Sophia in cella, una star fra storie di miseria (I preduttori le consigliarono di costituirsi?) di Francesco Santini

Sophia in cella, una star fra storie di miseria (I preduttori le consigliarono di costituirsi?) Terzo giorno di reclusione a Caserta: Fattrice è depressa ma continua a sperare nella grazia di Pertini Sophia in cella, una star fra storie di miseria (I preduttori le consigliarono di costituirsi?) lì magistrato le ha negato il colloquio con la sorella, che smentisce il carattere «pubblicitario» dell'arresto - Le ore di detenzione divise fra la ginnastica e la lettura dei classici - Il racconto della sua vita alle altre recluse e al personale di sorveglianza DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE CASERTA — Flash rapidi e contraddittori sulla vita della detenuta Scicolone Sofia, in arte Loren: «Ho chiesto carta e penna: scrive a Pertini». «Scrive alla madre malata*. «Crisi di nervi». «Ha pianto». «Momento di malinconia». «Ostriche dal ristorante». «Frutti dì mare dalla trattoria». «Zucchine bollite e merluzzo all'olio e limone». «Cambio di stanza». «La cella è la stessa ma non ha il balcone». «Rose rosse da Ponti». «Fiori dal fidanzato che vive a Pozzuoli». Davanti alla palazzina rosa di via Tanucci, nel centro della città vecchia, cronisti e fotografi sono in attesa di Maria Scicolone, la sorella di Sophia Loren, che se ne sta rintanata al Jolly hotel. La visita è stata rinviata a lunedi. Il giudice di sorveglianza, che vive a Santa Maria Capua Vetere, non è un magistrato tenero e ha deciso di comportarsi in questa storia come sempre. Non si sa più se è un gioco o se le notizie portate fuori dagli agenti di custodia abbiano un minimo aggancio con la realtà. Di certo c'è soltanto che Sophia Loren ieri ha letto i giornali e si è rammaricata per le parole del presidente della Repubblica. L'Impatto con la prigione, dalle impronte lasciate sul registro, al materasso di gomma piuma che fa sudare, all'igiene dell'istituto di pena, per una diva come la Loren non è stato semplice. Cosi, al terzo giorno di detenzione, Sophia ha perso il suo smalto: niente trucco, niente parrucchiere, niente massaggi. Soltanto un po' di ginnastica, come le è stato raccomandato dal suo medico, a Zurigo, quando ha deciso di farsi arrestare in Italia. «Ha perso il suo buon umore — ha detto 11 centralinista — anche se, ancora oggi, in car¬ cere, Sophia Loren è una donna bellissima, una gran signora che sa affrontare le situazioni difficili». Ieri pomeriggio si è incontrata con un gruppo di detenute che frequentano. all'Interno della casa circondariale, un corso di scuola elemen- tare tenuto da un'insegnante del primo circolo di Caserta, Leila De Magistris Mazzone. Mezz'ora di colloquio cordiale, di domande semplici. Le recluse hanno chiesto alla Loren come mal abbia scelto la professione di attrice e perché si trova in carcere. E' stato poi 11 turno del corso di formazione professionale. Per Sophia domande su domande e grande curiosità, in particolare, da parte delle cinque suore che assistono le detenute e che hanno chiesto all'attrice di Iscriversi al corso. Sophia ha declinato l'invito: «Sto finendo di leggere un libro — si è scusata — forse tra qualche giorno, vedremo». Nella sua stanzetta la Loren ha -portato alcuni volumi di letteratura italiana e francese. Altri romanzi le sono stati mandati dalla sorella, Maria Scicolone, ex moglie del jazzista Romano Mussolini. «Starò a Caserta — dice — fin quando non riuscirò a incontrare mia sorella: il giudice ha promesso per lunedi speriamo bene». Maria Scicolone è molto fiera di Sophia. «Certo mia sorella ha avuto un grande coraggio. Quando ho superato i cancelli del carcere insieme a lei mi tremavano le gambe, figuriamoci che cosa deve prò vare, da sola, con le inferriate alla finestra e senza poter comunicare con noi». E per la grazia? «Speriamo proprio che il capo dello Stato sia comprensivo. Pertini è un uomo molto sensibile e, al di là di Sophia, capirà che una cittadina italiana ha voluto dare il buon esempio». E il cinema? ■ Qui bisogna puntualizzare: il film dì Lina Wertmither non è ancora deciso. E' in preparazione, ma prima che si a. rivi a girare passeranno dei mesi ». Per la grazia, le notizie che rimbalzano dalla capitale non sono buone. La pratica deve superare un iter burocratico lento e complesso prima di arriva, e sul tavolo del presidente della Repubblica. In più, l'orientamento del ministero di Grazia e Giustizia non sarebbe a favore di Sophia Loren. Ci sono voluti vent'anni per passare dal reato all'espiazione della condanna e un mesv di carcere più dodici milioni di multa, per 112 di reddito non denunciati nel 1963, sono considerati una •punizione ragionevole». Sophia Loren avrebbe potuto aspettare il 1984 per tornare in Italia. Per quella data la pena sarebbe stata «estinta», ma negli ambienti cinematografici della capitale circola con sempre maggiore insistenza la voce che sarebbero stati i produttori ameri<vini a imporre, per un colpo pubblicitario, l'arresto di Sophia Loren. Dice il pittore Enotrio: Penso che la Loren avrebbe fatto bene a fare tutto quello che lia fatto, ma in perfetto silenzio, senza pubblicità, presentandosi direttamente al carcere di Caserta: ne avrebbe guadagnato in simpatia da parte di tutti coloro, me compreso, che la considerano una delle attrici più interessanti del mondo». La sorella di Boi a Loren esclude, naturalmrnte, l'effetto pubblicità i,a prigione in cambio di fo sul giornale? pazzesco e ai pessimo gusto». Anche i figli di Sophia e Carlo Ponti, Clpl e Dodo, sanno che la mamma è in carcere. «Certo — dice Maria SelceIone — per loro è stato un brutto colpo, ma i bambini superano tante cose, tanti trau- mi, supereranno anche questo». La curiosità delle detenute sembra ormai soddisfatta. La Loren. jeans, camiclona, scarpe piatte, è veramente una reclusa comune. A lei non sono stati dati privilegi particolari. Dice l'agente al centralino telefonico: «Qui i pasti dal ristorante li ricevono tutti, non si vede perché dovrebbero essere negati alla Loren». Loren compresa, sono 24 le recluse di Caserta. Fra queste Brigida Cioffi, di Maddaloni, che alcun' anni fa ebbe un momento di notorietà per aver venduto per poche migliaia di lire la propria bambina a una coppia di coniugi senza figli. «In un ambiente così—dice Maria Scicolone — Sophia soffre molto, speriamo nella grazia». Ma crede veramente alla grazia? «Perché no, crediamo nella giustizia italiana e nella bontà del capo dello Stato». Francesco Santini Caserta. Anche ieri molti bambini hanno chiesto di vedere Sophia Lprcn in carcere (Alfaprcss)