Due colture che hanno segnato la storia dell'America Latina
Due colture che hanno segnato la storia dell'America Latina Anno 116 - Numero 100 - Sabato 15 Maggi E) n;or«iu nucvo» di Scola palese quanto efficace — tra verità e intenzione che anima le pagine autobiografiche del suo capolavoro, quel •Monsleur Nicolas» che si presenta sotto l'insegna dell'ingenuità più disarmante . («Io qui mi mostro senza veli; sono il signor Nicolas; non voglio travisare nulla; la mia sarà l'anatomia di un uomo comune come l'opera di Jean-Jacques Rousseau è stata quella di un grand'uomo.). Se l'impasto, almeno in questo caso, risulta dei più appetibili, è perché Restif trova nel tono della confessione la misura che fonda un contrapposto e parallelo bisogno di raffigurazione minuta e completa della realtà con le sue tendenze visionarie, tanto più che queste qui non sono più servite dall'immaginazione sfrenata, come nella «Scoperta australe», ma imbrigliate abilmente per dar corpo a fantasmi erotici e a manie di persecuzione. Ma il contrasto non potrebbe essere più vivace ed è un bel paradosso che sia proprio un utopista e un sognatore il testimone più accreditato della società francese nella seconda metà del Settecento, uno dei pochi a cui gli storici di professione accettino di richiamarsi, almeno per gli ambienti in cui ha consumato la sua travagliata esistenza (la campagna borgognona dell'infanzia, i laboratori di un'arte tipografica straordinariamente attiva sia in provincia che nella capitale, gli interni domestici e le strade di una Parigi artigiana e plebea) e per le vicende a cui gli è toccato di assistere, dall'Ancien Regime alla Rivoluzione e oltre. Ma è un testimone *sui generis», che falsa la realtà per eccesso di fedeltà e che, in uno scrupolo di restituzione totale, livella e appiattisce ciò che nella realtà ha differenti coloriture e rilievi. Più che un testimone, è uno specchio del suo tempo, incredibilmente affollato e confuso e disperatamente inaccessibile nella sua unica dimensione significativa, che è quella dell'interesse di un «corpus» fatto non sol¬ tanto di libri introvabili, ma di cartacce raccolte per strada, ripulite e poi scritte e delle pietre dell'Ile - Saint Louis segnate nottetempo dai graffiti di questo insonne •gufo spettatore». • Dove cercare dunque il vero Restif in questa foresta inesplorata di parole? Forse proprio in questa sua - libido scribendi», in questo miraggio di superiore, più vera e duratura esistenza che ha perseguito attraverso la mediazione della scrittura, in questo adeguamento cosi fiducioso al principio che •parlare di qualcuno significa aumentarne l'esistenza; tacerne vuol dire aiutarne la morte» da rendere irrimediabilmente derisorie e ingrate le letture rapsodiche dei suoi posteri frettolosi e distratti. Giovanni Bogliolo L'IDEA scrivere un ponderoso saggio sulla sociologia cubana dipendente dal tabacco e dallo zucchero sembra, tutto sommato, poco originale per un antropologo nato a Cuba. Ma la sorpresa di pura fantasia caraibica sta nel fatto di scrivere un saggio del genere in forma letteraria che in altra epoca si sarebbe detta di ^Disputa» o «Bistìccio». Scritto con animo illuminato nel 1940 dall'antropologo Fernando Ortiz, scomparso nel 1969 a 88 anni, il Contrapunteo cubano del tabaco y el azucar, è stato scoperto e portato in Italia da Valerio Riva molti anni fa e soltanto ora vede la luce in italiano. Con un po' di coraggio si potrebbe dire che è stato un bene, questo ritardo. Il Contrapunteo del cubano Ortiz non rischia più, ora, dì essere confuso con la massiccia ondata della saggistica di denuncia e di protesta che l'America Latina ha rovesciato sulla cultura occidentale, soprattutto in Europa, in maniera ben poco selettiva. La denuncia e la protesta erano giuste in grandissima parte, ma i toni erano grossolanamente bandistici, un peu pompier, musica che non dispiace da quelle parti. Nato con il flauto, la caria, il delicatamente parossistico Carnavalito andino di solito viene suonato proprio con la banda cittadina, dall'America Centrale fino alla Terra del Fuoco. Il libro dell'antropologo cubano Fernando Ortiz trat- • o 1982 - Tuttolibri nuova serie - Anno Vili - N. 31J Due colture che hanno segnato la storia dell'America Latina A Cuba il tabacco
Persone citate: Fernando Ortiz, Giovanni Bogliolo, Jacques Rousseau, Maggi, Ortiz, Valerio Riva
Luoghi citati: America Centrale, America Latina, Cuba, Europa, Italia, Parigi
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