Suicidio: così dopo tre mesi i periti spiegano il «giallo della baronessa»

Suicidio: così dopo tre mesi i periti spiegano il «giallo della baronessa» La donna uccisa da un colpo di pistola nella sua villa a Rapallo Suicidio: così dopo tre mesi i periti spiegano il «giallo della baronessa» Si sospettava un delitto perché l'arma era chiusa in un cassetto - Marito e figlio arrestati e subito scarcerati - Ora si sono trovate tracce di «residui combusti» sulla mano della vittima RAPALLO — Il mistero è durato tre mesi, 11 tempo necessario perché sofisticate perizie stabilissero che la baronessa Rosalba Daniele d'Acquaviva, 41 anni, si è tolta la vita sparandosi un colpo di rivoltella al capo. Le ultime analisi sono state compiute dal professor Mario Tavani dell'Università di Pavia, 11 quale, attraverso la ricerca di attivazione neutronica, avrebbe portato um appoggio tecnico determinante alla tesi del suicidio. Da Pavia, le perizie saranno consegnate alla Procura della Repubblica di Chiavari nelle prossime ore, ma da indiscrezioni pare certo che non ci fu un assassinio, quella sera a «villa Gelsomino, di Rapallo. L'analisi del professor Tavani avrebbe infatti rilevato sulla mano destra e sugli abiti della baronessa la presenza di «residui combusti» sfuggiti alle precedenti ricerche, confermando quanto stabili l'autopsia compiuta dal professor Marcello Canale sulla base della traiettoria del prolettile «tipica del suicidio, anche a giudicare dalla bruciatura alla tempia». Uno fra 1 primi ad essere informato della conclusione delle ricerche all'Università di Pavia è stato il barone Guido Scalese d'Acquaviva, 71 anni, che avrebbe dichiarato ad alcuni amici del club ippico di Rapallo, di cui è stato presidente: «Sparisce un sospetto infame, rimane 11 dolore per la perdita di Rosalba». Novanta giorni di polemiche e di dubbi ed ora — si ritiene — la soluzione, arrivata dopo un complicato itinerario di Indagini e di diaboliche circostanze. La tragedia avvenne poco ! dopo le ore 22 dell'8 febbraio scorso in una delle ville più esclusive della collina di Rapallo. Dopo cena, la baronessa era salita nella sua camera, al primo piano. Nel salone al piano terra erano rimasti il marito e 11 figlio, Massimo, 21 anni. Si è parlato molto della presenza, quella sera, di un amico del giovane, ma la circostanza non è mai stata provata. Padre e figlio discutono animatamente sull'acquisto, per Massimo, di un'auto spor¬ tiva nuova. All'improvviso, i due avvertono un rumore. Dira il barone: «Come se Rosalba fosse caduta». Invece è un colpo di una «Smith and Wesson 38 special» che ha trapassato la testa della signora, da una tempia all'altra. Un delitto? l'Ipotesi non è affatto scartata, ma inutilmente viene cercato un movente. Il caso esplode clamorosamente nel Golfo Tlgullio dove il barone Guido Scalese è conosctutissimo, e si complica per diversi motivi. Intanto, la rivoltella dalla quale è partito il colpo viene trovata, insanguinata, nel cassetto di un mobile del Seicento. L'analisi del guanto di paraffina non rileva tracce di polvere da sparo e da lo stesso risultato negativo per tre volte. Negative sono anche le ricerche compiute dalla Criminal poi di Roma. Un altro dubbio: possibile che, nella villa silenziosa, 11 barone e il figlio non abbiano udito 11 colpo? «C'era la televisione accesa», dira l'anziano gentiluomo. Guido Scalese d'Acquaviva e Massimo vengono arrestati, ma presto rilasciati per assoluta mancanza di Indizi. Lentamente, affiorano spiegazioni. Sparato il colpo, la baronessa avrebbe lasciato cadere la rivoltella nel cassetto rimasto aperto. Mancanza di tracce di polvere da sparo sulla mano della donna? «L'arma è a tamburo, normalmente non lascia alcuna scoria» affermano all'Istituto di medicina legale. I! barone rivela: «Quella sera giocammo al biliardo, lei «ra tranquilla, parlammo anche di un viaggio». Qualcosa deve essere accaduto nella mente della donna che era in cura per una forte depressione e manifestava frequenti sbalzi di umore. La discussione sull'auto da comprare al figlio (Massimo aveva già avuto un grave incidente) può essere stato l'elemento scatenante? La ricerca delle cause si è fermata sulla soglia della morte. Rimaneva da chiarire «come» Rosalba Daniele d'Acquaviva mori. Dall'Università di Pavia, sarebbe ora arrivata la conferma: sulcl <"o. g.c La baronessa Rosalba d'Acquaviva, di Rapallo

Luoghi citati: Chiavari, Pavia, Rapallo, Roma