« Compagno, di Sacharov penso che... »

« Compagno, di Sacharov penso che... » QUASI UN SONDAGGIO D'OPINIONE IN URSS, CON UNO STRATAGEMMA « Compagno, di Sacharov penso che... » Interrogate più di ortocento persone - «Subirà un processo», «sarà espulso in America», «è la coscienza del Paese», «è un eroe» - Il libro uscito in varie nazioni - Prefazione di Heinrich Boll nell'edizione italiana E' possibile svolgere nell'Unione Sovietica qualcosa di simile ad un'inchiesta Oallup? Si penserebbe di no, perché nel Paesi del Patto di Varsavia è la propaganda ufficiale che provvede ad orientare nel modo opportuno l'opinione pubblica, con la quale in ampia misura s'identifica. Vi è stato però, in Russia, chi si è rivolto allo «strumento parlante della produzione» per domandargli: «Che cosa pensa di Sacharov?». Artefice dell'originale impresa, tentata nel 1981 in occasione del sessantesimo anniversario dell'accademico Andrej Sacharov, il premio Nobel per la pace mandato al confino nel 1980, è il demografo sovietico che. sotto lo pseudonimo di Maksudov, ha pub blicato vari saggi nel samisdat e, all'estero, ne Le Messager, periodico dell'Action chrétlenne des étudiants rus- ses e nei Cahiers du monde russe et sovletique. Un sondaggio diretto dei singoli cittadini-campioni su di una questione scabrosa quale il loro atteggiamento verso un uomo una volta Illustre, soprannominato «il padre della bomba H sovietica» e ora bandito dalla vita sociale, non si poteva eseguire con un pubblico incline alla reticenza. Maksudov decise di aggirare l'ostacolo ricorrendo a una serie, di conversazioni amichevoli, contenenti delle frasi-pilota, quali: «Ha sentito che Sacharov è stato ricondotto a Mosca?* oppure 'Sacharov verrà espulso in America» ancora 'Sacharov subirà un processo*. Al risultati, divisi in gruppi, furono dati del voti: «uno» (11 più basso) per una risposta quale «é un nemico, una spia, fucilarlo non basta» •nove» 11 massimo, per una definizione quale «è un eroe, è la coscienza del Paese». In mezzo Orano «4» per i «non so, ma il mio atteggiamento è negativo;, un «5» per chi semplicemente «non sapeva», un «6» per chi «non sapeva ma era favorevole». «7» e «8» per chi considerava Sacharov «urite, molto importante», «2» e «3» a eh1 Vudicava Sacharov -nociiH) per il Paese». L'inchiesta venne svolta da 53 persone, ognuna delle quali raccolse da una a quaranta risposte-opinioni. Una serie di accorgimenti venne usata per garantire la massima obiettività. Per evitare ogni influenza degli Investigatori sugli interrogati, furono esclusi tutti 1 parenti.- gli amici, le persone presumibilmente favorevoli a Sacharov e 1 dissidenti. I 53 col'jboratorl di Maksudov interrogarono 470 uomini e 383 donne, tutti tra 118 e i 78 anni, per due terzi abitanti a Mosca, gli altri nei dintorni e in qualche città di provincia. Tra costoro 11 75 per cento erano russi, 11 18 per cento ebrei, e ancora tartari, armeni, georgiani, koml, tedeschi, polacchi, baltici, ucraini. Benché queste cifre non esprimano la proporzione reale dei numerosi gruppi etnici, residenti in Urss, e benché nell'inchiesta non siano state incluse alcune categorie (membri della milizia, militari, alti funzionari dell'apparato partitico-statale) l'analisi dei risultati ottenuti consenti a Maksudov di formulare delle osservazioni rivelatrici. Tra i 291 operai, per lo più sotto i trent'anni, con molti iscritti al komsomol (l'organizzazione giovanile comunista) ma pochi membri del pcus, i due terzi degli interrogati (in prevalenza donne) si mostrarono indifferenti, degli altri, il 16 per cento era ostile, il 13 per cento decisamente favorevole. I direttori di istituti e gli amministratori, per lo più uomini di mezza età. iscritti al pcus, si mostrarono, per due terzi, esplicitamente ostili a 8acharov, un terzo era favo^ revole. Slmile la ripartizione tra 1 membri del pcus (164): un quarto ben disposto, gli al tri male, gli attivisti del parti to molto male. Il quadro cam bla completamente quando all'esame si presentano gli ingegneri, uomini e donne. 1 matematici, gli intellettuali (513). Ora non solo prevale l'atteggiamento positivo, indicato dai voti dal «4» in su ma una parte del gruppo ottiene un «9» per aver definito Sacharov «un eroe». Nell'insieme, un atteggia mento ostile è rilevabile pres so un quinto circa della popolazione adulta. ^Motivo di fondo, commenta Maksudov. è la reazione tradisionale: "Si vede che sta troppo bene. Ma se non gli mancava nulla!". Non di rado, però, quelle stesse persone disapprovano i provvedimenti presi contro Sacharov». Un funzionarlo del Kgb ricordò addirittura il caso di Angela Davis, che diventò professoressa negli Stati Uniti pur avendo ucciso uno sceriffo, «mentre Sacharov non ha fatto nulla e l'hanno mandato al confino. Se vuole andare all'estero, glielo si conceda». Maksudov tutta via ritiene che il significato delle valutazioni positive provenga di regola da individui passivi, capaci, se vi fossero pressioni da parte delle autorità, di compiere atti ostili a Sacharov, consolandosi con la solita frase: «Tanto noi slamo persone modeste, da noi non dipende nulla». Il sondaggio «Che cosa pen sa di Sacharov?» è uscito, in sieme con una prefazione di Heinrich Boll e una trentina di scritti vari nella raccolta Omaggio a Sacharov - testi dalla Russia (a cura di A. Ba benysev, A. Lert, E. Pecuro. V KorotelskiJ. ed. Arte e pensie ro. pag. 247, lire 14.000). Lia Wains te i n

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