Le radici e i simboli della cultura operaia

Le radici e i simboli della cultura operaia Importante convegno internazionale a fine maggio Le radici e i simboli della cultura operaia Per quattro giorni studiosi italiani e stranieri approfondiranno temi storici e d'attualità - Nuovo museo a Torino? 8e cultura significa soprattutto identificare lo spirito di un popolo, studiare la «cultura operaia nella società industrializzata, vuol dire risalire alle origini, approfondire l'analisi di una classe sociale e di una parte importante della nostra storia attraverso 11 linguaggio. 1 simboli, le radici, fatte di quotidianità, riti, canti, abitudini. Da questa premessa nasce la domanda: quale cultura operala e popolare si è sviluppata dalla rivoluzione industriale al nostri giorni in Italia e in Europa? Ad essa e a un vasto ventaglio di interessi e curiosità intende rispondere un convegno di quattro giorni alla Biblioteca Nazionale, in programma dal 27 al 30 maggio. L'iniziativa porterà a Torino qualificati studiosi di tutto il mondo (Crossiek. Oroh, Perrot, Lequln), per la prima grande assise internazionale sull'argomento, come ha sottolineato ieri alla presentazione il prof. Norberto Bobbio, presidente del Centro 8tudi Piero Oobettl, promotore del convegno insieme all'Istituto storico della Resistenza in Piemonte, alla Regione, alla Provincia al Comune, con la collaborazione del Centro culturale Franco-Italiano, 11 Goethe Instltut, I sindacati Cgll, Osi Utl. Come prologo si sono svolte nel corso dell'anno undici sedute di un seminarlo che ha portato i ricercatori a. confrontarsi sul tema della rappresentazione iconografica del lavoro. Ecco l'oggetto di alcune ricerche: operai e fabbrica nel primo Novecento, il 1° Maggio in Francia, indagine sull'arte sociale alla fine del secolo scorso, la rappresentazione della classe operaia nel cinema. E, sullo sfondo, la mostra - Un'altra Italia nelle bandiere dei lavoratori» realizzata l'anno scorso a Palazzo Carlgnano, della quale 11 convegno appare un logico completamento. n prof. Ouldo Quazza ha sintetizzato in tre punti l'importanza dell'avvenimento interesse per la materia af frontata In modo nuovo e*:in terdiscipllnare (un po' d'aria nuova in un settore piuttosto arretrato della storiografia); l'affrontare problemi politici concreti collegati alla cultura operala, mentre questa e lo stesso concetto di classe operala sono in crisi; l'aspetto di dattico connesso all'ipotesi di creare a Torino un musco del la cultura operala. H tema dei musei sarà In particolare sviluppato in una tavola rotonda nella giornata conclusiva: interverranno, insieme a noti studiosi italiani, il prof. Evrard dell'Ecomusée Le Creusot, John Oorman di Londra, Madelelne Rebé rloux incaricata dell'imposta zione del parigino Musee d'Orsay. Numerose relazioni saran no dedicate al linguaggi e simboli, dagli studi sugli og getti all'indagine sull'allegoria femminile in Francia, fine del XIX secolo, alla ricerca di Andreucci su «L'asino nel bestiario democratico e socialista», alla comunicazione 'dalla semantica della zappa a quella della catena di mon taggio», per finire alla storia e funzione dei canti dei lavora tori della Ruhr. E si arriva nel pieno dell'attualità con la polacca Elisabeth Kaczynska. dell'Accademia delle scienze di Varsavia, che parlerà del • Quando mio figlio sarà grande, vorrei che diventasse cuoco». Con questa premessa, che è soprattutto speranza e forse nasconde qualche briciola di illusione, Tiziana tesse progetti,sul futuro del figlio Federico di appena 11 anni e che probabilmente con 1 fornelli per ora non ha altro legame se non quello della golosità. Ma Tiziana vuole sapere tutto: da quanto guadagna un cuoco a quali studi deve seguire. ** Ricordando che a voler un figlio cuoco si corre il rischio di restare deluse perché 11 ragazzo sceglierà in base alle personali predisposizioni, quella indicata da Tiziana è certo una professione doro. Di questi tempi, un cuoco al primo impiego che provenga da una scuola adeguata può ricevere uno stipendio degno di tutto rispetto, dalle 600 alle 700 mila lire 11 mese. E migliora congruamente. fino alla qualifica di chef di cucina, procedendo nella carriera e nel compenso. Una cosa è certa: se c'è la stoffa, è questo un mestiere che non lascia disoccupati. I cuochi bravi sono contesi dal ristoranti in Italia e all'estero; con lavori stagionali, magari un'estate in nave, possono farsi anche un piccolo gruzzolo. Lo studio è indispensabi- • Simboli tradizionali del movimento operaio d'oggi in Polonia». Altri argomenti riguarderanno le forme di socialità: cultura nella campagna, la festa delle caterinette nel secondo dopoguerra 'a Torino {•una rivoluzione nel costume?), aspetti dell'emigrazione, e note di cultura economica sul «cafone» europeo. Il programma è completato da una rassegna di cinema. Il musicista Sergio Liberovlci ha scritto una «relazione concerto»: la composizione sarà eseguita In collaborazione con la Rai a Palazzo Carlgnano nel Salone delle bandiere. •E' questa un'occasione — ha dichiarato ieri 11 presidente della Regione Enrietti. presenti 11 sindaco Novelli, assessori comunali, provinciali e regionali — di concreta possibilità di far svolgere a Torino, che tanta parte ha avuto nella storia del movimento operaio italiano, un ruolo proprio nel dibattito culturale internazionale, com'è avvenuto recentemente col convegno sul Wel/are State e la rassegna del cinema cinese». Antonio De Vito