La tisana soffre di inquinamento di Bruno Ghibaudi

La tisana soffre di inquinamento Si usano troppe sostanze tossiche La tisana soffre di inquinamento Il fitoterapista Messegué lancia un allarme: la chimica avvelena le erbe medicinali ROMA — «Fino a ventanni fa le piante costituivano la farmacia del buon Dio. Adesso stanno diventando la farmacia del diavolo. Prima donavano benessere, adesso possono anche costituire un pericolo mortale». Il discorso di Maurice Messegué, il più noto esperto di fitoterapia d'Europa, incomincia da questa premessa sconcertante. E' venuto in Italia per tenere una serie di seminari ai farmacisti italiani sul modo più corretto di usare le piante medicinali. Un chiarimento necessario, dal momento che 1 medici che prescrivono ricette a base di erbe stanno diventando sempre più numerosi. 'Ad essere diventate pericolose non sono le piante in se stesse, che continuano a crescere secondo le leggi della natura, ma quelle trattate con i prodotti chimici attuali — precisa Messeguè —. Negli ultimi dieci anni il consumo di piante medicinali è aumentato di almeno SO volte, e anche in Italia ci si rende conto che le erboristerie stanno moltiplicandosi come i funghi. Ma la produzione naturale delle piante medicinali non è aumentata con lo stesso ritmo. Per soddisfare le richieste, certi produttori inesperti o irresponsabili ricorrono a trattamenti artificiali attuati a base di prodotti chimici sicuramente nocivi. Non bisogna poi dimenticare che l'ambiente sta inquinandosi sempre di più. Chi ricorre a piante inquinate per preparare tisane ed infusi trasferisce nella sua tassa dosi di veleno». Che la natura vegetale sia sempre più inquinata non è certo una novità. Ma l'avvertimento di Messeguè è attuale e anche nuovo, proprio perché mette in guardia tutti coloro che nel servirsi delle erbe non Immaginano di correre questo rischio. «Di recente ho fatto analizzare un certo numero di campioni di piante medicinali: il 58 per cento del la camomilla è risultata inadatta al consumo-alimentare perché conteneva' sostanze dannose in misura tre volte superiore al consentito. Lo stesso è accaduto con il 43 per cento della menta (3 volte di piU), il 60 per cento della verbena (3 volte), il 100 per cento del tiglio (2volte).. Fra le sostanze inquinanti, quasi tutte note già da tempo, merita di essere sottolineato retilene-bls-ditlocarbamato (EBDC), che quando viene riscaldato in presenza di acqua, come accade durante la bollitura per la preparazione delle tisane e degli infusi, si decompone in Murato di etilene. Questa sostanza é un cancerogeno secondarlo che agisce sulla tiroide facendone aumentare il volume, creando uno squilibrio ormonale e In ducendo tumori maligni nel l'organo. Secondo alcuni ri cercatori, la sostanza avrebbe anche la capacità di provoca re mostruosità e anomalie di varia natura nel feto. Tutti 1 Paesi d'Europa sono praticamente contaminati dai residui dell'etllene-bis-ditiocarbamato. Mentre 11 limite di tolleranza è fissato in 50 parti per bilione, una serie di analisi del febbraio 1979 ne ha scoperto 2000 parti nella frutta distribuita in Italia e 2000 nei legumi. Dinanzi a questo rischio bisogna dunque rinunciare a tisane e a decotti? «Non è il caso di ricorrere a misure così drastiche — ribatte Messeguè —. Basto scegliere con cura le piante e le erbe. Le migliori saranno quelle del vostro giardino, purché si trovi lontano dalla città e non si faccia uso di antiparassitari e pesticidi pericolosi. Nello stesso tempo non dimenticate però che i ve getali assorbono il piombo te traetile emesso dai motori a scoppio alimentati a benzina e se ne liberano quando vengono portati all'ebollizione, inquinando le bevande. Se non avete un giardino vostro ricorrete alle erbe coltivate da un contadino». .Per avere a disposizione una buona farmacia naturale sufficiente a trattare le malattie più comuni e curabili conte eroe — conclude Messeguè sbasta piantare irta dozzinadipipnte.per esempio basilico','', menta, rosmartli&, verbena, camomilla, lavanda e salvia. Bruno Ghibaudi

Persone citate: Maurice Messegué, Messeguè

Luoghi citati: Europa, Italia, Roma