Addio alla Sicilia con Moser in rosa di Gian Paolo Ormezzano

Addio alla Sicilia con Moser in rosa ■■ " ■■ - ~ —— mrrTTITTT1TrTTTTTTTTTT1 ,, , , r-, r^r-n , r_TTTTTTrrrrTmiI ,:: , . Milioni di persone hanno festeggiato la carovana nelle tre tappe disputate nell'isola Addio alla Sicilia con Moser in rosa Francesco ha conservato il comando anche a Messina, anzi ha guadagnato altri 10" a H inault - Successo (è il terzo) dello svizzero Freuler, poi fuga dei corridori per sottrarsi all'eccessivo entusiasmo della folla - Oggi finale in montagna, il trentino resisterà? DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MESSINA — Il Giro d'Italia lascia la Sicilia alla fine di un abbraccio da fare sgomento, quello di Messina, una stretta orribile e bellissima di migliaia di persone devotissime di San Francesco (Moser), confermato ieri in maglia rosa, anzi con 10" in più su Hinault — sono 16", adesso — per via del terzo posto In volata, dietro a Freuler svizzero e a Bontempi. C'è stata a Messina autentica paura fisica, c'è stata battaglia fra agenti e tifosi, ci sono stati pugni, caldi. Il podio delle delizie ha tremato, la folla ha tentato assalti, mentre Dezan mandava avanti il Campiello. Per arrivare alle docce e poi al traghetto, i corridori hanno dovuto usare le biciclette come clave. In tre giorni di tappe ed uno di riposo, il Giro d'Italia numero 65 non ha registrato niente di agonisticamente e tecnicamente valido, ma ha smosso tanta Sicilia, ha convocato un palo di milioni di persone (basti pensare a tutta Catania, a tutta Enna, a tutta Agrigento, a tutta Caltanissetta, a mezza Palermo alle strade; e ieri Messina ha battuto ogni record in fatto di folla all'arrivo), ha dato a San Francesco uno spessore nuovo, lo ha pure drogato di applausi e grida, se è vero che il trentunenne signor Moser, il quale manco voleva sapere di prendere il via, ha tenuto bene la maglia rosa, fa le volate come un ventenne smanioso, sembra avere nei muscoli Mercurio che guizza. La sua situazione è di estasi agonistica, la recita è perfetta, fra lui e la folla. Tutti sanno benissimo che Moser non può vincere il Giro, ma ognuno è certo che ad un suo giorno in rosa ne verrà agganciato un altro. Anche oggi? Lunga tappa calabra da Palmi a Camiglia tello Silano, finale tutto in quota, due traguardi della montagna. Teoricamente Moser dovrebbe perdere la maglia. Cosi come teorica mente non doveva prènderla, e una volta presala non doveva tenerla. Si tenga conto che domani, per permettere l'ulti mo grosso trasferimento extra corsa, sino a Cava dei Tirreni, sarà di nuovo riposo dopo solo quattro tappe (e sarà pure l'ultimo giorno senza pedalate, sino al 6 giugno). Ieri Moser ha fatto la tappa soltanto nel finale, mettendo i suoi gregari in testa, prima a inseguire Fignon. spedito avanti da Hinault, poi a tirare lo sprint, condotto peraltro in prima persona per gli ultimi cinquecento metri, troppi (ma Moser non ha lo scatto, altro non può fare). Saronni era indietro, senza voglia di sprint nelle gambe, per ragioni misteriose (a meno di pensare a ORDINE D'ARRIVO: 1. Freuler (Atala-Campagnolo, Svi.) 197 km In 5 ore 30'10", media km 35,800 (abb. 30"); 2. Bontempi (abb. 20"); 3. Moser (abb. 10"); 4. Rosola (abb. 5"); 5. Dejonckeere (Bel.); 6. Martinelli; 7. Milani; 8. Blncoletto; 9. Berto; 10. Ferrerl; 11. Conti. TRAGUARDO FIAT a Slndaro Marina (km 769): 1. Rcnosto punti 5; 2. Masclarelll 4; 3. Delle Case 3. Classifica genera-' le: 1. Masclarelll p. 27; 2. Rcnosto 17; 3. Moser 9. relax post-parto, dopo la nascita della figlia). Hinault aveva finalmente lasciato la ruota di Moser, ma l'aveva presa Freuler, che ai cento metri CLASSIFICA: 1. Moser 47 ore 01*48"; 2. Hinault (Fra.) a 16"; 3. Saronni a 34"; 4. Contini a 34"; 5. Prim (Sve.) a 47"; & Versa a 2"06"; 7. Fignon (Fra.) a 2-18"; 8. Beccla a 2'26"; 9. Van Impe (Bel.) a 2'52"; 10. Lang (Poi.) a 2'57"; 11. Paganessi a 2'59"; 12. Madiot (Fra.) a 3*28"; 13. Marcussen (Dan.) a 3'33"; 14. Chinetti a 3'36"; 15. Panizza a 3*53"; 16. Visentlnl a 4'11"; 17. G.B. Baronchelli a 4'17"; 18. Vandi a 4*19"; 19. Schepcrs (Bel.) a 4'32"; 20. Bortolotto a 4*32". usciva con potenza da Lucchinelli e scatto da Maspes e prendeva la sua terza vittoria, facendo grassa l'Atala gloriosa, tornata quest'anno alle corse. Prima gli unici episodi di rilievo erano stati di carattere sanitario: caduta di Madiot e Alfonsini per secchiata d'acqua, allarme, i due riprendevano e finivano, però, fortissimi. Dopo la faccenda di Mantovani, ieri l'altro rimesso in sella dopo un brutto volo e obbligato al ritiro da un medico giusto e testardo, ogni caduta è un allarme grosso, anche se non la si vede, anche se è sol¬ tanto un grido della radio di bordo. In sostanza, continua a non accadere nulla di tappa e di classifica, però si vive un sontuoso ciclismo di folla, di umori, di calori. La Sicilia, visitata nelle sue grandi città, percorsa in tutti i sensi, è ormal da tenere presente per ogni Giro d'Italia. Colleghi stranieri dicono di averla ritrovata pulita, ordinata, cambiata persino nelle facce, nei colori. Messina, ieri, ha forse voluto ridare un po' del caos classico, perché non se ne perdesse la memoria. Gian Paolo Ormezzano