La lunga crisi dell'acciaio
La lunga crisi dell'acciaio La lunga crisi dell'acciaio SIDERURGIA — Fatturato complessivo: 1650 miliardi di lire; Investimenti: 58 miliardi di lire; dipendenti: 25.602. La crisi del settore siderurgico, che nel corso del 1980 era stata causa di serie preoccupazioni per l'economia del paesi Industrializzati, nel 1981 si è fatta sentire ancor più pesantemente. DI fronte al crollo della domanda su tutti i mercati la Teksid ha dovuto contenere la produzione del comparto acciai che si è attestata su 465 mila tonnellate, con una contrazione del 35,5% rispetto al 1980. Nel corso del 1981 la Teksid ha avviato con la Finsider progetti di Intesa che prevedono la razionalizzazione del comparto siderurgico a livello nazionale. Il bilancio della Teksid S.p.A. si chiude con un risultato negativo di 78 miliardi di lire, senza tener conto della plusvalenza di oltre 90 miliardi emersa a seguito dello scorporo del comparto acciai e dopo aver operato allineamenti su partecipazioni per circa 39 miliardi ed effettuato ammortamenti per 35 COMPONENTI — Fatturato complessivo: 1918 miliardi di lire; Investimenti: 81 miliardi dlllre;dipendènti:8&554.^ F$ v''- Le vendite complessive del {lettore sono state leggermente superiori a quelle dell'anno precedente, con un lieve miglioramento delle quote di mercato. Del volume di fatturato realizzato II 47% è destinato ad aziende del Gruppo Fiat, il 53% a clienti terzi. Le esportazioni hanno raggiunto 1120% del fatturato totale, contro II 18% del 1980. Questi I risultati economici, tutti in netto miglioramento rispetto al 1980, delle società capo raggruppamento: Aspera utile 5,8 miliardi; Cornimi utile 1,5 miliardi; Fiat Lubrificanti utile 17,3 miliardi; Guardini utile 8,2 miliardi; Ivi utile 2,2 miliardi; Magneti Marcili utile 4,5 miliardi; Weber utile 2,6 miliardi.
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