Tracce di droga in un bimbo l'ha «assaggiata» per caso?

Tracce di droga in un bimbo l'ha «assaggiata» per caso? Inchiesta a Lodi sulla vicenda: il piccolo ha 9 anni Tracce di droga in un bimbo l'ha «assaggiata» per caso? La presenza di stupefacenti scoperta durante un ricovero in ospedale - Gli specialisti escludono ogni ipotesi di tossicodipendenza MILANO — Un bambino di nove anni che si droga: la notizia rimbalza dalla prima pagina di un quotidiano. Qualche genitore un po' apprensivo comincia ad allarmarsi, qualche cronista con troppa fantasia parla già di .caramelle all'eroina». Non è la storia — falsa — con cui una giornalista americana conquistò il premio Pulitzer, ma anche In questo caso c'è stata molta esagerazione. Il fatto si svolge a Lodi dove adesso, su incarico della procura della Repubblica, i carabinieri stanno facendo accertamenti per delineare tutti i contorni del caso. Per ora comunque una cosa è certa: l'assunzione di droga (che non si sa come sia avvenuta) è stata un episodio isolato, sia nella vita del bambino che nelle cronache della droga. Il ragazzino, scolaro di terza elementare, venne ricoverato per reumatismi il 16 novembre dell'anno scorso all'ospedale di Lodi. Ai medici la madre raccontò anche che il piccolo ultimamente «era stato un po' strano», aveva cioè alternato momenti di sonnolenza ad altri di eccessiva euforia. I medici fecero gli esami del caso e scoprirono nelle urine tracce di sostanze stupefacenti, in quantità tale da far escludere una semplice «intossicazione da medicinali». Quando dieci giorni dopo il bambino fu dimesso, decisero cosi di farlo controllare da un'assistente sociale, la quale però non notò nulla di anormale: 11 bambino conduceva la stessa vita di tutti 1 suoi coetanei. Forse anche per questo la direzione dell'ospe- dale non presentò denuncia ai carabinieri. L'ipotesi più probabile è che il bambino si sia avvicinato alla droga nell'ambito della zona dove vive: una zona definita dagli inquirenti - balorda», frequentata da molti tossicodipendenti. Forse ne conosce qualcuno, forse incuriosito da quella polvere bianca che vedeva circolare ha voluto «assaggiarla». Gli esperti del settore escludono comun-r que un interessamento ai ragazzini da parte degli spacciatori: chi vende droga cerca clienti in grado di pagarla, ricorrendo anche a furti o rapine, e non può essere questo il caso degli scolari. Il dottor Enrico Wlmenes, coordinatore del centro di assistenza ai tossicomani di Lodi, ora che sono in corso le indagini non vuole dire nulla sulla vicenda. Ci tiene però a precisare che quello del bam'bino è stato un episodio totalmente a sé stante, mentre 11 vero problema è che «l'età dei drogati si sta abbassando anche a 12, 13 anni». Secondariamente .nessuno diventa ubriacone per una sbronza»; cioè dal bambino che per troppa curiosità o malinteso spirito di avventura «assaggia» l'eroina al «bambino drogato» ce ne corre. s. mr. ,-

Persone citate: Enrico Wlmenes, Pulitzer

Luoghi citati: Lodi, Milano