II tango fotoromanzato

II tango fotoromanzato II tango fotoromanzato Ricomposta la celebre storia con Marion Brando e Maria Schneider Sotterranei percorsi dell'industria culturale. Nella collana «Cinestory» pubblicata da Lato Side Editori compariranno i più celebri titoli del cinema contemporaneo sotto forma di fotoromanzo dedotto dai fotogrammi del film, originale. Un'iniziativa come tante altre e che dimostra il persistente amore per il cinema attuato in modi più o meno diretti. Se chi rimane tappato in casa a godersi un ciclo di Marilyn Monroe è sostanzialmente un appassionato di cinema piuttosto che una vittima della tv, forse anche chi scorrerà le immagini d'un vecchio successo sentirà il bisogno di ritrovarle nella sede più pertinente. La mdnestory- parte da un lancio modesto, annuncia in circa 300 il numero di fotogrammi per volume, propone con 8500 lire un prezzo medio. Il primo titolo è Casablanca, un classico della retrospettiva, dove il duello tra Humphrey Bogart e Ingrid Bergman concertato dalla regia di Michael Curtiz ha già fatto scorrere fiumi di parole. Dovrebbe essere approvata una legge che impedisse di dare interpretazioni sociologiche e •camp* al film che giustamente Woody Alien ha preso in burletta con Diane Keaton in Provaci ancora. Sani ! A proposito di leggi, qualcosa d'insolito si registra nel secondo volume dedicato a Ultimo tango a Parigi. Il film di Bernardo Bertolucci, dopo una serie di penose vicende giudiziarie, venne considerato osceno nel gennaio del 76 dalla terza sezione della Corte di Cassazione die condannò oltre al regista, il produttore Alberto Grimaldi e gli interpreti Marion Brando e Maria Schneider: due mesi di reclusione e 100 mila lire di multa. La pellicola dovette essere distrutta, aleggiò persino il ricordo dei roghi medioevali. L'intera polemica, durata quattro anni, fu seguita con emotività dall'opinione pubblica: il critico di Momento Sera, Giorgio Polacco, che aveva scritto «Dio, che vergogna essere Italiani, fu licenziato contro la norma contrat- tuale direttamente dall'editore. A poco a poco si allontanò il sentore sulfureo che in qualche modo Ultimo tango a Parigi doveva pure emanare. La sentenza definitiva giungeva quando lo sfruttamento commerciale dell'opera era quasi completato e probabilmente non rifletteva la rapida evoluzione dei costumi in materia sessuale. Una prova dello sconcerto si riscontrò, sempre nel 76, allorché il ministro della Giustizia, Oronzo Reale, salvò dalle fiamme tre copie destinate alla Cineteca Nazionale per i suoi compiti specifici di documentazione a fini estetici e storici della tecnica e del linguaggio. Se Ultimo tango a Parigi ero veramente osceno, non doveva rivestire alcun carattere estetico. Ora dalla Lato Side Editori, secondo l'espediente del manoscritto anonimo che in Italia risale al Manzoni e ai Promessi sposi, apprendiamo che uno sconosciuto ha amorosamente ricomposto il materiale di Bertolucci «per un'ampia e solerte diffusione». E'persino spiritoso il responsabile della • Cinestory» quando si firma Bardo di Ossian. Il Bardo era uno studente scozzese chiamato James McPherson il quale convinse la critica che certe sue divagazioni su antiche ballate gaeliche erano testi rarissimi d'un poeta guerriero del III secolo. C'è dunque nella Lato Side un colto studioso che combatte l'oscurantismo di sempre oppure un disinvolto affarista che blatera contro la censura e le sue mosche cocchiere per essere a posto con la nuova coscienza collettiva? Nella postfazione al volume l'anonimo si paragona a chi mette cautamente le mani su un palinsesto: vediamo l'elenco delle inquadrature originali contrappuntato in corsivo dalle poche sequenze mancanti e scopriamo che non si tratta soltanto d'una manovra per esaltare Brando e Schneider, i due pesi massimi del sesso come li chiamava Norman Mailer sempre esagerato. Che cosa passa insomma tra le mani del lettore? Nulla più d'una serie di fotogrammi oscuri e incompleti, commentati da «balloons» con battute dei dialoghi originali di Bernardo Bertolucci e Franco Arcalli. I famosi particolari del panetto di burro, delle unghie tagliate e dello scandalo al ballo riemergono dai ricordi dello spettatore cinematografico. Nel passaggio dell'autentico linguaggio a quello appiccicato del fotoromanzo hanno tuttavia perso ogni vitalità confondendosi con gli pseudo reportages per soli uomini delle riviste clandestine che circolavano nel dopoguerra. La smorfia di Marion Brando stroncato dall'amante, scissa in tre fotogrammi, si degrada alla banalità d'uno sberleffo. _. _ Piero Perona ... io vengo da'un'eun bullo corno moentralo In un localo sto, o avosse abbocome lo, l'avrebbe ch ... io vengo da'un'epoca in cui': un bullo corno mo, so fosso' entralo In un localo oome quo- i sto, o avosse abbottiate- una: come lo, l'avrebbe chiamato... I Un fotogramma di «Ultimo tango a Parigi»

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