Per la prima volta sul video i film lontani dell'Australia di Ugo Buzzolan
Per la prima volta sul video i film lontani dell'Australia LA TELEVISIONE di Ugo Buzzolan Per la prima volta sul video i film lontani dell'Australia La Rai è minacciata nel settore in cui sino ad ora deteneva un imperio assoluto, cioè il cinema? Apparentemente la situazione risulta con saldezza nelle mani della tv pubblica: si susseguono cicli pregevoli, i film vengono presentati in edizioni impeccabili (e ridoppiati se è il caso), e in media la qualità è di tutto rispetto, con punte alte. Sull'altro versante le private hanno sfruttato, dall'inizio, la quantità, ed è con la quantità inverosimile di pellicole che si sono messe in piedi e hanno rastrellato la pubblicità per il consolidamento o per il grosso sviluppo. I guasti li abbiamo visti tutti: caterve di film orrendi, copie deplorevoli, tagli sfacciati e quel mitragliamento pubblicitario che sforacchia la pellicola senza decenza, alternando rotoli di carta igienica e delicate scene d'amore, cavalcate nel West e prestiti su cessione del quinto dello stipendio. Direi che fino a quest'anno pareva una battaglia stravinta dalla Rai. Ma nel corso di quest'anno sono apparsi i segni di un certo mutamento di rotta, specie da parte dei networks: si abbozzano rassegne con qualche disordine ma con pezzi consistenti, e soprattutto si accaparrano in esclusiva film attraenti e importanti, per lo più italiani. Ci sono serate in cui francamente — a parte la piaga della petulanza pubblicitaria — alcuni film di private costituiscono il richiamo maggiore. Si arriva alle raffinatezze, ecco domani sul circuito di Italia I il debutto di un ciclo sul cinema australiano. Ancora poco tempo fa del cinema (e della televisione) in Australia non si sapeva nulla. D'improvviso, verso la fine degli anni 70, la rivelazione di una forte personalità di regista come Peter Weir con Picnic ad Hanglng Rock e subito dopo con L'ultima onda, personalità ora ampiamente confermata da Gallipoli ovvero «Anni spezzati: amarissima affresco sulla partecipazione australiana alla prima guerra mondiale. Ma altri autori si sono affermati, da Armstrong con La mia brillante carriera a George Miller con Mad Max; cosi come la tv di Sidney sta distinguendosi per una attività intensa e varia, di crescente livello. Si è parlato di registi influenzati, anche per questione di lingua, dal f ree-cinema inglese, sicuramente non da Hollywood, nemmeno dalla Hollywood di oggi. In realtà il cinema australiano, al di là di inevitabili riferimenti a modelli per così dire classici, è molto originale, tecnicamente agguerrito, in genere dotato di grande freschezza, attento a cogliere, tra dimensione favolistica e realtà, contraddizioni e lacerazioni di uomini e donne nell'immensità di una naturo affascinante, a volte crudele, ancora incontaminata. Il ciclo, proseguirà ogni lunedi, comprende nove film in prima visione assoluta per l'Italia. I registi sono di regola giovani, si va dall'avventura mirabolante alla violenza di gruppo, dallo spionaggio ai drammi del vivere quotidiano. E' con la crisi di una coppia, in Una scelta difficile, che si apre il ciclo, il quale avrà il merito di farci conoscere attraverso la produzione.media il volto di una cinematografia emergente e di farci avvicinare ad un mondo cosi .nuovo- e cosi lontano.
Persone citate: Armstrong, George Miller, Mad Max, Peter Weir
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