Manfredi: «Scusate se sono rompiscatole è il mio unico modo di amare il cinema»

Manfredi: «Scusate se sono rompiscatole è il mio unico modo di amare il cinema» L'attore gira a Roma «Spaghetti House» con la regìa di Giulio Paradisi Manfredi: «Scusate se sono rompiscatole è il mio unico modo di amare il cinema» ROMA—A Cinecittà si può respirare in questi giorni l'aria dell'America delle fumerie d'oppio (C'era una Volta l'America di Sergio Leone), della Parigi del 1850 (La Traviata di Franco Zeffirelli) oppure del Brasile dei romanzi di JorgeAmado (Tieta de Agreste di Lina Wertmùller) mentre dalla parte opposta di Roma, negli stabilimenti di Prima Por-, ta, hanno ricostruito un angolo di Londra. Sono i miracoli del cinema. Nella Londra 'romana» il repistu Giulio Paradisi è impegnato nelle riprese di Spaghetti House, un film che riporta d'attualità un drammatico fatto di cronaca del settembre del 75 in cui furono coinvolti stive camerieri italiani (sequestrati per 122 ore da tre banditi giamaicani penetrati nello scantinato del ristorante 'Spaghetti House» di Knightsbridge per rapinare l'incasso). L'avventura dei camerieri italiani si risolse senza spargimento di sangue per la 'comprensione» dei rapinatori e per la tattica del logoramento adottata da Scotlavd Yard. Dietro a questa vicenda, come già i giornali sottolinearono nel 75, nacque una amicizia tra sequestrati e rapinatori, tanto è vero che uno dei camerieri e tuttora in contutto epistolare con i tre negri che per la loro 'mancata rapina» stanno scontando dai 28 ai 18 anni di carcere. •Una condanna sproporzionata — osserva il regista — perché se questo sequestrò sì e concluso senza sparatoria lo si deve al senso di responsabilità del "capo" Frank Davis ("Martin" nel film) che è stato il più punito, sebbene si sia prodigato per frenare il comportamento dei suol compa¬ gni che, essendo degli isterici, sarebbero stati capaci di commettere una strage. La condanna è eccessiva perché i tre negri hanno dimostrato di non essere del delinquenti vigliacchi, ma dei delinquenti per necessita come c'erano una volta». Sullo schermo la figura del cameriere 'Comprensivo» è interpretata da Nino Manfredi mentre i tre banditi sono interpretati da altrettanti attori di teatro che lavorano a Londra: Rudolph Walker ('Martin»), Eddie Tagoe ed Elvis rayne. «Non è un film drammatico — precisa Paradisi — ma grottesco, nel quale domina la confusione. E nonostante ciò sia i camerieri, che sono anche loro degli emarginati, sia 1 tre banditi alla fine riescono, a familiarizzare. E ciò dimostra che gli esseri umani quando si capiscono diventano amici in qualsiasi situazione, anch« le più drammati¬ che. E' un film sulla condizione umana: una scontro In chiave grottesca, tra gente del «terzo mondo». «Non è un film facile — ag- giunge Manfredi — perché non è banale: c'è un solo colpo di pistola che viene sparato per paura E' un film che a mio giudizio persegue il filone di Pane e cioccolato, di Per grazia ricevuta e di Caffèexpress». Manfredi sul set di Spaghetti House ci è • sembrato particolarmente rilassato anche se in cuor suo non ha ancora 'digerito» la dolorosa e difficile esperienza vissuta durante la lavorazione di Nudo di donna, caratterizzata dall'abbandono di Lattuada. «Sono un rompiscatole — ammette — per chi vuole fare presto. Non sono un genio per cui ho bisogno di pensare. E per chi ama veramente il cinema questa non è una colpa. Sono un serio sul lavoro e per questa ragione posso in certi casi apparire come un grande rompiscatole». «Per ora con Manfredi — aggiunge il regista Paradisi — ci intendiamo. E qualche volta approfitto persino della sua esperienza». e. b.