Linfa fresca in magistratura di Alberto Eula

Linfa fresca in magistratura Un giudice e i concorsi regionali Linfa fresca in magistratura Del disegno di legge predisposto dall'on. Giuseppe Gargara sul reclutamento straordinario dei magistrati nell'ambito dei distretti giudiziari, già è stato fatto un ràpido ma essenziale commento da parte di Nino Pietropinto (vedi La Stampa del 23 maggio '82 ). La notevole importanza del problema mi induce tuttavia a svolgere alcune riflessioni allo scopo di chiarire meglio il significato e le conseguenze pratiche dell'iniziativa. .''Il progetto di legge presenta, come tutte le opere umane, pregi e difetti, vizi e qualità. Appare buono nelle intenzioni immediate — supplire in qualche modo all'endemica carenza di personale togato negli uffici giudiziari — nonché nelle ambiziose prospettive a lungo termine — rinnovare la Magistratura con l'innesto nel vecchio tronco di una fresca linfa vitale attinta da categorie nuove di cittadini (vice-pretori onorari, procuratori legali, docenti e assistenti universitari, impiegati con funzioni direttive, componenti privati presso i tribunali dei minorenni). In concreto, a prescindere dai docenti universitari, che non hanno interesse, anche per ragioni di prestigio, a concorrere per un posto di qualifica inferiore a quella raggiunta, l'iniziativa favorisce le vocazioni tardive degli avvocati di una certa età insoddisfatti della loro professione e degli assistenti universitari che disperano di fare carriera. Il carattere teorico-pratico delle prove di esame esclude infatti di per sé stes¬ so dal concorso, tranne rare eccezioni, le altre categorie sopra elencate. D'altro canto, *sempre in rapporto alle prove di esame, che consistono semplicemente in una prova scritta e in un colloquio contestuale, il progetto risulta discriminatorio rispetto ai giovani laureati, che per entrare in magistratura debbono sobbarcarsi l'onere, anche finanziario, del normale concorso a Roma, ben più difficile e complesso. Ciò non esclude che l'idea centrale del disegno di legge — il reclutamento regionale dei magistrati — non debba essere condivisa. Di norma giudica meglio il magistrato che conosce meglio la mentalità e le abitudini del luogo in cui si svolge il suo ministero. Allo stesso modo l'aver frequentato per anni le aule giudiziarie facilita il compito del nuovo giudice, senza tuttavia costituire una garanzia sicura della sua preparazione professionale. Per poter contare in breve tempo su nuovi magistrati «locali» non è però necessario bandire un concorso «speciale», che, come si è visto, si risolve in un'ingiustizia. E' sufficiente istituire un concorso regionale (però aperto a tutti i legali del nostro Paese), ponendo il limite di età a 35-40 anni e con modalità di esame identiche a quelle del normale concorso per l'ingresso in magistratura. Cosi vi potranno partecipare anche i giovani laureati e sarà inoltre evitata una eventuale dequalificazione dell'Ordine giudiziario. Alberto Eula

Persone citate: Giuseppe Gargara, Nino Pietropinto

Luoghi citati: Roma