I protagonisti ancora una volta alla sbarra

I protagonisti ancora una volta alla sbarra I protagonisti ancora una volta alla sbarra Ronconi l'evasa Susanna Ronconi, figlia di un ufficiale dell'aeronautica di Pavia, amica di Fabrizio Pelli morto in carcere per leucemia, è una terrorista della prima ora. Il suo nome è saltato fuori la prima volta quando la polizia facendo irruzione in un covo delle «Brigate rosse» ha trovato armi, documenti e una sua cartella cllnica con il risultato di alcune visite ginecologiche. La clandestinità è stata una scelta obbligata. La mantenevano Marco Donat-Cattin e compagni che facevano la colletta fra loro. Poi hanno imparato a rapinare le banche. E' indicata come componente del «commando» che ha ucciso il brigadiere Ciotta, il criminologo napoletano Paolella, William Waccher, amico del terroristi ma in odore di tradimento. Ha partecipato alla rapina alla banca di Druento quando è stato ammazzato il vigile Mana. ha organizzato l'esecuzione del barista Carmine Clvltate. Nel processo dello scorso anno ha tenuto in pugno la leadership del gruppo. Ha scritto comunicati e 11 ha letti. Ha assicurato che il «proletariato non può essere tenuto dietro le sbarre». A gennaio è scappata dalla prigione con tre amiche: la Blancamano, Marina Premoli e la Meroni. Pi Giacomo la vittima Lucio «Pio» Di Giacomo, è una vittima del terrorismo. Vittima perché la logica perversa della violenza gli ha messo nelle mani le armi e lo ìia spinto ad usarle per uccidere improbabili «nemici di classe». Vittima perché dopo la rapina di Siena, nel conflitto a fuoco con i carabinieri dì Monteroni d'Arbia, è stato ammazzato da una raffica di mitra. Al processo di primo grado era latitante ed è stato condannato contumace a dieci anni di carcere. Per l'appello il suo nome è stato depennato. Il fascicolo di accuse die lo riguardano è chiuso dal disegno di croce tracciato con il pennarello rosso. All'inizio si è occupato di incarichi marginali. Quando si preparava l'assassinio di Carmine Civitate doveva trovare biciclette e moto per consentire al «commando» dì allontanarsi dal luogo del delitto. Ma poi ha fatto carriera. «Prima linea», nella riunione di Parma, ha deciso die Lucio Di Giacomo doveva diventare un capitano a tempo pieno dell'organizzazione. E lui lia obbedito. Si è trasferito prima a Milano poi a Taranto. Vita nuova: nome nuovo. Lucio Di Giacomo non era più il comandan-. te Pio ma il colonnello Cristiano. Sondalo il pentito Roberto Sandalo, 25 anni, ex studente di medicina, ex studente di legge, sottotenente di complemento degli alpini, amico di Marco DonatCattin è il «pentitissimo» di «Prima linea». Come Patrizio Peci va in tribunale ad accusare e ad accusarsi: imputato e testimone. La storia dell'organizzazione del terrore l'ha dettata ai giudici che l'hanno interrogato. Un giorno e due notti quasi senza riposo la prima puntata: ore e ore di colloqui tradotti in verbale gli altri capitoli. Ha detto tutto: chi erano i «capi» e chi i gregari, come si chiamavano ì fiandieggiatori e dove erano nascoste le armi. Nella primavera del 1980 «Prima linea» è stata fatta a pezzi dalle sue confessioni. E l'esempio di Roberto Sandalo ha fatto scuola. Dopo di lui lia parlato Michele Viscardi die delle bande armate conosceva parecchio, Marco Donat-Cattin, Roberto Vacca, Sergio Zedda, Alfredo Marangon. I soldati del terrore sono stati arrestati uno ad uno: attorno a «Prima linea» in Piemonte è stata fatta terra bruciata. Gli stessi inquirenti hanno definito il suo contributo «eccezionale». I «duri» dell'organizzazione lo chiamano «infame». Bignami il killer Romagnolo, 31 anni compiuti il 9 marzo, Maurice Bignami, amico e seguace del professor Tony Negri, è diventato 11 comandante Davide di «Prima linea». A Torino faceva parte del gruppo di fuoco e del comando politico: era lui a rappresentare il Piemonte nel comando nazionale. La sua pistola era sempre pronta a sparare. Sei colpi nella pancia di Carmine Clvitale, il barista di Madonna di Campagna sospettato (a torto) di aver chiamato la polizia quando sono stati sorpresi Matteo Caggegl e Barbara Azzaronl, A quell'uomo «armato» di vassoio e di tre tazzine di caffè è stato capace di vomitare addosso le pallottole di un intero caricatore. Bignami ha organizzato l'agguato contro l'agente Lorusso. Ed è stato lui che per essere ben sicuro di averlo ucciso gli ha dato 11 colpo di grazia sparandogli una rivoltellata dietro l'orecchio a due spanne di distanza. Un killer. Dopo aver ammazzato (con Fabrizio Gial) il dirigente della Fiat Ghiglieno è tornato sull'auto (guidata da Roberto Sandalo) e, come i protagonisti delle pellicole americane, si è infilato la canna della pistola nella cinghia del pantaloni: «Okay, vecchio, torniamo pure a casa».

Luoghi citati: Milano, Pavia, Piemonte, Siena, Sondalo, Taranto, Torino