La «marcia» del 5 giugno per fa pace porta tempesta nei sindacati italiani di Ezio Mauro
La «marcia» del 5 giugno per fa pace porta tempesta nei sindacati italiani Dure polemiche dopo l'adesione di 5 segretari Cgil contro la decisione del vertice confederale La «marcia» del 5 giugno per fa pace porta tempesta nei sindacati italiani ROMA - «Dorerà essere una marcia per la pace, rischia di diventare uno psicodramma da cui il sindacato esce con le ossa rotte., denuncia Fausto Vigevani, membro della segreteria Cgil, socialista. 'Peggio: è un gran pasticcio — aggiunge Giorgio Benvenuto, segretario generale delia Uil — una situazione paradossale. Prima tutto il sindacato dice no alla manifestazione pacifista del 5 giugno perché la piattaforma non convince né la Cgil, né la Cisl né la Uil. Poi. ecco che cinque segretari della Cgil firmano l'adesione alla marcia, perché ■la piattaforma è cambiata: non tanto da far cambiare idea alla Cgil, ma quanto basta per strappare la loro adesione. Cosa rispondere? Una cosa sola: la Uil, come la Cisl, non marcia il 5 giugno, resta fedele alla lettera spedita da me, Lama e Camiti ai promotori della manifestazione. Se altri hanno cambiato idea, tocca a loro spiegare il perché di Questo dietro-front a sorpresa, che divide il sindacato-. Ad aver cambiato idea, secondo l'accusa di Benvenuto, sono Trentin, Garavlni, Tortura. Militello. Giovannini e Magno, che hanno aderito a titolo oersonale al secondo «manilesto» proposto dal •Coordinamento nazionale Per la pace», il comitato che ha indetto la manifestazione di Roma, in occasione della visita del presidente Reagan. Ma le accuse della Uil, sotto sotto, riguardano anche Luciano Lama: il segretario generale della Cgil non ha dato la sua firma alla piattaforma della manifestazione, ma ha dichiarato di ritenere .legittima, l'adesione e la partecipazione alla marcia del 5 giugno, •nei cut confronti — ha ag giunto — le confederazioni sindacali non possono avere preclusioni». La Uil gli risponde con una nota polemica: «CimerautoHa che Lama possa pensare che l'improvviso cambiamento di linea della Cgil rispetto alla manifestazione del 5 giugno Possa trovare consensi nella federazione unitaria quando na già provocato una lacerazione all'interno della sua stesso organlzazione sindacate». Non solo: secondo la Uil, ■'o scelto di alcune componenti della Cgil fa nascere il sospetto che antichi richiami abbiano prevalsa-. Cosa vuol dire questo accenno agli «antichirichiami»? E un'accusa alla componente comunista della Cgil di sudditanza al pel? .lo non parlo di sudditanza — spiega Benvenuto —: ma temo che sull'improvvisa decisione di partecipare alla marcia presa da cin9"e dirigenti della Cgil abbia Pesato, e molto, l'adesione del P« o questa manifestazione». 'Sono accuse che non vale nemmeno la pena di raccoens;e ~ risponde Michele «agno, responsabile dell'utfl» relazioni internazionali oe.ia Cgi), che ha gestito questa vicenda —. Ognuno è padrone delle proprie opinioni. E 2 aaw*ro ouolcuno ha opini°ni di questo genere, se le Knga. noi non rispondiamo Io ho aderito alla marcia perché il secondo documento proposto dal comitato promotore era profondamente diverso nel tono, nei contenuti, in tutta l'impostazione politica dal primo, a cui avevamo dato anche noi della Cgil risposta negativa. Mi stupisco che altri compagni non sappiano leggere queste differenze». «Afa quali differenze — si chiede Renzo1 Canciani, responsabile dei problemi internazionali della Uil —, quali novità?Diciamo la verità: anche nel secondo documento c'è un silenzio inaccettabile sulla Polonia, sul Salvador, sull'Afghanistan, sulla Turchia». La marcia del 5 giugno, dunque, divide il sindacato, e anche la sinistra. Craxi. ieri, in un discorso a Roma ha detto che «non rendono un buon servizio alla pace le manifestazioni di ostilità verso il nostro maggiore alleato, proprio mentre la pressione in favore della pace richiede un forte equilibrio». .Chi organizza campagne pacifiste a senso unico — aggiunge Craxi — mostra la corda di una posizione tutt'altro che chiara». E Pannelli. In una conferenza stampa, ha spiegato che 1 ra¬ dicali non parteciperanno alla marcia: .L'augurio che noi facciamo — ha detto — è che una generica manifestazione stile Anni SO si trasformi invece in un'iniziativa concreta con l'obiettivo di salvare almeno 3 milioni di esseri umani tra coloro che saranno altrimenti sterminati per/ante». .Sinistra divisa, sindacato diviso — commenta Fausto Vigevani, della segreteria Cgil —. Perché siamo giunti a questo punto? E' sempre piti fitto il mistero. I segretari della Cgil che hanno firmato, dovrebbero spiegare perché lo hanno fatto, mettendo Lama in una situazione di imbarazzo, preso com'è tra due fuochi: da un lato, lo schieramento a favore della marcia della componente comunista della Cgil, dall'altro lato la sua firma sotto la lettera della federazione unitaria che diceva no a quella manifestazione». Lama, ieri sera, è di nuovo intervenuto per raffreddare la polemica: -Su un tema di tanta importanza — ha detto — è comprensibile che esistano differenze di posizione, anche se la Cgil e la federazione hanno assunto e mantengono, sul merito di tale questione, una stretta e significativa unità». Ogni lacerazione, ha aggiunto Lama .inciderebbe negativamente sullo scontro in atto con la Confindustria. Ma per la componente socialista della Cgil. il caso della marcia per la pace non è affatto chiuso. Da Napoli, arriva una durissima dichiarazione di Agostino Marlanetti: .Avevamo giudicato tutti insieme l'inaccettabilità della manifestazione del 5 giugno: due giorni dopo il pollo è stato battezzato pesce e lo si è giù dicato mangiabile da parte comunista. Considero l'operazione una delle più mistificanti a cui ho potuto assistere: .Per me — aggiunge Ma rlanettl — lo spazio dove ope rare resta quello della federa zione Cgil, Cisl e Vii. A questo punto, viste le polemiche e le forti tensioni, i voti a maggioranza che si sviluppano nell'organizzazione, tanto vale affidare il chiarimento al comitato direttivo della Cgil convoca to per il 3 giugno». Ezio Mauro
Luoghi citati: Afghanistan, Napoli, Polonia, Roma, Turchia
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