Uomo e Cane in lotta per una libertà che non avranno mai

Uomo e Cane in lotta per una libertà che non avranno mai Lo spagnolo Figueroa e una nuova collana Uomo e Cane in lotta per una libertà che non avranno mai IL romanzo di Alberto Vazquez-Figueroa, Come un cane rabbioso, si presenta quale opera singolare in una collocazione non comune. La Quinta Stagione della Sei. Si tratta di una collana nuova, destinata agli adulti, ma «con un'attenzione particolare ai "giovani adulti"» (questa la definizione editoriale), importante soprattutto perché punta su aree narrative più fresclie e meno sfruttate del panorama mondiale, su esperienze che appaiono, al tempo stesso, defilate e sintomatiche rispetto a un romanzesco centralizzato e sottoposto, perciò, all'usura della sensibilità. Troviamo nei primi sei titoli, oltre al «Cane rabbioso», opere della senegalese Moriamo. Ba, della tunisina Huguette Perol, della egiziana Penelope Lively, dell'italiano Piero Ca e del già noto inglese Alan Sillitoe. Vazquez-Figueroa è invece nativo delle Canarie, di famiglia antifranchista, giornalista, e autore di successo con due romanzi, Manaos e Ashanti che riprendono temi esotici, legati ai suoi viaggi di corrispondente. Ma Cane rabbioso sembra distaccarsi nettamente da esperienze dirette e convogliare, invece, la passionalità dello scrittore in una rappresentazione più simbolica che concreta del gran dramma dell'America Latina. Tutto quanto sappiamo dei Paesi latinoamericani: la solitudine, la disperazione, le condizioni politiche. la morte quotidiana, le persecuzioni, le torture, le sparizioni, è qui, in questo smilzo libretto, rischiarato da una luce lontana quale è percepibile a chi osservi attraverso un vetro opaco o, addirittura, da un'altra sponda. Tra i personaggi di una narrativa che si è sempre affollata di gente, di nomi, di località, grondanti di umori e di terrestrità, composti e sfatti di presente e di passato, Vazquez-Figueroa ha scelto soltanto un uomo, il prigioniero politico, e un cane. Anzi, il Cane. Uomo (seppur provvisto di un nome) e Cane compaiono qui con la lettera maiuscola, il che conferisce alla vicenda il senso di Mistero o Sacra Rappresentazione di un tlto mostruoso di fuga, di morte e di disperato pellegrinaggio. Mescolato, però, questo simbolismo quasi religioso a un simbolismo di altro tipo (a cui l'autore fa esplicito riferimento), alla Jack London, dove il cane è depositario altrettanto qualificato dell'uomo delle nostre comuni emozioni. ** La storia, in breve, riguarda un detenuto politico di un Paese sudamericano imprecisato, forse nella zona dei Caraibi: detenuto da anni in campo di lavoro e di torture varie (lo spaccare delle pietre, il caldo tropicale, la «piaga» biblica delle zanzare) egli riesce un giorno a fuggire uccidendo il sorvegliante. Uccisa la Guardia, rimane il Cane, nella cui mente è stato impresso, in forma indelebile, l'ordine di uccidere il prigioniero. Il Cane si trasforma, da quel momento, nel nemico, nel persecutore, più inesorabile e crudele del padrone morto, e la vicenda, fuga attraverso villaggi abbandonati, ritorno alla città e alla clandestinità, è offerta in modo alternato attraverso la visione del prigioniero e quella del cane. Ambedue, infatti (tale sembra il senso della parabola), sono protagonisti, anzi, vittime di un mondo dove il male è endemico, il sacrificio appare follia, e, una volta ammazzato un tiranno, ne arriva subito un altro. Il libro sarebbe, fondato sulla disperazione se, al contrario di quanto accade in altre opere latinoamericane die attingono alla loro stessa unicità, non fosse continuamente stimolato dal desiderio di trasformare la disperazione stessa in cibo umano comune, in favola, in allegoria che trascenda l'orrendo presente. Potrebbe anche chiamarsi romanzo d'avventure, nel senso di «lotta con il molteplice e con l'ignoto» (è una definizione di Claudio Magris) se il prigioniero riuscisse davvero a tornare a casa e il cane, invece, non gli apparisse alla fine come la paura, la stanchezza, il suo stesso astio per la vita, dopo una battaglia che, in ogni caso, lo ha visto perdente. Angela Bianchini Alberto Vazquez-Figueroa, Come un cane rabbioso, Sei, pagine 144, lire 5000.

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