Eddie Cheever, un diplomatico in Formula 1

Eddie Cheever, un diplomatico in Formula 1 Col secondo posto di Detroit è continuata l'escalation del furbissimo amerìcanino di Roma Eddie Cheever, un diplomatico in Formula 1 DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MONTREAL — Gli scambi fra Italia e Stati Uniti, per quanto riguarda la FI, sono in pareggio. Esportato Mario Andrettì, abbiamo importato Eddie Cheever. Il giovane pilota della Ligier-Talbot, 2° nel G.P. di Detroit, è nato nel '57 a Phoenix in Arizona, ma vive a Roma da quando era bambino, è sposato con un'italiana. Rita Melidoni, t corre (in FJ dal 78) con licenza della federazione italiana. Una situazione nella quale lui si trova benissimo. Al raziocinio spregiudicato dell'americano, ha saputo aggiungere un pizzico di fantasia, l'arte dell'arrangiarsi tipicamente italiana. Oggi è un pilota completo, che sa mettere a punto una macchina, che può guidare con il cervello per arrivare al traguardo o essere aggressivo e veloce. La sua dote principale è certamente lintelligenza, applicata in tutte le sue azioni. Se non avesse scelto la strada dell'automobilismo, avrebbe potuto benissimo affrontare la carriera diplomatica, tanto è abile nel destreggiarsi. Il suo piazzamento a Detroit ha certamente fatto piacere alla Talbot ed ai suoi sponsor, ma ha aperto gli occhi a chi, nella scuderia, detiene il potere, cioè il suo compagno Laffi te e il direttore sportivo Jabouille, cognati ed alleati da sempre. A chi chiede qual è la cosa migliore della squadra, Cheever risponde candidamente: «Laff ite e Jabouille. I loro consigli mi sono preziosissimi». Prima della gara ih America, Lauda, alta ricerca di una conferma per le sue scelte dei ■pneumatici, andò a consultarsi con Eddie. E Cheever, che aveva optato per la mescola più dura dei suoi Michelin, rispose che andavano «cosi cosi Sono un po' duri». Lauda, incerto, optò per le gomme più tenere e sbagliò clamorosamente. mio sto benissimo dove mi trovo» proclama lamericanino di Roma a chi gli chiede del suo futuro. É' vero, ma la sua giustificata ambizione non si ferma alla prima stazione. Poteva passare alla Williams, se avesse aspettato, lo scorso anno a Las Vegas, a firmare per la Ligier. Ma preferì il certo all'incerto, perché la squadra inglese doveva ancora completare i propri programmi. «Io spero soltanto — continua Eddie — di fare del buoni risultati sino alla fine della stagione. Poi si vedrà. MI diverto a guidare, accumulo esperienza. La Ligier ha 11 potenziale per arrivare nuovamente al vertice. Nel 1981 a Montreal vinse Laffite. Fu una gara sulla pista bagnata, ma la nostra macchina su questo tracciato dimostra sempre di andare bene. Quindi mi auguro di arrivare a punti anche domenica». Un passò alla volta, dunque. In attesa di sviluppi. Quattro anni fa Cheever, giovanissimo, riuscì anche ad ottenere un contratto cori la Ferrari per utilizzare i motori di FJ2. La strada è sempre aperta. Cristiano Chlavegato