Oggi forse la decisione del Papa per iI viaggio in Gran Bretagna di Marco Tosatti

Oggi forse la decisione del Papa per iI viaggio in Gran Bretagna Ieri Wojtyla, che ha compiuto 62 anni, ha ricevuto due vescovi inglesi Oggi forse la decisione del Papa per iI viaggio in Gran Bretagna CITTA' DEL VATICANO — Nel giorno del suo 62" compleanno Giovanni Paolo II ha dovuto prendere una delle più difficili decisioni «diplomatiche» da quando è stato eletto al soglio di Pietro: andare o no in visita in Gran Bretagna, alla fine del mese. Il Pontefice ha speso varie ore della giornata, e della sera di ieri, discutendo con gli arcivescovi di Liverpool, Derek Worlock, e di Glasgow, Thomas Winning. In una pausa dei colloqui i presuli britannici hanno dichiarato che «Sua Santità ha confermato il suo forte desiderio di compiere la visita pastorale prevista. Le conversazioni stanno continuando, per vedere come le difficoltà presenti possano essere superate-. Un messaggio nettamente più aperto alla speranza di quello pronunciato dal cardinale George Basii Hume, alla partenza da Roma, una settima na fa. Worlock e Winning erano giunti nella capitale italiana lunedi pomeriggio, a bordo di un aereo militare. Ieri al termine della consueta mattinata di udienze, erano siati ricevuti dal Papa, che li aveva poi trattenuti a colazione. Oltre agli ospiti inglesi partecipava al pranzo di compleanno del Pontefice il «vertice» curiale: il segretario di Stato, card. Casaroli, il «ministro degli Esteri», l'arcivescovo Achille Silvestrini, e il sostituto alla segreteria di Stato, Martinez Somalo. Molto prcbabilmente la decisione verrà resa nota oggi, o nel senso di una conferma del viaggio (la partenza dovrebbe avvenire fra nove giorni) o di un rinvio o di una disdetta in attesa di tempi migliori. Secondo la prassi, dovrebbe essere la Conferenza episcopale britannica, che ieri si è riunita in assemblea, ad annunciare ufficialmente se Giovanni Paolo II compirà o no la prima visita di un pontefice nell'isola; ma la decisione è stata quasi sicuramente già presa, e non in Gran Bretagna, ma nel palazzi apostolici. La comunità cattolica inglese attende e prepara da due anni la visita, con un'intensità comprensibile solo se si tiene presente la tradizione fortemente anticattolica e anti-romana di cui è impregnata da secoli la cultura inglese. E non ha smesso di sperare nell'arrivo del Pontefice neanche dopo l'inizio della guerra con l'Argentina per le Falkland. Il responsabile dell'organizzazione della visita nel Nord (Liverpool), John Alien, era in Portogallo, al seguito di Giovanni Paolo II, nei giorni scorsi, e cosi pure il funzionario che dovrà curare i servizi di sicurezza in quel l'area. Non a caso l'ultimo tentativo di «convincimento nei confronti del Pontefice l'hanno effettuato i vescovi di Liverpool e Glasgow, dove accanto a comunità cattoliche di una certa rilevanza, sono molto attivi gli estremisti del rev. Jan Psisley. che hanno minacciato disordini e prote ste clamorose contro l'arrivo del Papa romano. Annullare 11 viaggio galvanizzerebbe gli estremisti protestanti; e ci vorrebbe del tempo per assor bire il colpo cosi inferto al morale dei cattolici nel Regno Unito. Giovanni Paolo II si rende conto perfettamente di questi risvolti psicologici. I cattolici inglesi, come la grandissima maggioranza dei loro connazionali, considerano (e al Papa l'hanno ripetuto Worlock e Winning) che il Paese sia stato aggredito dall'Argentina; far capire i «perchè» dell'annullamento della visita non sarebbe facile. I motivi a sfavore sono noti ed evidenti. Il «Papa della pace» non si troverebbe certo a suo agio in un Paese coinvolto in una guerra guerreggiata, che ha già provocato centinaia di morti, e rischia di pro¬ vocarne altri. L'Argentina, cattolica, ha la solidarietà di tutto il sub-continente americano, cattolico a larghissima maggioranza. Finora i vescovi latinoamericani non si sono pronunciati sul viaggio del Papa; ma una conferma, mentre prosegue lo stato di guerra, non passerebbe senza reazioni da parte degli episcopati latinoamericani. Sulla guerra anglo-argentina ha preso posizione anche la commissione «Giustizia e pace» della Conferenza episcopale italiana. «La vìa della riconciliazione e del negoziato, nel rispetto della giustisia e dei diritti delle popolazioni direttamente coinvolte, resta l'unica efficace — dice la Cel — degna di due grandi nasìoni che si ispirano ai medesimi valori morali e culturali di convivensa civile». Marco Tosatti