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Essere europei Essere europei (Segue dalla 1* pagina) avere «molte idee» in proposito. Il Financial Times ha interpretato sobriamente, con un titolo, il brusco intervenlo di Mitterrand: «La Francia mette in discussione il ruolo dell'Inghilterra in Europa». Parigi prospetta, in realtà, sia la «non presenza» di Londra nella Cee, sia un declassamento della sua affiliazione a una semplice associazione, molto meno vincolante. Ma si augura soprattutto che la signora Thatcher si dimostri più arrendevole, rinunci ad adottare procedure che paralizzano il già abbastanza difficile funzionamento della Comunità. Anche neila capitale federale tedesca, con la quale Mitterrand si è consultato spesso negli ultimi giorni, si spera in una soluzione senza divorzi. «L'uscita dell'Inghilterra dalla Cee non sarebbe vantaggiosa né per Londra né per gli,altri Paesi membri», ha detto il ministro degli Esteri Gcnscher. Ma ha aggiunto che «la crisi potrebbe essere salutare». Tutti vorrebbero evitare la rottura, ma nessuno vuole cedere. Secondo gli esperti, la signora Thatcher avrebbe due possibilità, oltre, beninteso, accettare le regole del gioco, e reslare quietamente nella famiglia europea: l) ritirarsi dal Mercato Comune, 2) adottare la tattica della «sedia vuota», seguendo l'esempio del generale De Gaulle, che nel 1966 riuscì in quel modo a imporre la prassi del «veto», di cui ora l'Inghilterra avrebbe abusato. La signora Thatcher cerca di guadagnar tempo, stretta com'è tra la crisi delle Falkland e quella europea. Per non far coincidere lo sbarco (eventuale) sulle isole con la rottura con la Comunità, ha deciso per il momento di applicare i prezzi agricoli, approvati dagli altri Paesi nonostante il veto inglese, e altresì di non sospendere il versamento dei contributi al bilancio Cee. Ella deciderà sul da farsi dopo il dibattito sul diritto di veto che intende aprire lunedi prossimo, a Bruxelles, alla prossima riunione ministeriale dei Dicci. Ancora qualche giorno di respiro. Bernardo Valli