Carter e Petrassi, angeli protettori di 2 nuovi talenti premiati a Venezia di Giorgio Pestelli

Carter e Petrassi, angeli protettori di 2 nuovi talenti premiati a Venezia Concerto di Mario Davidovsky e Ruggero Laganà vincitori del «Guggenheim» Carter e Petrassi, angeli protettori di 2 nuovi talenti premiati a Venezia VENEZIA — La Fondazione Giorgio Cini e la Fondazione Solomon R. Guggenheim hanno avuto l'Idea di premiare annualmente giovani artisti Italiani e americani commissionando loro, secondo il caso, una composizione musicale, un'opera poetica o d'arte visuale; la prima edizione del premio, intitolato a Peggy Guggenheim, è stata dedicata alla musica e ha messo in luce 1 nomi di Mario Davidovsky e Ruggero Laganà i cui lavori sono stati presentati in prima assoluta nella Sala degli Arazzi dell'Isola di S. Giorgio Maggiore. Mario Davidovsky. nato nel 1034 vicino a Buenos Aires, è professore di musica alla Columbia University e ha già collezionato numerosi premi: ha scritto per l'occasione Trio d'archi, un unico movimento di solida, scrupolosa tessitura. aperto solo nella conclusione a zone più rarefatte. Bereshit si mutola 11 brano del ventiseienne milanese Ruggero Laganà per soprano, due flauti, due clarinetti e pianoforte su un testo di Fulvio Ferrari: una sorta di lnte- riore fantasia coreografica, di estroversa eleganza inventiva, affidata principalmente alla delicata trama di una voce (quella della bravissima Alessandra Althoff) che non di rado richiama 1 nervosi arabeschi di Ravel: c'è qualche ridondanza, forse il pezzo è un po' lungo, ma Laganà rivela un senso del movimento e un Istinto espressivo di sicura presa. Accanto ai due vincitori del Premio Guggenheim 1982, il concerto prevedeva altri lavori di due «grandi» del nostro tempo, Elliot Carter e Goffredo Petrassi. messi li come due angeli propiziatori sulla musica dei due mondi. Di Carter il Quartetto Arditti di Londra ha eseguito 11 Terzo Quartetto (1971). esempio impressionante di materia musicale compressa, in realtà un doppio Duo di inestricabile com¬ pattezza; e poi, con il concorso competente del Gruppo Musica Insieme di Cremona diretto da Giorgio Bernasconi, le sei stupende liriche (1976) su testi di Elisabeth Bishop, A Mirror on wich to Dwell. opera del tutto opposta al quartetto per l'espansione del canto (e qui si è ammiratadi nuovo la Althoff) e la struggente analisi del suono e dell'intervallo singolo. DI Petrassi s'è avuta l'occasione di risentire la Serenata (1958) e Tre per Sette (1966), due delle testimonianze più ardite della congenialità strumentale petrassiana, de) suo inventare la musica battuta per battuta con gesto essenziale: lezione di cui gli siamo sempre grati. Tutti 1 quattro autori erano presenti ta sala le. esordienti e famosi, sono stati a lungo festeggiati assieme. Giorgio Pestelli

Luoghi citati: Buenos Aires, Cremona, Londra, Venezia