Solidarietà organizza lo sciopero prima che esploda spontaneamente di Bernard Guetta

Solidarietà organizza lo sciopero prima che esploda spontaneamente Il sindacato teme di essere scavalcato da una Polonia esasperata Solidarietà organizza lo sciopero prima che esploda spontaneamente N08TRO SERVIZIO PARTICOLARE VARSAVIA — I responsabili dell'organizzazione clandestina di «Solidarietà» di Varsavia hanno deciso di «at>viare i preparativi organizzativi di uno sciopero generale». La decisione dovrebbe essere presa prossimamente anche dal «coordinamento nazionale» 'che dal 22 aprile scorso raggruppa le regioni di Danzica, Cracovia, Breslavia e Varsavia. Si delinea cosi una svolta nell'attività della «resistenza», I cui leader considerano ormai inevitabile una prova di forza con il regime. Questo non significa che vogliano organizzare e ancor meno precipitare 11 confronto, ma che intendono prepararvisl per non essere colti alla sprovvista dallo scavalcamento da parte della base o da un'offensiva delle autorità. •Benché questi cinque mesi abbiano dimostrato l'ostilità della stragrande maggioranza della società nei confronti dello stato di guerra e della politica del Wron — scrivono i dirigenti del sindacato di Varsavia in una dichiarazione pubblicata dalla stampa clan¬ destina — le azioni di protesta condotte sino a oggi si sono rivelate insufficienti a costringere.le autorità a rinunciare alla repressione e ad avanzare nulla via della realizzazione di un'intesa nazionale. La mancanza di qualsiasi segnale di buona volontà da parte del potere, l'indifferenza che esso dimostra per l'atmosfera sociale, la repressione sempre più dura, il degradarsi della situazione materiate della popolazione e la disoccupazione, tutto questo conduce inevitabilmente alla radicalizzazione... e all'esplosione di uno sciopero generale». I sindacalisti affermano che «alcune decine di grandi industrie della regione di Varsavia» hanno chiesto di fissare la data dello sciopero, e sottolineano che una «esplosione spontanea» sarebbe più «effi cace» e «pericoloso» ; di conseguenza, invitano i, «comitati d'azienda provvisori a costituire le cellule addette all'organizzazione dello sciopero generale». Compito Immediato di queste cellule è determinare il livello di mobilitazione in ogni industria, sondare gli operai sulla forma che la prò- testa dovrebbe assumere e prepararne le condizioni tecniche. E' chiaro che i leader sindacali Intendono innanzitutto guadagnare tempo: delineando la prospettiva di una prova di forza, sperano di contenere l'impazienza dei militanti e insieme di premere sulle autorità, alle quali riaffermano la loro «»o.onfd di concordia nazionale», punendo come «unica condizione» la liberazione di tutti gli arrestati dal 13 dicembre in poi. Resta 11 fatto che questa evoluzione non riflette soltanto la radicalizzazione dei militanti, ma anche dei leader di «Solidarietà» più prudenti. Sotto questo aspetto è significativo il fatto che uno dei quattro firmatari della dichiarazione sia Bujak, ex leader del sindacato* per Varsavia, 11 quale ancora un mese fa era contrarlo alla sola prospettiva di uno scontro frontale con 11 potere. E' anche vero che allora Bujak credeva ancora che una corrente disposta al negoziato si formasse nel governo, e che la sua attesa è ormai andata delusa, e in modo cocente. La stampa ha un tono sempre più ostile a Solidarnosc. Lo stesso Rakowski, che passava per un «liberale» e che pare avere un ruolo sempre più di secondo piano, ha lasciato intendere, parlando al membri del partito, che il ripristino dei diritti del sindacato non è attualmente prevedibile, e ha affermato che lo stato d'assedio ha portato a un «netto miglioramento dei rapporti con i Paesi socialisti». L'unica personalità che non soltanto mostra una relativa apertura a provvedimenti umanitari nel confronti del detenuti, ma cerca anche 11 dialogo con uomini vicini a «Solidarietà» è 11 generale Kiszczak, ministro dell'Interno e, per il suo incarico, grande supervisore della repressione. Cortese sino all'affettazione e, almeno In privato, dotato di un notevole senso dello humour, da una decina di giorni fa sapere ai quattro venti che vorrebbe incontrare Bujak, e che sarebbe disposto a concedergli per questo incontro tutte le possibili garanzie di sicurezza. L'offerta è accom¬ pagnata da una tale pubblicità, da tali e compromettenti elogi e da spiegazioni tanto scarse che, salvo chiarimenti, non dovrebbe venir raccolta dal dirigente sindacale. Come prima del 13 dicembre, e in una spirale che il colpo di Stato non è riuscito a rompere nelle sue motivazioni, la tensione politica continua cosi ad aumentare, alimentata dal naufragio economico, dall'assoluta incompatibilità fra due aspirazioni — quella del Paese che vuole il cambiamento e quella del regime che vuole domare il popolo. La differenza fra 11 prima e 11 dopo-13 dicembre è che dopo lo stato di guerra resta soltanto la guerra; e a forza di girarle intorno alla guerra si arriva sempre più vicini. Bernard Guetta Copyright «I a- Monde» e per l'Italia «I.» Stampa»

Persone citate: Bujak, Kiszczak, Rakowski

Luoghi citati: Cracovia, Danzica, Italia, Polonia, Varsavia