L'Argentina ammette: aumentano le inglesi a Port San Carlos di Mimmo Candito

L'Argentina ammette: aumentano le inglesi a Port San Carlos Senza entusiasmi ieri a Buenos Aires la festa dell'Indipendenza L'Argentina ammette: aumentano le inglesi a Port San Carlos Il «partito sovietico» avanza in molti ambienti politici e militari - Verso la rottura i rapporti con gli Usa Nuovi bombardamenti inglesi su Port Stanley - Secondo la giunta, due aerei di Londra sono stati abbattuti DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BUENOS AIRES — Nella piazza XXV Maggio, dove molte generazioni di argentini celebrano da due secoli le grandi date della loro storia, la festa dell'antica rivoluzione ieri è passata senza entusiasmi né gloria. Sono 50 giorni ormai che la crisi delle Malvine calamita l'attenzione del mondo, ed è un mese esatto che le battaglie fanno morti e distruzioni: ma finora questo Paese non aveva dato segno di preoccuparsene. Ieri è stata una giornata diversa; a Plaza de Mayo c'era poca gente, e le bandiere che si agitavano pigre tra le fanfare e le divise ottocentesche delle guardie nobili non ricordavano le feste della vittoria. L'Argentina ieri era turbata, ansiosa: ed è la prima volta che lo fa vedere. E' un brutto segno. Sulle isole si continua a morire senza che si intravedano vie d'uscita, l'escalation delle armi computerizzate distmgge macchine e uomini in un conto che, già oggi, va molto al di là di quanto avesse previste il più pessimista degli esperti militari. Ormai la battaglia e i bombardamenti tra Port Stanley e Port Darwin sono cronaca quotidiana: adesso non fanno più notizia i raid del Mirage e degli Harrier, né i duelli aeronavali, quanto invece ne farebbe un'improbabile pausa nei combattimenti. Il canto del Te Deum che ieri si levava nella cattedrale riempita dì divise austere, di alamari e di vecchi generali impettiti, dava un'eco terribi le e inquietante alle parole dell'omelia letta dal vicario dell'arcidiocesi. un atto seve ro di accusa contro le antiche potenze dell'Occidente che impongono la forza e la morte. La guerra si allarga, tutta la società argentina ormai c'è dentro senza più distinzioni tra regime e Paese: la Chiesa, i partiti, 1 sindacati, a loro modo anche gli industriali, appoggiano «la riconquista delle Malvine»; ieri il ministro degli Interni, generale Saint Jean, ha celebrato l'anniversario con un invito a colazione per i rappresentanti di tutte le forze politiche, che pure sono ufficialmente inesistenti, e nella sede del comando dell'esercito — quando il generale Galtieri ha augurato -buenas dias» al * giorno della patria» — con lui a gridarlo c'erano tutti i personaggi di questi ultimi 10 anni di storia politico-militare, generali e ammiragli che hanno tenuto o complottato il potere, compresi un Viola e un Videla rigidi e in borghese. Forse non è vero quello che si dice qui, che la testa di ponte inglese su Soledad è ormai una Dien Bien Phu moribonda. E forse è vero quello che le radio captate qui dall'estero attribuiscono a Haig, cioè che la Thatcher sta vincendo ormal la battaglia di San Carlos. Però questo mese di guerra, e le grandi manovre della diplomazia internazionale che si vanno disgregando nel Sud dell'Atlantico, hanno mostrato con evidenza che si erano sbagliati coloro i quali, in Europa e negli Usa, avevano pensato a una passeggiata marina da Portsmouth e a un crollo delle truppe argentine. Questo non è un Paese del Terzo Mondo. Le stesse armi sofisticate che gli iracheni mostrano in questi giorni di non saper usare contro l'offensiva khomeinista, qui intercettano e affondano aerei e incrociatori modernissimi. L'Argentina è un Paese giovane ma forte. Si è detto, nell'ultima settimana, della ripresa che il partito «sovietico» ottiene in molti ambienti politici e militari contemporaneamente all'approfondirsi dello scontro ar- muto. La Giunta è anticomunista per vocazione ed esercizio, ma l'accentuarsi della frattura con gli Stati Uniti fa apparire obbligate alternative giudicate prima inconcepibili. Sabato, Costa Méndez andrà ••molto probabilmente» a L'Avana, alla riunione dei Paesi non-allineati: è una decisione che solo un mese fa sarebbe stata appunto considerata follia pura, e ieri la presidenza della Repubblica ha fatto conoscere la risposta che Galtieri ha mandato a Castro dopo una lettera del leader cubano. La lettera è di tre settimane fa, c'.ic si sia deciso di darne pubblicità solo ieri è un segnale molto inquietante. I rapporti tra Usa e Argentina sono alla soglia della rottura. Buenos Aires ha ormai avviato un calendario di decisioni che porteranno, progressivamente, al ritiro del suo ambasciatore da Washington: ha fatto rientrare la folta delegazione che aveva alla Junta interamericana de defensa e quegli ufficiali che si addestravano a Panama nella repressione cosiddetta antisovversiva; il prossimo passo sarà la comunicazione del ritiro dal sistema di sicurezza continentale, poi il rientro dei due ultimi addetti militari, generale Mallea Gii e brigadiere Pena, e infine il rientro dell'ambasciatore Takacs. II rischio di una colossale frattura tra Nord e Sud, che provochi poi una frattura anche tra America Latina e Occidente, emerge in tutti i colloqui con i leader politici argentini. La consapevolezza del pericolo è completa, ma appare anche molto ridotto lo spazio di manovra che questo Paese si trova davanti, stretto tra le sue alleanze naturali e il costo insostenibile di una guerra lunga ed estesa. Le ambizioni qui non mancano: sta emergendo sempre più chiaramente che dietro la «riconquista delle Malvine» c'ora, forse il disegno di preveni re una decisione congiunta Londra-Washington per una basejttilitare sulle isole, eoggi la bandiera della sovranità mette in trincea 11 futuro stesso del regime. La visita del Papa qui 11 10 giugno (ma non ci sono conferme ufficiali né in curia né a Palacio San Martin) può apparire ad alcuni una nuova speranza d'uscita; ma ci sono anche rancori che vanno indurendosi. E intanto si continua a morire. Ieri ci sono stati nuovi bombardamenti su Port Stanley, due aerei inglesi su sei sarebbero stati abbattuti. La testa di ponte britannica ora anche nelle versioni ufficiali viene riconosciuta come ben più estesa delle prime affermazioni: sarebbe ampia almeno 15 chilometri e profonda 10, e avrebbe un siste' ma completo di difesa missili stica terra-aria. Gli sbarchi continuano, per ammissione dei portavoce argentini, che parlano di -nuove truppe elitrasportate», e spesso si combatte corpo a corpo. La task force, che qui affermano ab bla perso anche ii Canberra colpito l'altro ieri da un siluro e da varie bombe da mezza tonnellata, si sarebbe divisa in due formazioni: una a 150 miglia a Nord delle Malvine e l'altra in direzione della costa, all'altezza di Santa Cruz. Si torna a pensare a Un bombardamento delle basi aeree nel continente. Ieri c'era la noti zia di un viaggio del preslden te al fronte, a Comodòro Rivadavia, dove sono arrivati primi feriti dalle Malvine: se ne sa poco, ma il conto pare già terribile. - Gli inglesi — as sicura un portavoce argenti no — hanno comunque perso già 1500 uomini: c'erano 800 feriti e 200 morti prima dello sbarco, ora sono quasi il doppio». Mimmo Candito Armieri argentini caricano di razzi i contenitori sotto le ali di un bimotore Pucara (Tel. Ap)