Un br pentito cri precesso Moro «Aiuti dai servili segreti Urss» di Giuseppe Zaccaria

Un br pentito cri precesso Moro «Aiuti dai servili segreti Urss» Dopo Savasta e la Libera interrogato Massimo Cianfanelli Un br pentito cri precesso Moro «Aiuti dai servili segreti Urss» «Agenti sovietici procurarono un contatto con i palestinesi per la fornitura di armi» Prima linea consultata prima di uccidere lo statista - In un incontro con Marco Donat-Cattin si discusse come aiutare i terroristi che volevano rifugiarsi all'estero ROMA — -So bene che quelli come me non riscuotono simpatie da nessuna parte, che non hanno alcuna autori' tà morale per lanciare appelli...: Fra i tanti «pentiti» del processo Moro, eccone finalmente uno diverso: nelle Br non aveva fatto la fulminante carriera di Savasta e della Libera, anzi ne era uscito dopo dieci mesi. Per spiegare la sua dissociazione non parla solo del fallimento di un progetto politico, ma anche di crisi personali, biottamente non ha ammazzato nessuno, ma raccontando l'omicidio del giudice Tartaglione, cui partecipò come «autista», racconta per '.a prima volta anche le crisi di chi sparava. Massimo Cianfanelli, 28 anni, approdato alla clandestinità attraverso la «Brigata universitaria» conserva ancora l'atteggiamento dello studente di fisica: occhialetti, capelli corti, una leggera pinguedine. Da due giorni sta parlando alla corte d'assise del suo breve periodo di brigatista, della sua secessione, del tentativo di tenere in vita, attraverso II «Movimento comunista 'rivoluzionario», un'organlzzaziono^he ormai puntava le proprie carte solo su un progetto di fuga dei ■ clandestini» verso Paesi stranieri. Possibilmente, con l'appoggio dei resti di «Prima linea» e soprattutto di Marco Donat-Cattin. Del sequestro Moro, Cianfanelli sa ben poco: quello che gli aveva raccontato Emilia Libera (tra i due, l'altra mattina, c'è stato anche un breve confronto per una discordanza sulla data di queste confi denze) e. soprattutto, quanto gli era stato detto da Valerlo Morucci. la persona cui nelle Br Cianfanelli faceva riferi' mento. • L'ultima telefonata, quella che annunciava al professor TYiÉto il luogo in cui il corpo di Moro era stato lasciato, fu fatta proprio da Morucci', ha confermato U «pentito». E sempre attraverso le confidenze ricevute. Cianfanelli ha potuto fornire altri dettagli di notevole interesse. Esistevano rapporti, ha chiesto il presidente, tra le Br e Prima linea? -No, tra i due gruppi c'era una differenza totale — è stata la risposta —. Nelle Br c'era un programma strategico allacciato, anche storicamente, a progetti di rivoluzione. Prima linea era un aggregato di compagni che dalla lotta armata erano approdati al terrorismo puro e semplice. So però, sempre attraverso Morucci, che durante il sequestro Moro a Prima linea fu offerta la possibilità di indicare alcune domande da fare all'ostaggio. E anche dopo, quando si doveva decidere la sorte di Moro. PI fu interpellata, e si pron u nciò per l'esecuzione». Tra i clandestini delle due organizzazioni, dunque, i rap- porti furono solo personali, e mai riuscirono a condurre ad una azione comune. Marco Donat-Cattin, per esempio, si incontrò più volte con Bruno Seghetti: questo, Massimo Cianfanelli riuscì a scoprirlo solo intorno al marzo dell'80. Uscito dalle Br, incontrò Donat-Cattin ed altri che come lui erano usciti da Prima linea in Val d'Aosta, nella casa di Cristina Sandalo, ex ragazza del terrorista torinese. -Donat-Cattin mi descrisse il compagno delle Br con cui alcune volte si era incontrato, e mi indicò anche il suo nome da clandestino: "Claudio Così capii che si parlava di Seghetti». Ma in quell'incontro, brigatisti fuorusciti e «plellinl» allo sbando avevano ben altri problemi da discutere. -Cercammo — ha raccontato ancora Cianfanelli — di trovare una linea comune, soprattutto per l'appòggio ai compagni che volevano rifugiarsi all'estero. Donat-Cattin parlava della Francia: io e molti altri pensavamo invece al Messico, ad altri Paesi del Sudamerica. Il governo francese ha molti legami con quello italiano. E soprattutto, rifugiandoci II anche noi avremmo mantenuto contatti coi clandestini rimasti in Italia...». Per finanziare questo progetto, si era anche pensato di rapinare la banca interna dell'ospedale di Brescia: «Gli ex di Prima linea avevano dei compagni che lavoravano II dentro, e potevano segnalare i movimenti di danaro Poi non se ne fece nulla: sia per Cianfanelli che per Donat-Cattin la clandestinità stava per concludersi con gli arresti. Della Francia, 11 «pentito» ha parlato ancora riferendo di alcuni misteriosi viaggi di Valerlo Morucci, mandato dalle Br a Parigi per prendere contatto con alcuni esponenti di Al Fatah. In un altro caso, quello di Maurizio Folinl (noto anche come 11 «comandai! te Armando» o «Corto Malte se») Cianfanelli ha fatto invece riferimento esplicito ai servizi segreti russi. Follni veniva finanziato dal «Comitati comunisti rivolu zionarl», da «Prima linea» e dal «Proletari armati» per compiere, In barca, viaggi in Medio Oriente alla ricerca di armi. A Cianfanelli risulta che di questi viaggi «Corto Maltese» ne fece almeno tre Ma da chi acquistava le armi? -Da un'organizzazione della resistenza palestinese. Folini aveva contatti con alcuni livelli periferici dei servizi di sicurezza sovietici, che gli ave vano procurato questo contatto». Il processo riprende lunedi. Giuseppe Zaccaria Roma. Massimo Cianfanelli ieri in aula durante il processo