E ora la Scala vuole Rattalino?

E ora la Scala vuole Rattalino? Il direttore del Regio di Torino tra i candidati alla successione di Siciliani E ora la Scala vuole Rattalino? Badini ascoltato dalla commissione Cultura del Comune - Quasi scontata la sua riconferma MILANO — Si torna a parlare non solo della Scala, i cui spettacoli — e, polemiche — hanno animato le cronache specialmente durante questa stagione, ma anche di Francesco Siciliani, il direttore artistico. Il suo contratto scade nel 1983, ma c'è chi non esclude che Siciliani, nei prossimi mesi, opti per un incarico di consulenza, che gli consentirebbe di svolgere con maggiore libertà gli impegni all'Accademia di Santa Cecilia e alla Sagra musicale umbra. Per la direzione artistica della Scala, uno dei nomi che si sentono con una certa insistenza è quello di Piero Rattalino, attuale direttore artistico del Regio di Torino. Coloro i quali mostrano di credere alla consistenza di quest'ipotesi, aggiungono una considerazione: Rattalino è appoggialo dalla democrazia cristiana, e se il sovrintenden¬ te (Badini) è dichiaramente psl, è opportuno die il direttore artistico sia de. Gli stessi aggiungono che anche Siciliani sarebbe appoggiato dalla de. Lunedi, intanto, Badini è stato ascoltato dalla «commissione cultura» del Comune. Ci sarà una nuova riunio- ne per proseguire il discorso: è quanto ha proposto la presidente, Giancarla Mursia, consigliere comunale del partito repubblicano. A quanto sembra, il suo suggerimento è stato accolto favorevolmente: la data sarà concordata nei prossimi giorni. Un'atmosfera molto distesa — riferiscono i membri della cominisslone die, in casi come questi, tiene le sue sedute a porte chiuse — è seguita all'intervento del sovrintendente, il quale per due ore e mezzo ha parlato del suo teatro. «Sono tenuto alla riservatezza — dice Badini —, ma posso affermare che non c'erano né giudici né imputati. Ho illustrato la situazione della Scala che subisce ovviamente tutti gli umori esterni della situazione italiana e non solo italiana. Ho ampiamente confutato però l'immagine di disastro e di apocalisse ». Il colloquio con il sovrinten¬ dente socialista era stato sollecitato da alcuni rappresentanti democristiani e liberali. A Milano, i due partiti sono all'opposizione, insieme con pri, democrazia proletaria e movimento sociale; la maggioranza è formata da socialisti, comunisti, socialdemocratici e pdup. Entro quaranta giorni al massimo a Palazzo Marino si discuterà del rinnovo della carica di Badini, il cui inandato di sovrintendente, incominciato nel 1978, sta per scadere; un'eventuale mancata rielezione sarebbe un colpo di scena del tutto imprevedibile; infatti, se qualcuno dei partiti die formano la maggioranza votasse contro il sovrintendente, ciò significherebbe crisi in Comune. Badini gode dell'unanime fiducia del psi, nelle cui file milita anche Carlo Tognoli, sindaco di Milano, e in quanto tale, presidente dell'ente Teatro alla Scala. o. r,

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