Merloni: mercoledì la nostra proposta di Emilio Pucci

Merloni: mercoledì la nostra proposta Sulla riforma della contingenza Merloni: mercoledì la nostra proposta DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE AREZZO — Vittorio Merloni, parlando ieri all'assemblea degl'imprenditori aretini, ha nuovamente difeso con forza la disdetta dell'accordo sulla scala mobile: «Abbiamo inteso fare un atto di chiarezza nell'oscuro tunnel in cui andiamo camminando da undici mesi». All'esterno del Centro dei congressi più di un migliaio di lavoratori delle fabbriche di Arezzo (tutte ferme per due ore) hanno accompagnato 1 lavori dell'assemblea con una rabbiosa manifestazione di protesta. In un clamore assordante di fischietti, trombe, clacson e improvvisati tamburi di latta, 1 dimostranti, alle grida di •■Ladri», «Evasori», «Basta con Merloni», hanno alternato slogans come «La scala mobile non si tócca, la difènderemo con la lotta» e «La classe operaia ha perso la pazienza, giù le mani dalla contingenza». Non sono mancati momenti di tensione all'ingresso di qualche partecipante. Ma non c'è stato alcun incidente di rilievo, grazie anche all'efficienza del servizio d'ordine dei Consigli di fabbrica. E' un anticipo, comunque, del clima sociale che dovrà vivere il Paese nel prossimi, difficili mesi. Merloni ha confessato al giornalisti che la decisione della disdetta è di quelle che «fanno venire *i capelli bianchi», ma non si poteva fare altrimenti. .Le Imprese sono chiuse da una morsa, ha detto, e io credo che non interèssi a nessuno che la morsa si stringa ancora di piU, nemmeno ai lavoratori e tanto più ai disoccupati che aspettano nuovi posti di lavoro che solo un'industria in espansione può dare.. La morsa si può allentare rimuovendo con Interventi strutturali le cause che la generano: la spesa pubblica e 11 costo del lavoro, scala mobile compresa. Il presidente degli indù- striali ha confermato che mercoledì prossimo il Consiglio direttivo dell'organizzazione prenderà in esame una proposta di riforma dell'istituto di contingenza. «A Ilo studio — ha precisato — ci sono iiiverse ipotesi tecniche». Il Consiglio direttivo dovrà ora scegliere la soluzione migliore che tenga conto di questi obiettivi: 1) lasciare più spazio alla contrattazione; 2) raffreddare i meccanismi d'indicizzazione; 3) rilanciare la produttività con il taglio degli appiattimenti salariali. .Folle di economisti, di politici, di sindacalisti — ha ricordato — /tanno riconosciuto queste scelte; si sono cimentati in analisi e proposte, hanno rimproverato per anni alla Confindustria di aver firmato l'accordo del 75. Non-mt sto a domandare dove siano finiti adesso». Merloni ha poi commentato negativamente la notizia di un prossimo sciopero generale: .Non si risolvono i problemi del Paese con gli scioperi generali». Gli industriali sono ora pronti a sedersi al tavolo delle trattative, ma a condizione che 1 problemi dei contratti e del costo del lavoro siano affrontati contestualmente. Altrimenti è vanificato 11 rispetto delle compatibilità. «Mi domando, infatti, che senso ha parlare di limite del 13 per V83, quando abbiamo già la certezza che, per effetto della sola scala mobile, il costo del lavoro e degli altri automatismi arriverà al 15 nel prossimo anno. Sarebbe solo una finzione». La Confindustrla non è disposta «a fare melina o a giocare partite truccate, e chiede perciò ai governo una parola chiara. Nè viene certa/nente in aiuto la nuova legge sulle liquidazioni. Il referendum, ora annullato dalla Cassazione, avrebbe «messo in ginocchio» le imprese, ma la riforma, a giudizio di Merloni, comporta lo stesso un pesante aggravio del costo del lavoro: un punto e mezzo quest'anno, tre punti nell'83 e più di cinque punti alla fine degli Anni Ottanta. In sostanza, anche da questa vicenda, 1 soli .penalizzati» sono gli industriali, dal momento che i sindacati si son visti riconosciuti miglioramenti per le pensioni e in precedenza avevano già avuto gli sgravi fiscali per cinquemila miliardi. Nel suo intervento, Merloni ha respinto con sdegno le accuse di chi ha presentato la disdetta come una forzatura dell'appello del governatore Ciampi o come una manovra a favore del democristiani, per far cadere Spadolini. 'Sono interpretazioni false e meschine. Non è con le analisi dletrologtche o con le polemiche allusive che si risolvono i gravi problemi economici del Paese». La Confindustrla non è contro nessun governo, ma si aspetta chiarezza nei comportamenti e nel rispetto del programma. «Afa la chiarezza non si fa dando "ordini" alle imprese pubbliche di comportarsi contro la logica economica (apertura dei rinnovi con trattuall, n.d.r.) e proponendo "pressioni alle imprese private", come il mancato rinnovo della fiscalizzazione degli oneri sociali», lì braccio di ferro non conviene a nessuno, ma ha osservato 11 presidente degl'Imprenditori aretini, Fabio Inghlranl, «cosa possiamo discutere per i contratti se vogliamo rispettare i limiti di sposti dal governo?». Emilio Pucci

Persone citate: Ciampi, Fabio Inghlranl, Merloni, Spadolini, Vittorio Merloni

Luoghi citati: Arezzo