Per vedere l'Egitto prima di arrivarci

Per vedere l'Egitto prima di arrivarci Per vedere l'Egitto prima di arrivarci Racconta un'antica poesia: «Allorché Dio creò le cose, a ognuna ne aggiunse una seconda. Vado nel deserto disse la Miseria. Vengo con te disse la Salute. L'Abbondanza disse: vado in Egitto; T'accompagno disse la Rassegnazione». E la stessa rassegnazione deve accompagnare il turista che si reca in Egitto: ci vuole pazienza e metodo per affrontare l'incredibile abbondanza di antichità (e di egiziani). Per far fronte ai nugoli di ragazzini, bisogna partire da casa con una scorta di penne a sfera, gomme americane, caramelle. Meglio ancora — ma non è facile — sarebbe procurarsi in loco un bel po' di moneta spicciola. Invece per non capitolare di fronte alla selva di divinità e faraoni con nomi esotici e impronunciabili, è necessario leggere ed informarsi sui costmni degli antichi egizi prima dipartire. Soltanto cosi si riuscirà a gustare un viaggio che a causa del clima, degli spostamenti, della densità e dell'importanza dei monumenti assorbirà quasi tutte le vostre energie, lasciandovi ben poco tempo per riordinare impressioni e di-1 nastie. In un paese come l'Egitto, dove l'avventura dei faraoni è iniziata 3000 anni a. C, è «normale» che capiti di visitare nella stessa mattinata il Tempio di Philae del IV sec. a. Ce l'obelisco incompiuto della regina Hatsceptut, vissuta mille anni prima. Aggirandosi per t templi di Karnak, dove ogni faraone dal 2060 al 700 a. C. ha costruito qualcosa, si finirà ubriachi di archeologia. Così pure nella Valle dei Re: dopo la visita della terza o quarta tomba si sarà convinti che le maledizioni contro i profanatori di tombe stanno sottendo il loro effetto. Anche ad Abu Simbel c'è il rischio di restare sopraffatti: tra aereo, trasbordo in corriera, confusione e caldo, stupore per l'ardire degli antichi costruttori e dei nuovi mtrapiantatori», manca il tempo per gustare a fondo il sito. Non mancano testi per allenarsi a scoprire l'Egitto: ce ne sono per tutta gusti e per tutte le tasche. Monografie «faraoniche» come quella di Silvio Curto, L'antico Egitto. (Utet, Torino, pp. 705, L. 50.000), attenta ai vari aspetti della complessa civiltà del Nilo, o quella di Sergio Donadoni, L'Egitto (Utet, pp. 341, L. 42.000), dedicata soprattutto alla storia dell'arte egizia. Si trovano saggi come quello di Alan Gardiner. La civiltà egizia ("Einaudi, pp. 438, L. 25.000) o di Federico A. Arborio Metta, L'Egitto dei faraoni (Mursia, pp. 480, L. 18.000). Vi sono anche tascabili di seria divulgazione: Cyril Aldred, Gli egiziani: tre millenni di civiltà (Newton Compton, pp. 175, L. 4500) e vere guide turistiche dell'Egitto. Oltre a quella edita dalla Valmartina (Firenze, pp. 288, L. 14.000), c'è la recente guida pubblicata dai Fratelli Fabbri (pp. 271, L. 15.000) e la recentissima Guida all'Egitto, scritta l'anno scorso da tre francesi. Marie-Franco Duval, Evelyne Husson e Annie Gasse, e tradotta quest'anno dalla SugarCo (pp. 294, L. 10.000). Con strumenti come questi, l'ultima menzionata arriva al dopo-Sadat, il turista può conoscere a distanza anche il paese moderno, l'Egitto che per primo vedrà scendendo all'aeroporto di Heliopolis. L'Egitto sovrappopolato della mancia forzata, l'Egitto in via di industrializzazione che, imbrigliato il limo del Nilo ad Assuan, impianta fabbriche di concimi chimici, l'Egitto che irriga il deserto e copre di case le fertili terre del Delta. Carla Marello .

Persone citate: Alan Gardiner, Annie Gasse, Carla Marello, Cyril Aldred, Einaudi, Evelyne Husson, Federico A. Arborio, Franco Duval, Sergio Donadoni, Silvio Curto