Johanna Villeneuve, un mese dopo «Nessun rancore, tanta tristezza»

Johanna Villeneuve, un mese dopo «Nessun rancore, tanta tristezza» A Berthieville, in Canada, a trenta giorni dalla scomparsa di Gilles Johanna Villeneuve, un mese dopo «Nessun rancore, tanta tristezza» «Non vedrò il Gran Premio, vado da Jody Scheckter: è difficile restare in questa casa» «Jochen Mass non ha colpe» - «Mio figlio ama lo sci, io voglio che giochi a tennis» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BERTHIERVILLE — E'passato ieri un mese dalla scomparsa di Villeneuve. Il Canada sportivo si appresta a ricordare il suo campione di Formula 1 con un Gran Premio memorabile sulla pista intitolata al pilota della Ferrari. I tifosi hanno persino chiesto di cambiare il nome all'isola di Notre Dame (dove sorge il circuito) dedicandola a Gilles. Per questo motivo si stanno raccogliendo adesioni con una petizione indirizzata al sindaco di Montreal e già circa 30 mila persone si sono dichiarate disposte a sottoscriverla. Ovunque il battage pubblicitario per la corsa è pressante, sui giornali, alla radio, alla televisione non si parla d'altro. Ben diversa è l'atmosfera nella cittadina, circa a 80 km ad est della metropoli, dove abitava Villeneuve. Qui a Berthiérville la gente sembra ancora affranta, per le strade passa poca gente, solo i bambini che arrivano dalla scuola elementare schiamazzano. E il garage che fu di Gilles, con qualche poster, le scritte sui vetri delle macchine. Poco più. in là, al lato di un curvone, una casa bianca in legno con una piccola piscina. E' l'abitazione dei genitori del pilota. Sulla porta una figura femminile, seminascosta. I capelli tirati indietro, il volto ancora segnato dalle lacrime, dal dolore, un'espressione smarrita. E' Johanna, la moglie di Villeneuve. E' tentata di rientrare in casa, di sparire, poi si fa avanti con un mesto sorriso: «Mi fa piacere — dice — parlare un poco. Prendiamo un caffè. Non ho mai voluto incontrare nessuno, qui ho fatto dire a tutti che ero partita per Montecarlo. Ma stare sempre soli, isolati, è dura. Venerdì me ne andrò con Jody e Pamela Scheckter per una vacanza nella casa che hanno acquistato nella Carolina del Sud. Giocheremo a tennis, cercherò di distrarmi per non pensare. Non vedrò certamente la corsa». Nell'interno dell'abitazione, tipica-, mente americana, una grande sala, con biliardo, e poi i trofei, i caschi, le fotografie del campione. «E' difficile anche stare in questa casa—contìnua Johanna guardandosi attorno — ma il ricordo è ovunque, soprattutto nella mente, e non si può cancellare». — Ha rancore verso qualcuno per quanto è successo? «No. Jochen Mass non ha colpe. E' stato anche lui vittima di un malinteso. Gilles probabilmente pensava e agiva in maniera più veloce degli altri, e allora non si sono capiti. MI dispiace che siano state interpretate come accuse le parole di Lauda. Niki non voleva dare la responsabilità al pilota tedesco. Intendeva spiegare come si sarebbe comportato lui. diversamente. E non tutti possono pensare alla stessa maniera. L'unica cosa che mi ha fatto veramente male è stata la conclusione dell'inchiesta della Fisa, che ha spiegato tutto l'Incidente con un errore di Gilles. E' facile scaricare la responsabilità su chi non si può difendere.. Jean-Marie Balestre ha perso unàltra occasione per stare zitto». Johanna ora è tesa essenzialmente a stare vicina e a educare i figli, Jacques di 10 anni e Melante di otto. «La bimba — racconta — è dai nonni materni, a pochi chilometri di qui. Jacques sta giocando con 1 compagni. Ha una piccola moto e va su e giù lungo le sponde del fiume. E' un ragazzino vivace, mi fa un po' paura. Vuole diventare sciatore e andare quest'estate con qualche squadra che si allena sui ghiacciai .per imparare. Non vorrei che facesse la discesa libera, meglio gli slalom, per non aspettare sempre In casa con il terrore addosso. Cercherò di farlo giocare a tennis, uno sport meno pericoloso». Johanna Villeneuve dopo le vacanze tornerà ad abitare a Montecarlo e d'inverno starà a Praloup, nell'Alta Savoia. «Prima però — conclude — voglio andare ancora a Maranello, alla Ferrari, con 1 bambini, a salutare il commendatore e i meccanici. Sono stati la vita di Gilles e non posso dimenticarlo. Ho ricevuto, dall'Italia soprattutto, molte lettere commoventi, delle poesie. Piano piano voglio rispondere a tutti: è come ritrovare un pezzo del passato che è stato molto felice, nonostante tutto». Johanna si congeda, mentre arrivano mamma e papà di Gilles. «I miei figli — dice la signora — hanno scelto un mestiere molto rischioso. Io non avrei voluto. Ma ho dovuto accettare la loro decisione. Uno pensa sempre che le disgrazie accadano agli altri. E ora mi ritrovo ad augurarmi che Gilles protegga in qualche maniera suo fratello Jacques, che vuole percorrere la stessa strada, arrivare alla Formula 1. Ma nel mondo dell'automobilismo ora il nome Villeneuve sembra essere diventato un passaporto all'incontrarlo. E anche questo mi rattrista molto». Cristiano Chiavegato Johanna Villeneuve

Persone citate: Cristiano Chiavegato Johanna, Gilles Johanna Villeneuve, Jochen Mass, Jody Scheckter, Johanna Villeneuve, Lauda, Pamela Scheckter, Savoia

Luoghi citati: Berthieville, Canada, Italia, Maranello, Montecarlo, Villeneuve