Palermo, lezione antimafia di Dalla Chiesa in un liceo

Palermo, lezione antimafia di Dalla Chiesa in un liceo «Combattete clientele e ! raccomandazioni» Palermo, lezione antimafia di Dalla Chiesa in un liceo PALERMO — «La mafia è un modo di essere, di gestire la propria persona in mezzo agli altri». Inviato a Palermo per lottare contro la mafia, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa risponde cosi alla prima domanda di uno degli studenti del liceo classico «Garibaldi», raccolti in una palestra coperta. La visita e la conferenza del prefetto di Palermo erano Inattese, e quando i giovani hanno saputo perché erano stati riuniti hanno applaudito a lungo. Ieri Dalla Chiesa aveva voluto incontrare i liceali del «Gonzaga», 11 liceo privato «bene» di Palermo, diretto dal gesuiti, rispondendo ad una lettera aperta che, attraverso il giornale «L'ora», gli era stata rivolta dal maturandi dell'istituto. Dopo l'incontro con una scuola confessionale il prefetto ha voluto parlare con gli studenti di una scuola laica. mia stessa — ha detto — dot>e hanno studiato due miei figli.. •Non c'è bisogno di qualcuno in cui credere — ha esordito il prefetto — ma di qualcosa in cui credere. Sono con voi e tra voi perché credo sema ombra di retorica nella vostra gioventù. Ereditate un patrimonio che non sarà facile gestire, non del tutto positivo. Dovete uscire indenni da questo tunnel, fare appello ai valori morali e civili che certamente sono dentro di voi». — Cosa può fare uh «superprefetto»? ha chiesto un allievo. , «/ prefetti non sono super, né di ferro, né di altri metalli — ha spiegato il generale —, sono il meglio che lo Stato può distribuire in periferia. Non mi basta che si scopra un omicidio, un attentato. La mafia ,7io?i è somma di- omicidi o di attentati. Molti scrivono di mafia chiusi nella stanza di un albergo di Palermo e diventano anche grandi firme. Io sono qui per capire; mi interessa formulare una diagnosi per guarire dalla mafia dopo un'analisi attenta, ragionata, non bruciata nei cento metri, ma maturata sul mezzofondo». La conversazione è proseguita a botta e risposta. —Lei ha paura? •Se si ha paura, bisogna averla da solo, senea trasmetterla agli altri. Comunque, non combatto l'eventuale paura con la presenza della scorta di polizia*. — Ha trovato collaborazione a Palermo? •La stampa ama presentare i personaggi che contribuisce a creare con fuochi d'artificio. Non mi sorprende dunque che vi sia molta attesa per quanto farò. Sono ancora in una fase di studio e sono al tempo stesso oggetto di studio». —Cosa ha già fatto? •Non posso parlare di metodi e strategie. Ma posso dirvi che ho incontrato i sindaci dei piccoli Comuni del Palermitano per dire loro che hanno "diritto" ad ottenere dallo Stato ciò che lo Stato ha il dovere di dare alle comunità alle quali sovrintendono. Insomma, la mafia si combatte anche combattendo il metodo della clientela». — La mafia è problema storico. Oggi come la si può tecnicamente combattere? • C'è oltre un secolo di letteratura sulla mafia e sarà certamente difficile cancellare ciò che somaticamente, con i "geni", è stata tramandato nel costume. I giovani mi hanno chiesto se sia salutare il poliziotto di quartiere. Sono soluzioni da letteratura londinese. Le forze di polizia dello Stato sono presenti su tutto il territorio. Ma ad esse il cittadino si rivolge solo quando ha da chiedere, non quando ha da dare. Voi avete una forte solidarietà all'interno della vostra classe; ma se questa solidarietà la trasferite nella vita civile, senza punti di riferimento morali, la tradurrete fatalmente in omertà». — Per combattere la mafia non si deve recidere il suo nodo con la politica? •E'vero. Come una ventosa, la mafia si attacca dove c'è il potere. Per questo chi detiene il potere ne risulta spesso permeato. Lo dissi a Caltanissetta alla Commissione antimafia tanti anni fa. Separatismo, monarchici, liberali, democristiani, insomma quanti hanno detenuto o ricercato storicamente il potere sono diventati obiettivi di permeazione per la mafia. La mafia punta ad inserirsi nelle organizzazioni del potere — ha concluso Dalla Chiesa — Quindi nei partiti e nelle istituzioni dello Stato dove può accedere con la pratica della "raccomandazione":

Persone citate: Carlo Alberto, Dalla Chiesa, Gonzaga

Luoghi citati: Caltanissetta, Palermo