Vecchioni: «Canto il cinema perché siamo tutti attori»

Vecchioni: «Canto il cinema perché siamo tutti attori» Dal Tenda di Torino cominciata la sua prima tournée deli'82 Vecchioni: «Canto il cinema perché siamo tutti attori» TORINO — Due lauree — in filosofia e in lettere antiche alla Università Cattolica di Milano — insepnante »di ruolo» al ginnasio, il prof. Roberto Vecchioni si è esibito ieri sera in un concerto a Torino. La prima esibizione pubblica dell'anno, prima tappa di una tournée che lo porterà nelle maggiori città italiane. «Ed è anche la prima volta che canto davanti al pubblico le cose nuove del mio ultimo disco», confessa. Hollywood, Hollywood, il suo ultimo Lp, è nato in «un momento felice, pieno di voglia di vivere, di inventare, di andare avanti». Il disco è ai primi posti delle hit-parade, «una cosa che non mi succedeva da quattro anni», le vendite sono più che soddisfacenti, Vecchioni, tutto nuovo senea la folta barba nera che gli nascondeva metà del viso, è soddisfatto. «Il successo fa sempre piacere, ma in questo caso 11 piacere è doppio. Io le canzoni non le scrivo su ordinazione ma per raccontare quello che sento. Questo disco, perciò, l'ho fatto perché avevo delle cose da dire. E' stato un lavoro lungo: sette mesi di gestazione, quasi come per la nascita di un uomo », concluda sorridendo. Alla base del disco c'è dell'ottimismo, la voglia di affrontare il mondo positivamente, sia pure partendo da una nostalgia affettuosa per un mondo rappresentato dai vecchi films, per un cinema, che non c'è più. «Ma un cinema che ci appartiene, che fa parte della memoria di tutti, delle nostre esperienze, della nostra educazione sentimentale. Amo molto il cinema, lo amo da sempre — confessa il cantautore — perché in fondo i films sono momenti di vita passata, visti con un sorriso, come le vecchie foto di un album di famiglia». Secondo Vecchioni «la stessa vita non è altro che un film di cui slamo registi o comparse. E' anche il migliore del film possibili». La prima parie del suo nuovo spettacolo — uno spettacolo lunghissimo perché, confida Vecchioni, «lo so meominclare ma non mi riesce mal di finire» —si rifa tutta allecanzoni di Hollywood, Hollywood e una scarna, essenziale scenografia (alte sagome di personaggi che ballano il tip-tap in cui i cinefili potranno-riconoscere sen^a esitazione Ginger Rogers e Fred Astaire), richiama alla memoria degli spettatori le vecchie pellicole degli Anni 50. Il poeta silenzioso di Samarcanda ha abbandonato le tristezze e ritrovato il gusto di vivere, di sperare? •Io non sono pessimista — dice — probabilmente sono molto più divertente come Insegnante che come musicista. Questo disco è nato in un momento felice, ma rispecchia anche la mia natura». Anni fa Vecchioni fu coinvolto in una faccenda di droga. Una storia assurda, brutta. Un'esperienza amara. «Ma costruttiva — commenta —. All'inizio mi sono sentito per un attimo Isolato. Poi ho scoperto 1 veri amici». In che modo? «E' stato semplice: in quel periodo ho ricevuto molti telegrammi. Troppi, forse. LI ho divisi In due mucchi. In uno, quelli che mi hanno scritto subito, al rno-, mento dell'arresto, quando' venivo Indicato come un Ignobile spacciatore, nell'altro quelli che si sono fatti vivi dopo, quando l'accusa è stata ritratta. Facile capire In che mucchio stavano gli amici veri». f.for. J ■ V >- ..... ....>...-. Vecchioni è ora sen/a barba

Persone citate: Fred Astaire, Ginger Rogers, Roberto Vecchioni, Vecchioni

Luoghi citati: Hollywood, Milano, Torino