Gli scontri tra inquirenti avvelenarono le indagini

Gli scontri tra inquirenti avvelenarono le indagini Ai Csm il rapporto sulle rivalità fra uffici giudiziari Gli scontri tra inquirenti avvelenarono le indagini «La tragica verità è che le inchieste sui morti dell'ltalicus e di Bologna sono state viste come strumenti per il nome in prima pagina» DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — La polemica. il botta e risposta tra Procura della Repubblica e Ufficio istruzione, era iniziata a pochi giorni dalla strage del 2 agosto. Forse, la vera data d'inizio è 11 20 agosto 1980, quando la Procura decise l'emissione di 27 ordini di cattura e annunciò di aver individuato esecutori e mandanti della strage. Arresti che. a pochi mesi di distanza, si trasforoWarono m altrettante scarcerazioni. Insomma, la Procura ^rrésta. l'Ufficio istruzione ri-. mette in libertà e la verità sui c-esponsabill della strage si allontana. Il sostituto procuratore Luigi Persico e 11 capo dell'Ufficio istruzione Angelo Velia non si sono mai risparmiati accuse. Interviste al giornali, dichiarazioni, affermazioni pesanti, lettere da un ufficio all'altro, minacce di Incriminazioni reciproche. Primi a protestare erano stati 1 rappresentanti dell'Associazione familiari delle vittime della strage. Poi, dopo numerose sollecitazioni, anche il Consiglio superiore della magistratura decise di vederci chiaro. Cosi, all'inizio di febbraio, due Ispettori sono stati inviati a Bologna, per indagare. Il 10 febbraio gli ispettori Maimone e Moleti hanno iniziato gli interrogatori. Prima Persico e Riccardo Rossi, altro sostituto incaricato dall'inchiesta sulla strage alla stazione. Poi Giuseppe Delfini e Mario Porte, da poco nominati rispettivamente presidente della corte d'appello e presidente dèi tribunale. Poi l'avvocato Laura Grassi,1 che coordina il collegio degli avvocati di parte civile. Infine la decisione di sentire anche 11 sindaco Renato Zangheri, 11 presidente delia Provincia Mario Corsini, il questore Italo Ferrante. Gli accertamenti portarono alla conclusione che le Indagini sulla strage del 2 agosto si sono svolte «in un triste qua- dro di lotte personali, di invidie insuperabili: la tragica verità è che le inchieste sui morti dell'ltalicus prima e su quelli della strage di Bologna poi, sono state viste solo come gli strumenti utili per ottenere prestigio e il nome in prima pagina». Il Csm ha anche criticato il comportamento dell'allora procuratore capo Ugo Sisti. che. dal giorno della strage, era in ferie. Altri sconcertanti elementi erano emersi dal rapporto, che 1 due;ispettori avevano stilato per 11 ministero di Grazia e. Giustizia a conclusióne dei loro accertamenti bolognesi. La guerra tra uffici giudiziari era andata ben al di là delle dichiarazioni bellicose o delle sfide pubblicamente lanciate nelle conferenze stampa. Ad un certo momento, per tentare di ripristinare un clima appena vivibile, c'erano stati tentativi di mediazione svolti da due sostituti in veste di ambasciatori presso il capo dell'Ufficio istruzione. Neppure quando, dopo la promozione di Ugo 8isti al ministero, a reggere la Procura era stato designato Guido Marino, il clima aveva fatto registrare miglioramenti. Dopo un breve periodo di tregua apparente, le polemiche erano riesplose prima per un rapporto giunto sulla strage da Firenze, che Velia aveva a lungo trattenuto, poi per l'articolo di Critica Sociale che accusava Marino di essere un piduista. Copie di quell'articolo erano state fatte circolare per tutti gli uffici giudiziari di Bologna: e molti giuravano che l'iniziativa fosse partita proprio dall'Ufficio Istruzione.

Luoghi citati: Bologna, Firenze, Roma