Si fa più dura la vertenza che ha bloccato la Citroën

Si fa più dura la vertenza che ha bloccato la Citroën Si fa più dura la vertenza che ha bloccato la Citroën PARIGI — Il conflitto che da circa un mese paralizza quattro del maggiori stabilimenti della Citroen nella regione parigina si è ancora acuito negli ultimi giorni ed assume ormai una dimensione politica che ne fa un «caso» emblematico nelle relazioni fra sindacati, padronato privato e governo socialista. L'agitazione alla Citroen era scoppiata quasi contemporaneamente a una serie di rivendicazioni «selvagge, alla Renault su salari e cadenze di lavoro. Ma mentre là società.nazionalizzata ha accolto in gran parte le richieste del lavoratori, l'industria privata sta cercando di resistere, malgrado il duro picchettaggio del sindacato comunista Cgt che, ostacolando la libertà di lavoro, ha bloccato la produzione di circa ventimila vetture. La posta in gioco è quindi elevata: la direzione della Citroen denuncia la violenza e l'intimidazione degli scioperanti e sostiene che gli-aumenti salariali e le nuove condizioni di lavoro richieste dai sindacati penalizzerebbero ulteriormente la produttività della società, minando quindi in definitiva anche l'occupazione. I rappresentanti dei lavoratori ribattono che le richieste sono dello stesso tenore di quelle già accettate dalla Renault e insistono perché l'azienda garantisca la regolarità delle prossime elezioni sindacali interne. Da questa richiesta affiora un altro fattore importante del conflitto: il tentativo del sindacato filo-comunista Cgt di inserirsi massicciamente alla Citroen, dove finora è predominante invece un sindacato «autonomo* aziendale. p, pai.

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