Bisturi nel cuore 1300 volte

Bisturi nel cuore 1300 volte Le necessità del Piemonte secondo la Commissione nazionale Bisturi nel cuore 1300 volte Come raggiungere l'obiettivo: adeguare il Centro del Regina Margherita, sistemare il Blalock, creare un altro Centro (forse a Novara) - Il problema dei laboratori di emodinamica La Commissione nazionale per la cardiochirurgia (ex Commissione Stefanini, ora commissione Puddu) ha dato un'indicazione ufficiale: 'Il Piemonte ha bisogno di mille interventi di cardiochirurgia all'anno, di cui 800 a cuore aperto. Questo per quanto riguarda gli adulti. In più deve attrezzare la cardiochirurgia infantile dell'ospedale Regina Margherita in modo da sopportare 300interventi l'anno»; Per la cardiochirurgia infantile si pensa di costituire 10 centri in Italia, quello piemontese dovrebbe servire un «bacino di utenza» di 6 milioni di persone, più o meno Piemonte, Val d'Aosta e Liguria. La cardiochirurgia del Regina Margherita ha questa statistica: 86 interventi nel '79, di cui 40 a cuore aperto, 59 nell'80 (33 a cuore aperto); 68 (23 a cuore aperto) nell'81, 24 (16) nel 1° quadrimestre di quest'anno. La situazione del centro di cardiochirurgia Blalock è: 438 interventi nel '79, 532 nell'80, 345 nell'81 quando a gennaio l'attività fu sospesa per ragioni igieniche e, dal settembre, ridotta per la ristrutturazione. Nel primo quadrimestre di quest'anno sono stati fatti 113 interventi. Da gennaio dovrebbe cominciare l'attività nella nuova sede e si pensa ad una media di circa 700 operazioni l'anno. Di più le due camere operatorie non consentono. Si pone quindi il problema della seconda cardiochirurgia. Dove? L'orientamento è per Novara, ma la Commissione, nell'incontro che i suoi membri hanno avuto nei giorni scorsi a Roma con l'assessore Bajardi, non si è pronunciata: «L'essenziale è che conti su un'efficace e affiatata équipe di cardiologi, cardiochirurghi ed emodinamìsti». Ecco che spunta il problema sul quale si discute da tempo. «L'emodinamica — dice Bajardi ripetendo una frase della Commissione — va intesa come punto dì partenza per la cardiochirurgia». E quindi difende la decisione di installare quella nuova della Molinette, al piano del Blalock, tra questo Centro e le due divisioni universitarie di cardiologia. «Ma esiste una divisione ospedaliera' — domandiamo all'assessore — quella del prof. Angelino, che la Regione ha designato come punto di riferimento delle emergenze di tutto il Piemonte». «Ci sarà un altro punto di emergenza a Novara — risponde — se faremo lì la nuova cardiochirurgia». Il problema però è molto più ampio. L'emodinamica, cioè l'esame che si fa inserendo nel cuore un catetere che «vede» quel che vi capita dentro, diventa sempre più, a livello europeo al quale si richiama la Commissione ex Stefanini, uno strumento di controllo della terapia. Ultimo esempio: il trattamento di un infartuato. Si tratta di tecniche nuove, con somministrazione immediata, nelle prime ore, di farmaci speciali (11 trattamento è definito di •trombollsi») per ristabilire la circolazione nel vaso ostruito. Ma questa tecnica presuppone un continuo controllo emodinamico. Se ne è parlato l'altra sera alla Cassa di Risparmio in un convegno al quale hanno partecipato anche cardiochirurghi e cardiologi stranieri: il prof. Dor di Nizza, la prof. Brochier di Tour, Sabatier di Nizza, oltre a molti italiani. «Noi abbiamo già fatto nove llll! Il HI III II IHII 11 II II! Ili II lilll II Hill II II MI llll il IH trattamenti di questo genere da novembre a oggi — dice il prof. Angelino — destreggiandoci con un'emodinamica a 300 metri di distanza, con barriere di scale e ascensori. E proprio queste barriere- ci hanno impedito di farne di più». E' un tema, questo delle attrezzature, che la Regione deve affrontare. E a questo pro¬ posito va segnalata l'entrata in funzione da pochissimi giorni, al Maurlziano, di strumenti molto perfezionati per l'esame degli organi interni. Sono gli ecotomografi che l'ospedale ha preso in leasing dalla ditta giapponese Toshiba: due per la divisione di medicina generale del prof. Cugudda, uno per la cardiologia del prof. Parigi, uno per l'o¬ spedale di Valenza e uno per quello di Lanzo. Il meno caro costa 73 milioni, il più caro 181; con la tecnica del leasing vengono ammortizzati in tre anni e poi, considerato il rapido evolversi di questi strumenti, sostituiti. Un ecocardiografo di questo tipo la Divisione delle Molinette lo aspetta da tre anni. Domenico Garbarino