsabilmente il servizio di «animatori della comunità». Esistono diverse iniziative a livello diocesano, come scuole di preparazione ai ministeri scuola per catechisti, corsi per animatori familiari C'è inoltre una tendenza alla concentrazione di più piccole parrocchie. Afa — si chiede don Castellani — tale concentrazione avviene secondo un disegno, un progetto pastorale globale, oppure è solo la risultante di scelte parziali? Solo in pochi casi esiste un piano pastorale diocesano adeguato. In Piemonte, ad esempio, c'è uno specifico studio della Commissione presbiterale'. •La piccola parrocchia attende di essere presa più sul serio — dice ancora don Ca stellarli — nel quadro della pastorale diocesana, solita a considerare come parametro ottimale di riferimento il numero degli abitanti più che la vita o i bisogni della comunità, e ha bisogno di ossigenarsi costantemente della vitalità reale e non presunta della chiesa locale nel suo insieme'. ■ Remo Logli (I precedenti articoli sono stati pubblicati il 25 maggio, il re il 4 giugno).

Persone citate: Castellani, Guglielmo Visconti, Isolato, Italo Castellani, Logli