Chiare, fresche, dolci acque inquinate e scarse

Chiare, fresche, dolci acque inquinate e scarse Chiare, fresche, dolci acque inquinate e scarse disponibilità sono terrificanti. L'«Envlronment Liaison Centre» dell'Unep, il Programma Ambiente delle Nazioni Unite, ha recentemente pubblicato alcuni di questi dati in un numero speciale di «Ecoforum». Sebbene 11 nostro pianeta sia ricoperto per 1 tre quarti della sua superficie dall'acqua, il 70 per cento della popolazione umana sopravvive senza acqua pulita. 250 milioni di persone l'anno soffrono problemi di salute, dovuti a un insoddisfacente disponibilità d'acqua o ad acqua insalubre; 25.000 persone muoiono ogni giorno a causa delle malattie legate a tale situazione. In Africa ed In Asia, dove la crisi d'acqua è molto acuta, meno del 20 per cento della popolazione ha acces- * so a rifornimenti di acqua. Tifo, colera e dissenteria amebica sono tra le principali malattie che derivano dalla mancanza di acqua pulita; ma purtroppo molte altre malattie legate In qualche modo all'acqua e al suo uso sono diffuse e colpiscono moltissime persone. Circa 850 milioni di perso¬ ne vivono in zone in cui la malaria è stata solo parzialmente debellata ed altri 350 milioni in zone dove non sono stati realizzati seri sforzi per contenerla. La schistosomiasi o bilharziosi è una malattia endemica in circa 70 Paesi dove si ritiene colpisca circa 200 milioni di persone. E' provocata da un parassita, un verme trasmesso da molluschi di acqua dolce. L'oncocercosl detta anche «cecità dei fiumi» è causata da un verme nematode, le cui larve si annidano In alcuni insetti dell'ordine dei dltteii, famiglia slmulidi. In certe aree dove questa malattia è endemica più del 20 per cento della popolazione umana adulta può essere resa cieca da tale malattia. L'acqua è una fonte essenziale di vita ed è fondamentale per tutte le attività umane, agricole ed industriali. Le riserve complessive d'acqua dolce del mondo ammontano a più di 37 milioni di chilometri cubi, una quantità che può essere paragonata a 10 volte quella contenuta nel Mediterraneo. Più del tre quarti di quest'acqua è rappresentata da ghiacciai e ghiacci polari, il cui sfruttamento, oltre ad essere al di là della portata delle attuali tecnologie, non è affatto consigliabile, considerati gli sconvolgimenti climatici ed ambientali che potrebbe arrecare. Quasi tutto il resto è rappresentato dall'acqua contenuta nelle falde acquifere sotterranee, che sicuramente non sono state ancora sfruttate in maniera totalmente intensiva, cosa che comporterà inevitabilmente altri sconvolgimenti e danni notevoli, e che, in ogni caso, sono soggette all'Inquinamento dovuto dalle attività umane. Quelle che attualmente sono le maggiori fonti di approvvigionamento e cioè le acque del laghi, dei fiumi e il vapor d'acqua dell'atmosfera, rappresentano meno dell'I per cento del totale. Come ricorda Robert Ambroggi, consigliere scientifico della Fao, le riserve idriche del mondo effettive utilizzabili per 1 bisogni umani possono essere stimate intorno ai 9000 chilometri cubi l'anno. Per mantenere un'accettabile qualità della vita, una società dovrebbe fornire ai suoi membri circa 30 metri cubi d'acqua l'anno per persona per il consumo domestico diretto. Altri 20 metri cubi d'acqua l'anno per persona dovrebbero coprire le esigenze dell'industria, mentre quelle agricole sono molto superiori, aggirandosi tra i 300 ed i 400 metri cubi d'acqua per persona l'anno (anche se una buona parte di queste esigenze può essere direttamente soddisfatta dalle precipitazioni atmosferiche). Questo in teoria. In pratica, come sempre, la situazione è molto diversa. Per esempio 1 contadini del Madagascar Sudoccidentale sopravvivono con meno di due metri cubi d'acqua a testa per anno, poco più del minimo biologico. Negli Stati Uniti e in altri Paesi industrializzati, il consumo di acqua per la popolazione urbana è di 180 metri cubi d'acqua l'anno per persona. La conferenza mondiale sull'acqua tenutasi a Mar del Piata in Argentina nel 1977 elaborò un programma dal costo di 200 miliardi di dollari circa, per evitare autentiche tragedie umane dal risvolti imprevedibili da qui al 2000. E' un'altra delle grandi sfide del nostro futuro. Gianfranco Bologna L'acqua dai pozzi, o dal Nilo stesso, veniva sollevata con i! sistema dello «shaduf», ancora oggi in uso in certe zone come ai tempi degli antichi egizi. Un recipiente viene sospeso a una lunga stanga equilibrata all'altra estremità da un contrappeso. L'uomo, tirando la fune, fa scendere il secchio: quindi il contrappeso lo solleva colmo d'acqua, per svuotarlo sul terreno o in un piccolo canale che porta l'acqua nel luogo desiderato. (Da «Tecnologia, dalle origini al 2000», L. Conti e C. Lamera, A. Mondadori Ed.)

Persone citate: Gianfranco Bologna, L. Conti, Lamera, Robert Ambroggi

Luoghi citati: Africa, Argentina, Asia, Madagascar, Stati Uniti