Bearzot: «In Argentina stavamo ancora peggio» di Bruno Bernardi
Bearzot: «In Argentina stavamo ancora peggio» II et azzurro smentisce preoccupazioni sul tono atletico Bearzot: «In Argentina stavamo ancora peggio» «Contro la Polonia siamo pronti a far barriera a centrocampo: col catenaccio perderemmo» - «Oliali so bene quanto vale» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PONTEVEDRA — Fuori pioviggina e gli umori di Enzo Bearzot sono imbronciati come il cielo della Galizia. I titoli di alcuni giornali italiani sul clima che si respira nel Club Italia dopo Braga non gli sono piaciuti e la conferenza-stampa ha come premessa 1 risvolti psicologici e la reazione dei giocatori ai severi giudizi del presidente Sordlllo. 'La squadra è ancora capace di fare da sola autocritica e non c'è stato bisogno di chiarimenti con Sordillo, anche perché gli ho dato ragione quando affermava che si era giocato male: se con la Polonia si ripetesse Braga le illusioni finirebbero-, dice 11 responsabile azzurro. Poi 11 et viene sollecitato ad affrontare, sul plano tattico, 11 problema Bonlek che, alla luce dell'ultima prestazione con lo Sporting Club, obbliga Bearzot a un nuovo rimpasto del centrocampo. Orlali, l'uomo che dovrebbe contenere l'asso polacco con la collaborazione di Tardelli, era In panchina a Ginevra e a Braga. Quali garanzie dà 11 suo impiego nella partita più delicata del girone? 'Neppure Boniek era in campo a Braga — è la tagliente risposta. — Oriali l'ho seguito per tutta la stagione e potrebbe essere l'uomo adatto per Boniek, un elemento-base al aliale dobbiamo riservare un trattamento particolare, marcandolo in modo asfissiante». — La Polonia è forte e noi non possiamo perdere: non sarebbe meglio cautelarsi con un centrocampista in più e una punta in meno? 'Questa squadra ha pareggiato, quando è occorso, ma senza chiudersi, prendendo l'iniziativa e stando raccolta, senza dividersi in due tronconi. La personalità non manca per ottenere risultati minimi e passare il turno. Un catenaccio sarebbe il suicidio: faremo una barriera a metà campo, non nella nostra area, perché non abbiamo difensori da bunker". La pedana di lancio per il nostro contropiede va piazzata il più vicino possibile alla porta avversaria. Se non creeremo problemi, anche psicologici, alla Polonia, verremo messi al muro e il gol sarà inevitabile, poiché ci mancano grossi saltatori di testa». — Graziani, però, si lamenta di dover lavorare anche in retrovia. Che ne pensa? 'Nel calcio moderno un attaccante deve operare anche in tal senso. Massaro? Non avevo detto che l'avrei utilizzato, ma che aveva le qualità per diventare mediano. Se lo mettessi e la squadra si trovasse a disagio, non avrei scusanti. Fisicamente stavamo peggio quattro anni fa, alla vigilia del "Mundlal" argentino. A Ginevra c'è stata una buona risposta atletica». —Lei come si sente, ha davvero le idee chiare a cinque giorni dall'appuntamento di rito con la Polonia? '' -Mi sento come i soldati che vanno a combattere sul campo di battaglia, non stando sulla collina, con entusiasmo e rispetto degli avversari. Le idee sono chiare». Bruno Bernardi
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