Il ministro degli Esteri italiano oggi a colloquio con il premier Begin di Igor Man

Il ministro degli Esteri italiano oggi a colloquio con il premier Begin Il ministro degli Esteri italiano oggi a colloquio con il premier Begin Cordiale ma franco confronto sul M.O. del mediatore Colombo a Gerusalemme DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE GERUSALEMME — Oggi Emilio Colombo incontra Begin, a conclusione di un viaggio breve ma serrato in un Paese, Israele, che in questo momento si interroga nevroticamente, a livello parlamentare e d'opinione pubblica, se • le provocazioni del terroristi' siano tali da giustificare un attacco nel Libano del Sud o se convenga attendere «un momento più opportuno*. In una simile atmosfera è tutt'altro che Irriverente paragonare il nostro ministro degli Esteri a una cauta salamandra in cerca di un varco nel fuoco. I giornali di qui dicono che i colloqui fra Colombo e Shamir, svoltisi ieri In due tornate (una al mattino, l'altra nel pomeriggio con il rituale scambio di brindisi al banchetto della sera) sono stati « franchi e cordiali». Formula, questa, che in linguaggio giornalistico sottintende totale divergenza di vedute. Ma la nostra delegazione ci tiene ad aggiungere un aggettivo: •rispettosi- e ciò per sottolineare come gli opposti punti di vista siano stati espressi senza animosità, con un linguaggio piano. Nella sua saggezza di uomo del Sud, Colombo, preoccupato di non deviare dal suo ruolo di mediatore fra le opposte Istanze arabe e israeliane, consapevole di esprimersi non solo come ministro degli Esteri dell'Italia ma anche come membro della Comunità Europea, ha voluto ad ogni costo evitare il contrasto deciso quanto sterile, memore dell'antica lezione che in diplomazia conta soprattutto tenere in piedi il dialogo, comunque. Pur tuttavia 11 nostro ministro ha detto quel che andava detto al suo Irriducibile ospite. •Le cose che vi diciamo le diciamo da vicini, da amici, da compartecipi di una stessa cultura. Non oseremmo dare lezioni a chicchessia, né tantomeno pretenderemmo di imporre soluzioni», ha premesso cortesemente Colombo per poi affermare come, e non da oggi, l'Italia abbia proclamato di porre al centro del conflitto mediorientale, accanto alla sicurezza di Israele, 11 problema palestinese. •Crediamo che la strada maestra di una sistemazione di pace in Medio Oriente non possa prescindere dalla esplicita accettazione dell'esistenza di Israele da parte araba e dal riconoscimento del diritto di autodeterminazione per II popolo palestinese, diritto che —nei ter' mini democratici che tutti rispettiamo —, significa libera scelta, nella pace, del proprio destino». Riferendosi alla situazione nei territori occupati e colonizzati — secondo Sharon a salvaguardia della sicurezza di Israele —, Colombo ha osservato come la sicurezza debba essere intesa alla stregua di qualcosa che trascenda •un equilibrio precario, basato sulla minaccia e l'uso della forza». Il discorso vale anche per 11 Libano. Shamir si è protestato ottimista circa 1 futuri rapporti fra Israele ed Egitto, dopo l'evacuazione del Sinai («Una prova brutale; è stato come uscire da una malattia»), e ha lasciato intendere che il fatale ravvicinamento del Cairo con 1 Paesi arabi non preoccupa poi tanto Israele, poiché l'Egitto potrebbe fare da ponte per una più larga intesa. Ha espresso le sue preoccupazioni su una possibile crisi nel Golfo in seguito ai correnti sviluppi del conflitto fra Iraq e Iran. Per quanto riguarda il Libano, ha affermato che Israele non può lasciare esposte le sue popolazioni agli attacchi terroristici. Infine, abbordando il tema spinoso del l'autonomia (proprio ieri al Cairo l'inviato di Reagan Falrbanks non è riuscito a far riprendere le trattative tripartite. Mubarak rifiuta di accettare Gerusalemme come possibile sede dei colloqui), ha detto che, secondo lui, gli europei dovrebbero Incoraggiare palestinesi ed Egitto a contentarsi di quel che viene offerto perché •realisticamente di più non potrebbero ottenere». D'accordo in linea di massima sui possibili buoni sviluppi del rapporti fra il Cairo e Tel Aviv dopo lo sgombero del Sinai (un accadimento •che dà prestigio internazionale a Israele e sarebbe peccato non venisse valorizzato al fine di costituire un passo ulteriore»). Colombo ha precisato come sull'autonomia .le nostre opinioni divergono». Anche l'Italia vorrebbe sperare che l'autonomia faccia diminuire la tensione In Cisgiordania e Gaza ma «quel fenomeno è so¬ lo una parte del problema palestinese». E. poi, bisogna interrogarsi se l'autonomia può risolvere 11 problema. L'Italia crede che non sia sufficiente e avverte Israele come ci siano altri Interlocutori, fuori della Cisgiordania, dei quali occorre tener conto. Insomma, non si possono ignorare l'Arabia Saudita, la Giordania, la stessa Olp, laddove Shamir afferma che pretendere di coinvolgere un'organizzazione terroristica come l'Olp nel negoziati può solo alimentare illusioni: «£' una fuga dalla realtà, allontana la pace». In quanto al Libano, ha insistito Colombo, •non sarà più un problema quando avrete risolto il problema principale», quello del popolo palestinese nel suo diritto alla auj todeterminazlone. « Una vera pace non può essere parziale, occorre che si estenda a tutta la regione». La prima parte del colloqui era stata monopolizzata da Shamir che, nel quadro del rapporti bllateriali, ha chiesto la ripresa operativa della commissione mista varata nel lontano 1954. SI è convenuto che riprenda 1 suoi lavori a livello di sottosegretari. Israele vorrebbe ancora che la prossima entrata nella Cee di Spagna e Portogallo non danneggiasse l'agricoltura israeliana («£' un fatto nazionale») e, infine, che l'Italia si accodasse a Francia. Gran Bretagna e Danimarca le quali, dice, sarebbero disposte a varare leggi tali da svuotare il boicottaggio arabo. Colombo ha manifestato una generica disponibilità a discutere dei problemi in sede comunitaria. Sull'azione, molto lodata da Shamir, dell'Italia in favore degli ebrei dell'Urss, Colombo (che incontra stamane la moglie del dissidente Sharansky) ha detto come l'Italia cercherà di fare di più di quanto, per un cumulo di ragioni, non sia stato possibile fare in pas> sato. Una notazione finale: 11 viaggio di Colombo ha ri schiato d'incepparsi proprio all'inizio, per uno sgradevole incidente. Subito dopo l'arrivo della delegazione italiana, la giornalista Dina Nascetti dell'/nterpress, è stata trattenuta negli uffici di polizia dell'aeroporto di Tel Aviv «per accertamenti». Tutti 1 colleghl della Nascetti, in segno di protesta, hanno minacciato un sit-in sulla pista se la giornalista non fosse stata ammessa in Israele. Il che è avvenuto, appunto, ma dopo un'ora e 40', che tanto sono durati gli «accertamenti». Igor Man Gerusalemme. Emilio Colombo a colloquio con il ministro degli Esteri israeliano Yitzhak Shamir