Già quindici pescherecci sequestrati dai tunisini

Già quindici pescherecci sequestrati dai tunisini Domenica sera «catturate» altre due unità di Mazara Già quindici pescherecci sequestrati dai tunisini MAZARA DEL VALLO — E' in corso l'ennesima offensiva dei tunisini contro i battelli siciliani che pescano abusivamente nelle acque del «Mammellone», il tratto di mare più ricco di pesce del Mediterraneo. Altri due grossi motopescherecci della flotta di Mazara del Vallo — la prima d'Italia — sono stati sequestrati nella tarda serata di domenica, ad una ventina di miglia a Nord dell'isola tunisina di Gierma. Sono il «Pammilo», 200 tonnellate, nove uomini d'equipaggio e il «Graziella Lisma». 171 tonnellate, 12 uomini. Gli equipaggi comandati rispettivamente da Nicolò Russo e Francesco Di Stefano sono stati arrestati e trasferiti, insieme con i battelli, nel porto di Biserta. A Mazara, dove la notizia è giunta via radio attraverso un «ponte» effettuato dai comandanti di altre unità che si trovavano in battuta nella stessa zona del Canale di Sicilia sì è subito ribattuto che l'iniziativa di Tunisi era indebita perché entrambi i natanti erano in acque internazionali. «Cosi non è possibile continuare», ha commentato ieri mattina un funzionario negli uffici dell'Associazione Armatori mazarcsi: «Gii uomini sono inquieti, le famiglie trascorrono notti insonni, occorre che Italia e Tuni¬ sia finalmente, dopo tante indecisioni, ristabiliscano corretti rapporti commerciali e diplomatici, in grado di ripristinare la calma nelle agitate acque del Canale». Da due anni, ormai, il trattato bilaterale italo-tunisino che regolava la pesca tra la sponda nordafricana e l'isola è scaduto e non si è riusciti, malgrado gli sforzi della Farnesina, a compiere passi adeguati per la stipula di un nuovo accordo. I tunisini che a Palermo recentemente hanno aperto un consolato generale per la Sicilia, affermano che non si fidano più dei siciliani che sconfinerebbero troppo spesso nelle loro acque territoriali, appropriandosi di enormi quantità di pesce pregiato. I siciliani, Invece, negano tutto. Rilevano, inoltre, che 1 sequestri, per lo più, avvengono al di fuori delle acque territoriali della Tunisia. E a Mazara del Vallo si parla esplicitamente di «arbitrari interventi» e di «tentativi odiosi d'intimorire l'Italia». Con il blocco delle due unità è salito a quindici 11 numero dei pescherecci d'altura mazarcsi, confiscati dalle autorità marittime tunisine, con l'accusa di pesca abusiva nelle loro acque Antonio Ravidà

Persone citate: Antonio Ravidà, Francesco Di Stefano, Nicolò Russo