Per il sequestro Baù a Biella bloccati i beni della famiglia

Per il sequestro Baù a Biella bloccati i beni della famiglia - Mentre si diffonde la voce di una richiesta di riscatto Per il sequestro Baù a Biella bloccati i beni della famiglia Gli inquirenti hanno scelto la «linea dura» - Il padre dei due ragazzi: «Posseggo soltanto questa casa, chiedo prestiti, ma non me ne fanno» - L'ipotesi della vendetta DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BIELLA — E' un braccio di ferro. Da una parte i banditi clic tengono In ostaggio due ragazzi e pretendono alto riscatto, dall'altra gli inquirenti clic tentano di sradicare subito questo tipo di criminalità e bloccano cosi i beni della famiglia decidendo per quella clic chiamano la ..linea della fermezza». Dura, certamente, ma l'unica vincente in situazioni del genere. In mezzo, come Ira un'incudine e un martello, una famiglia angosciata, «disposta a lutto il possibile» pur di arrivare a rapida conclusione. Di Filippo Bau, 16 anni, e di sua sorella Simona, 12, non si hanno notizie dal tardo pomeriggio di lunedi 20 dicembre quando i rapitori fecero irruzione nella loro casa. Da quel momento strumento di tortura e di speranza è diventato il telefono: ogni squillo provoca un sobbalzo. ..Ma per fortuna non sono stati molti (lucili clic hanno chiamato, finora-, inorinola Pier Camillo Bau, il padre dei ragazzi, commercialista. ..affermato ma noji ricco». Ma fra quelle telefonale, si dice, una sarebbe quella tanto attesa. Qualche dettaglio avrebbe fatto pensare che, una volta, per pochi istanti, dall'altro capo del filo, non ci sarebbe stato uno stupido alla ricerca di spregevoli emozioni, ma uno dei balordi che tengono in ostaggio i ragazzi. Sarebbe stata indicata una cifra molto alta, si parla di miliardi, forse tre ó forse più. Sulla richiesta tutti tacciono. Pier Camillo Bau parla con flemma, la voce bassa, gli occhi mobilissimi, il volto leso: ••Sinceramente, non ne so niente. Eppure io tutto il giorno sono II, seduto su una sedia, accanto al telefono, da quando loro ìianno portato rio t 7»iei figli. Miliardi! Una richiesta del genere è completamente assurda, fuori dal mondo. Non sono in grado di pagare né quella né una cifra simile. Quello che possiedo è questa casa, che era il mio orgoglio. L'ufficio lussuoso? Ho cercato di arredarlo con cura, ma è tutto apparenza. Quelli devono esser stati male informati. Del resto Ito sempre lavoralo, anche 16 ore al giorno e se fossi ricco damiera, non lo farei. Le parcelle che ricevo annualmente dai miei clienti varianodalle 250 alle 400 mila lire». Ci si chiede, allora, perché una banda di sequestratori che ha certo preparato con cura l'irruzione, abbia individuato in questa famiglia un obiettivo interessante. E' stata avanzata l'ipotesi che sia stata la molla della vendetta a far scattare il sequestro. «Ma io non ho nemici. Autorizzo a scavare nella mia vita, che è pulita, lo assicuro, e finora sono state dette troppe inesattezze. Non lìoglio smentire niente, non m'interessa, altro mi picoccupa». Tace un momento, poi riprende, come rispondendo a se stesso: «No, la vendetta no. Ma non posso neppure fare ipotesi sui sequestratori: so soltanto che sono venuti dal nulla, Itanno preso i miei figli e, con loro, so7io scomparsi nel nulla». Mentre parla, l'uomo passeggia lentamente nel giardi¬ no, arriva alla cassetta della posta, dietro al cancello d'ingresso, prende quattro lettere e se le mette in tasca, dopo uno sguardo distratto. «Non le apro ora, si vede che questi sono biglietti di auguri, di conforto, di solidarietà». Molti, in citta, si son fatti vivi con la lamiglla per assicurare simpatia, osserva Bau. Poi, in un vago sorriso all'angolo della bocca, mormora: ••Certo, tutta la solidarietà di questo mondo. A parole. Ma se si va a chiedere 10 milioni per mettere insieme una cifra qualsiasi, allora le cose cambiano, ti rispondono die non è il momento, che, purtropppo, hanno dovuto provvedere alla "tredicesima", che sono privi di liquido, cento ragioni diverse». I io indagini proseguono meticolose, ma, assicura il sostituto procuratore Clelia Al¬ legretti, elegantissima e sorridente: «Non ci sta niente di nuovo». Il magistrato coordina il lavoro di polizia, carabinieri e Guardia di Finanza; in una stanza al primo piano di palazzo di giustizia è stata organizzata una ••centrale operativa» dove ogni notizia, o frammento di notizia, viene raccolto ed esaminato. Malavita locale, soprattutto balordi legati al giro della droga, sono stati controllali e un'inchiesta a tappeto è fatta sui vecchi soggiornanti obbligati che in questa zona sono siali «parecchi» e, secondo alcuni inquirenti, hanno lascialo «tracce visibili». «Siamo in una fase di sondaggio», commenta il viecquestore Vincenzo Natale e fa capire che mai. come in questo momento, il silenzio e la prudenza siano preziosi. Vincenzo Tcssandori Quindici persone, rapite nel 1982, finiscono l'anno nelle inani dei sequestratori: Ira loro i fratelli Filippo e Monica Bau, di 16 e 12 anni, scomparsi a Biella da lunedi 20 dicembre (Tclefoto)

Persone citate: Baù, Di Filippo Bau, Monica Bau, Pier Camillo Bau, Vincenzo Natale, Vincenzo Tcssandori

Luoghi citati: Biella