Scavando tra le quinte della storia di Carlo Tullio AltanGiuseppe Galasso

Scavando tra le quinte della storia Galasso e il Mezzogiorno Scavando tra le quinte della storia 15 INCONTRO non sempre facile fra storiografia e . scienze sociali ha avuto, fra le sue conseguenze più rilevanti, quella di rivelare i limiti della storiografia tradizionale, di tipo politico istituzionale, quando debba affrontare i problemi complessi delle grandi società moderne, che hanno risvolti sociali, psicologici, culturali ed economici, senza tener conto dei quali essi si fanno indecifrabili. Questo incontro si è avuto in Italia in ritardo, in rapporto ad altri Paesi, e in misura ancora parziale. Uno degli storici che ha contribuito di più alla sua realizzazione è stato, di certo, Giuseppe Galasso, del quale è appena uscito il volume L'altra Europa. Per un'antropologia storica del Mezzogiorno d'Italia. Il campo delle ricerche nel quale Galasso si è mosso in prevalenza, la storia sociale del Mezzogiorno, per la sua stessa natura, gli imponeva un ampliamento radicale nei criteri di approccio alla realtà storica, che egli ha sviluppato in concreto affrontando in modo particolare i temi della società contadina, dei processi di modernizzazione, degli insediamenti urbani sul territorio, della carenza di capacità imprenditoriali di tipo . moderno, della religiosità popolare, del formarsi di stereotipi sul carattere regionale. Dalla sua analisi emerge un interesse di fondo, che attiene al modo in cui dobbiamo accostarci a questa varietà di aspetti della realtà meridionale e non solo di questa, in una prospettiva critica unificante, e non frammentarla e dispersiva. Questo proposito è già chiaramente delineato nell'Introduzione del volume, nella quale si sottolinea la necessità di intendere i rapporti fra cultura e società, collocandoli nel quadro di una visione unitaria delle diverse dimensioni del sociale nella storia. Il suo discorso ruota attorno ad un interrogativo di fondo: «Si scopre qui vn punto fondamentale del discorso antropologico, così come di quello storico, psicologico, sociologico, etc. Fino a qual punto ciò che appare come "struttura", dato permanente, segmentazione orizzontale della vicenda e della natura umana è veramente tale, e in qual misura è, invece, effetto di combinazioni, di situazioni, di risposte ad alta frequenza statistica?» (pag. 433>. In altri termini il quesito potrebbe essere cosi formulato: in che misura ciò che appare come una struttura è al tempo stesso una congiuntura? Questo non è un problema astratto, né un problema da poco, perché hu riflessi precisi su tutta un'altra serie di problemi fra i più scottanti delle società moderne, primo fra tutti su quello relativo ai processi di modernizzazione, «un fenomeno che investe complessivamente società, culture, civiltà» (pag. 220), e che non è quindi concepibile come qualcosa di unilaterale e di settoriale, che riguardi solo l'economia, ma l'insieme della società. Ognuna di queste società è il risultato di un equilibrio più o meno precario fra componenti diverse, una struttura-congiuntura appunto, che la modernizzazione sovverte, per sospingere l'insieme verso un nuovo equilibrio. «Ma l'equilibrio al quale volta per volta, in ciascun tempo e in ciascuna società, mettono capo i fattori di discontinuità di cui consiste tale processo di modernizzazione è un equilibrio nel quale la rottura prodotta dall'innovazione su questo o su quel piano riceve un compenso e/o viene posta in una tensione più o meno lacerante con la vischiosità complessiva del contesto sociale, con le permanenze e le resistenze agenti sullo stesso piano dell'innovazione o su altri plani del contesto» (pag. 223). L'innovazione che si produca cioè in un settore della realtà sociale, o trascina con sé il resto verso una nuova armonia, o crea delle tensioni e dei conflitti che possono essere laceranti Tali conflitti costituiscono purtroppo una larga parte del fenomeni della storia che stiamo vivendo in questi anni, e che non sono leggibili solo alla luce di una schematica dicotomia di classe, perché sono prodotti dalla dinamica suscitata dallo scontro fra il passato ed il presente, nelle loro inedite, molteplici incarnazioni, in vista di un equilibrio futuro affatto garantito. Il volume del Galasso ci sembra un contributo notevole per giungere ad una definizione della natura profonda di tali conflitti, in quanto ci invita a rivedere criticamente tante nostre abitudini mentali, e ad uscire dal chiuso e limitato campo dei nostri lavori specializzati, per contribuire ad un più vasto e più utile discorso comune. Carlo Tullio Altan Giuseppe Galasso, L'altra Europa, Oscar Mondadori, 492 pagine, 10.000 lire.

Persone citate: Fino, Galasso, Giuseppe Galasso

Luoghi citati: Europa, Italia