Nessuno tanto amato vincendo così poco

Nessuno tanto amato vincendo così poco Nessuno tanto amato vincendo così poco A 20 anni in motoslitta, a 25 in F. 1 - Piacevano il suo coraggio e il suo impegno - Dopo alcuni voli fuori pista lo chiamarono «l'aviatore»: un soprannome che oggi suona tragicamente - Le tappe della carriera Aveva appena vent'anni e già correva ai duecento all'ora sulle motosli'.ie, in Canada, dov'era nato il 18 gennaio del 1952 a Chambly, nel Quebec. Ne aveva 23 quando vinse il campionato di Formula Atlantic: 11 gare 11 volte più veloce In prova, 10 vittorie. Ne aveva 25 quando Enzo Ferrari lo vide in televisione mentre cpgssnscsmcorreva a Silverstone il suo j aprimo gran premio di Formu- ala 1 su una McLaren. Poche ' tsettimane dopo Gilles Ville- Dneuve divenne senza quasi uvolerlo il pilota piti famoso in i tItalia. Perché Ferrari Io ave-1 dva scelto» E chi era? E come avrebbe potuto, cosi inesperto, cosi sconosciuto, rimpiazzare un campione come Lauda? A MARANELLO — Tutte queste domande, e anche altre, gli vennero rivolte quan- |do 11 28 settembre del 77 si |presentò per la prima volta 'Msulla pista di Fiorano. Era ar- |rivato dopo un solo gran pre- ^ mio dove altri piloti non sono |riusciti ad arrivare correndo %per tutta la vita. E infatti dls- se: .Non mi sembra possibile, ancora non ci credo*. Gli domandarono come avrebbe latto a colmare la sua lnespe; rienza. Rispose: .Correndo e j provando finché ce ne sarà biI sogno*. Olà quel glrno Ferrari | lo coccolava come un figlio: | dentro di lui aveva forse visto \ cose che altri non vedevano ; ancora: il coraggio, la voglia di lavorare, di lottare, di vincere sempre. L'ESORDIO — Villeneuve | esordi con la Ferrari a MoI sport. Canada, proprio quel; l'anno. Fini con la Ferrari. Fi! ni fuori pista, senza danni, j Andò peggio nella corsa suc\ cessiva, In alappone. Era dlc\ tro a Peterson, 11 pilota che ' più di ogni altro ammirava. | Non frenò In tempo e la sua [ Ferrari si impennò finendo su \ un gruppo di spettatori. Mori\ rono tre persone, altre resta\ rono ferite. Per molti sarebbe * stato un incubo da portare • con sé tutta la vita. Gilles, i qualche mese dopo, disse: Mv».».»»|a,, . .Quelle persone non dovevano trovarsi l\ perché quella era una zona pericolosa, vietata al pubblico. Mi è spiactuto, ma non mi sento responsabi- te». Altri Invece lo ritennero tale e cominciarono 'e poleml- che, 1 dubbi sulle sue qualità, le critiche, spesso Ingiuste, che lo hanno sempre accompagnato. GLI INCIDENTI — A chi gli domandava perché iosse sempre cosi spericolato, rispondeva che le corse finivano solo quando veniva abbassata la bandiera a scacchi e che fino a quel momento lui sentiva di dover dare il massimo. In Olanda, nel "79, rientrò al box su tre pneumatici, dopo aver forato e poi perso il quar to. Poche settimane dopo, a Digione. ingaggiò con Arnoux un duello memorabile, iianca ta contro fiancata La voglia di vincere lo portava spesso fuori pista. Lo chiamavano l'aviatore, lui rispondeva che solo Ferrari poteva giudicare una corsa stando su una pol¬ trona. .E'stato dopo i miei in- : cidenti più gravi — aveva detto — che ho capito chi era ve- ! ramente Enzo Ferrari*. L'unico che riusciva a comprenderlo sempre, a condividerne l'ansia di vincere anche quan- ; do questa lo portava contro un guard rail. COME NUVOLARI — Vii- : leneuve aveva corso 68 Grandi Premi, vincendone sei. Era salito per la prima volta sul podio In Austria, nel '78, arri-! vando terzo. Aveva vinto In Canada nello stesso anno. Nel '79 vinse in Sudafrica e due volte negli 8tatl Uniti e arrivò secondo in altre quattro gare. Nell'81 lu primo a Monaco e In Spagna, la sua corsa più bella. 11 suo capolavoro. Meno veloce di altri, riuscì a tenerli tutti Indietro senza commettere scorrettezze, guidando con grande intelligenza. Ferrari disse 11 giorno dopo: -Mi ha fatto rivivere la leggenda di Nuvolari». Fu il complimento più grande, la sua consacrazione a campione. IL MITO — Nessun pilota è stato tanto amato vincendo ; \ i I j I | I l ' cosl poco. Villeneuve nascon- deva il suo coraggio, il suo . grande cuore, dietro a un ; aspetto da bambino indifeso. ! Portava quasi sempre con sé ! la moglie Joanna. qualche \volta 1 figli Jacques e Mela-1 nie. Joanna stava al box. timi- i da. quasi spaesata In un clima ! che forse non sentiva suo e'non capiva, ma pronta ad ac-1 ; cettarlo e a tirarsi da parte \ quando era necessario. In un i mondo che vede coppie forI marsl e sciogliersi ad ogni j Gran Premio, sembravano gli I eterni fidanzatini di Peynet. | Villeneuve piaceva ai tifosi I anche per questo: per la sua l fedeltà, la sua normalità di ' marito e di padre. Un giorno gli domandarono cosa pensa- va della morte. Disse: .E'pos . sitile in ogni corsa, ma se uno ; ci pensasse sempre non corre ! rebbe. A me importa soprat ! tutto essere tranquillo per il \fu turo dei miei cari. Ho già 1 previsto il peggio, ma ho gua i dagnato tanti soldi, e non ne ! ho sprecati. Dopo sei mesi, un 'anno, mi dimenticheranno». 1 Vittorio Sabadin

Luoghi citati: Austria, Canada, Maranello, Monaco, Olanda, Silverstone, Spagna