Stasera Broadway parla con Dio di Furio Colombo

Stasera Broadway parla con Dio LA CULTURA CATTOLICA VIVE IN AMERICA UN GRANDE MOMENTO Stasera Broadway parla con Dio Tutto esaurito per il dramma «Agnese di Dio», considerato un capolavoro - Dall'altra parte di New York si dà «Le ragazze della scuola cattolica» - Anche la televisione e Hollywood rilanciano temi religiosi - Reagan sosterrà il progetto di portare la preghiera nelle scuole pubbliche - Eppure la stagione neo-mistica americana sembra appena all'inizio NEW YORK — Verso la fine la giovane suora allarga le braccia come per imitare il gesto della crocifissione e sulle mani aperte compare il sangue. Nel teatro di Broadway la gente trattiene il fiatò, in silenzio, perché nonostante l'eccesso della trovata, Agnes of Ood (Agnese di Dio) è considerato il capolavoro di Broadway. Una folla di cattolici e non cattolici gremisce ogni sera il 'Music box» per assistere a un dramma in cui amore e morte, felicità e sofferenza, maternità, e castità sono discussi con il rfoore cattolico. . Dall'altra parte della città nel Fairbank Theatre, si rappresenta ogni sera — per un pubblico più giovane e' più pronto all'esperimento — Cat noli c School Oirls (Le ragazze della scuola cattolica) opera prima di una giovane di ventisei anni, Casey Kurtti, che incoraggiata dal successo sta già lavorando a un altro 'dramma religioso fhn suora di South Street; per un pubblico sempre più incline a discutere di fede e di Dio. Sia John Pielmeier — autore di Agnes of Ood — che la. giovane Kurtti sono allo stesso tempo credenti e ribelli. La diocesi di New York ammonisce i due autori per i passaggi arrischiati, ma ha colto il segnale. Il giornale del cardinale Cooke ha recensito Agnes (certamente il più controverso dei due, drammi religiosi) con molto rispetto e ha dedicato a Ragazze della scuola cattolica una serie di articoli, per difenderlo dalle accuse irritate e dalle lettere non proprio miti di molte suore d'America. Perché adesso Ciò che attrae l'attenzione tuttavia non è tanto il successo di due buone plèces teatrali, quanto la qualità e la dimensione del fatti che riguardano o rappresentano il pensiero cattolico. La prestigiosa televisione pubblica, (Pbs), per esempio, ha appena finito di trasmettere le puntate di Brldshead Rlvisited, versione cinematografica del romanzo di Evelyn Waugh, che ha sorpreso il pubblico (e svuotato i cinema per tredici sere) sia per la bellezza della realizzazione filmata, sia per l'ossessione cattolica che domina personaggi ed eventi. Il regista di BHdshead, Michael Lindsay Hogg, dopo avere vinto tutti i possibili premi e avere avuto tutti i possibili riconoscimenti per la sua impresa televisiva, si è impe- gnato nella regia di Agnes of Ood portandola al successo di cui si è detto, facendone, con le tre interpreti femminili — Elizabeth Ashley, Geraldine Page e la giovanissima Amanda Plummer, figlia di Christopher — il primo grande teatro di donne che si sia visto in America. Intanto Hollywood aveva appena messo sullo schermo True confesslons, storia di un prete e di un gangster. Scritto dal marito di Joan Dicitori, John Gregory Dunne, che adesso è l'autore di successo di un giallo che si inti- ' tota Dutch Shea jr., intreccio di teologia e di violenza, di tensioni poliziesche e di dispute canoniche, di memorie religiose e di un desiderio di tornare alla fede, che sembra il vero richiamo (o almeno un richiamo che certamente funziona) per gran ■narte del pubblico. Non meraviglia perciò che l'ultimo numero di Harper's magazlne. di solito dedicato alla sociologia della cultura, abbia una copertina rosseggiante dal titolo Sotto il manto del cardinale. L'articolo è un «chi è chi» della gerarchia cattolica in America, dalla sconfinata potenza del vecchio amico dei Kennedy, il cardinale Cushing, di Boston alla discussa reputazione del cardinale Cody di Chicago, dalla intraprendenza politica dì Cooke, cardinale di New York, alla nuova mili\tanza antinucleare e antiarmi della Conferenza episcopale degli Usa. Ma anche gli eventi politici contribuiscono al quadro di questo revival. Il presidente Reagan è andato a Chicago a parlare a un congresso di educatori cattolici. La potenza della Chiesa cattolica ha sempre insospettito in passato i presidenti americani e un incontro come quello di Chicago non era mai avvenuto. Ma Reagan ha fatto di più. Ha voluto riconoscere il ruolo politico dei cattolici facendosi avanti con un regalo che ha stupito un po' tutti: esenzione fiscale per chi manda i bambini a scuole private cattoliche. I Ma megli i Ultimi QlpmiJlOnald Reagan ha preso un'altra decisione insolita in un Paese dove la separazione fra Stato e Chiesa è sempre stata preservata con cura. Ha annunciato che la Casa Bianca sosterrà il progetto di portare la preghiera (definita «volontaria», ma che cosa è volontario per i bambini?) nelle scuole pubbliche americane. Due mosse di questo genere ci dicono che la religione è considerata importante in questo periodo in America. Ci dicono anche che si tratta di .tensioni diverse, di ansietà divise e a volte nemiche. Il «momento cattolico' nasce anche da questo: accontentare il nuovo desiderio di fede ma stando dalla parte «più sicura» della Chiesa cattolica, dove c'è più passato, più cultura, più tradizione. Il pronto schierarsi di una par- te del talento professionale, nel cinema, nel teatro, fra giornalisti e scrittori, dalla parte cattolica è forse un segnale storico (la Chiesa cattolica con le sue buone scuole, le sue grandi università aveva un credito sulla società americana e adesso comincia a incassarlo) e una indicazione politica. Coloro che un tempo erano liberals (gli in\tellettuali di centro-sinistra che avevano sostenuto Kennedy e Johnson) adesso si ambientano meglio nella cultura cattolica che nella tempesta irata del protestantesimo fondamentalista che ha sempre pronto un editto di condanna e una lista di nemici da abbattere. Perché adesso? La do-' manda ci riporta a Broadway, alle tre donne tormentate di Agnes of Ood che continua a fare 'esaurito' tutte le sere. La disperata volontà di far luce, nel dramma di Pielmeier, di trovare un modo per interpretare gli eventi disordinati del mondo evidentemente non è l'ossessione isolata di un buon autore di teatro che si dichiara cattolico. Molti, a quanto pare, lo seguono nel gioco di capire l'incomprensibile, di rendere ragionevole o almeno accettabile ciò che non si riesce neppure a dire, e tentano il confronto fra razionalità e religione come due strade in concorrenza per fare luce. Questa partita, emotiva e mentale, si rivela forse uno dei nodi più delicati nelle tensioni americane di questi anni. Indica con insistenza un problema che là cultura credeva di avere accantonato da tempo. Questo problema è la insistente richiesta di una visione della vita che non sia soltanto un plano economico, una trovata politica o un espediente organizzativo. In Agnes of Ood c'è una dolce creatura di Dio. Ma questa creatura compare accanto a un fatto di sangue, un bambino appena nato, strangolato dal cordone ombelicale, è stato trovato nella cella della monachina incantata. L'inchiesta di una psichiatra punta a congiungere i fatti, a distruggere l'alone di santità della suora, a trovare un nesso di causa e di effetto, un colpevole, una responsabilità e una spiegazione. Contro l'inchiesta, cioè la risposta razionale a domande terribili, si batte la suora anziana, che vuole trovare una ragione soltanto nel disegno di Dio. Lo scontro tra la risposta logica e la passione mistica porta al disastro. La giovane suora 'Santa' viene dichiarata pazza e muore di anoressia in qualche manicomio di Stato. Lo scontro era inevitabile, la vittoria della ragione indiscutibile, ma le conseguenze sono inumane come lo era il punto di partenza che ha mosso l'inchiesta. Una storia minima e locale (per quanto tremenda) diventa parabola, come il dibattito contro le armi atomiche (guidato soprattutto dalla Chiesa cattolica) o le dispute sulla vita e il futuro che il mondo può avere, quando macchine e formule non sembrano avere la forza di portare lontano (o almeno questa è la percezione comune). •Non si poteva, supplica madre Ruth, la suora anziana, nel dramma di John Pielmeier, non si poteva trovare un'altra strada accostarsi al mistero in un altro modo? Per esemplo credere nel miracolo?». Un autore cattolico sembra avere raccolto la sfida mistica che, negli Anni Sessanta, le religioni orientali avevano lanciato alla cultura americana e che poi era 'finita nel pi igmatismo delle riforme economiche, dei budget bilanciati, dei conti fatti a occhi aperti, senza indulgenze e senza illusioni. Dev'essere soprattutto questa la ragione che ha indotto le autorità religiose a non condannare Agnes of Ood. In altri 'casi i vescovi sarebbero stati severi con un testo che sembra invocare il misticismo febbrile piuttosto della solidità teologale o della forza pacificante del dogma. Qui i personaggi sembrano attraversare quella fase «dell'abbandono di Dio» di cui parlano Giovanni della Croce o Teresa d'Avila. Nella versione logica dei fatti la suora giovane è contrapposta al bambino ucciso e indicata come la causa. Nella versione mistica Agnese si identifica con il bambino ucciso, muore di fame per mancanza di Dio, perché il cordone ombelicale è stato tagliato e il rapporto mistico negato per sempre. La donna psichiatra che conduce l'inchiesta rappresenta la ragione comune. La vecchia suora, che sogna il miracolo piuttosto che crederci, è forse il simbolo di una Chiesa che si adatta al buon senso, ma vuole salvare il salvabile, dentro il convento e fuori, cercando, più della verità, il compromesso. Contro tutte e due si leva un reclamo mistico che trasgredisce sia le regole logiche che quelle della religione corrente, esige di vivere in una dimensione diversa, di ascendere a un livello più alto e cessa di esistere quando viene imprigionato, «In una gabbia da cui non si può raggiungere Dio». Se i vescovi hanno scelto di non condannare ciò che cautamente il giornale della diocesi di New York chiama «eccesso mistico» del dramma è forse perché, per la prima volta in molti anni, la gerarchla cattolica si trova di fronte a una sfida intellettuale, sostenuta da un grande talento. Una promessa Ha scritto con sarcasmo il critico John Simon, che da questo genere di testi è scarsamente tentato: «Una volta erano 1 pastorelli a parlare con Dio. Adesso succede a Broadway». Ma non succede solo dentro i confini della realizzazione impeccabile del regista cattolico Lindsay Hogg, dell'autore cattolico John Pielmeier e di tre dorine che offrono il miglior teatro americano che si sia visto in molti anni. Il fiume di pubblico indica un territorio reti- ■ gioso e persino politico, dove si fanno domande e si cercano risposte che non vengono dai telegiornali o dai discorsi di Washington. Che sia toccato alla cultura cattolica di diventare ambiente di questa ricerca dimostra forse che «siamo vicini al panico» come dice la dottoressa Livingstone, la psichiatra di Agnes of Ood. La forza un po' minacciosa che al principio del secolo gli americani vedevano nel solido edificio cattolico adesso viene interpretata, si direbbe, come una garanzia e una promessa. La Chiesa cattolica americana guarda un po'stupita all'evento. Ma a giudicare dalla sua stampa, sembra tenersi pronta. La stagione neo-mistica della vita ainericana sembra appena all'inizio. Furio Colombo