II teatro premia Santuccio da 40 anni «primo attore»

II teatro premia Santuccio da 40 anni «primo attore» Stasera a Verona una giuria gli assegna il Renato Simoni II teatro premia Santuccio da 40 anni «primo attore» VERONA — Dicono che sia misantropo, scontroso, irritabile anche con i colleghi; che contravvenga deliberatamente ad alcune consuetudini professionali, come quella, ad esempio, di presentarsi la sera, in camerino, con un minimo di rassicurante anticipo; che un poco per dispetto, un poco per pigrizia non impari mai del tutto la parte a memoria... Sto scrivendo di Gianni Santuccio, gli addetti ai lavori l'avranno già capito. Non so quanto la leggenda che circonda quest'attore abbia fondamento di verità e non m'importa saperlo. Mi preme sottolineare invece che il premio che una giurìa altamente qualificata gli assegnerà stasera a Verona, il premio Renato Simoni « Una vita per il teatro» Santuccio se lo merita in pieno. L'ho visto ancora un mese fa, in una serata di routine, al milanese Salone Pier Lom¬ bardo, nei panni di Hamm in Finale di partita e non era affatto il solito troncone beckettiano che sillaba la sua slenta infelicità, ma un uomo vero, un umiliato e offeso dalla vita, che tuonava la propria disperazione con parole gonfie di angoscia. Gli spettatori torinesi ricorderanno con che pienezza di sentire, con quale autobiografico trasporto, con quanta smagata ironia «rivivesse», l'anno scorso, al Carignano, il ruolo del vecchio grandattore inglese, in Servo di scena di Harwood. Ma riconoscere il magistero d'interprete di Santuccio sulla base soltanto delle due ultime stagioni, sarebbe irrispettoso. Perché questo sessantottenne ha quarantanni esatti di teatro sulle spalle, senza dire dei giovanili explolts di fi lodrammatico, nella natia Va rese, nelle pause d'una incolore giovinezza di impiegato, E in questi quarant'anni di prosa ha vissuto tutte le espe¬ rienze: dal teatro pubblico (basterebbero i cinque anni di primo attore al Piccolo di Grassl-Strehler, dal '47 al '52, per un totale, oggi incredibile, di trentaquattro spettacoli, da Shakespeare ad Anouilh) al teatro privato (e qui è d'obbligo ricordare il sodalizio, lungo c affettuoso, a partire dal '53, con un'altra grande interprete, Lilla Brignone) alla televisione, in celebri sceneggiati e numerose commedie (solo nel cinema non ha quasi lavorato dicono che ricordi sorridendo un Napoleone mancato per impegni teatrali nel Guerra e pace di Vidor). , In tutte si è imposto al pubblico con una cifra critica di innegabile coerenza: una umanità fonda, intrisa d'amarezza, votata forse al pessimismo, eppure riscattata, nella nobiltà stessa del volto, nella febbre struggente dello sguardo, da una volontà imperiosa di resistenza nella vita e per la vita. ' g. d. b.

Persone citate: Gianni Santuccio, Hamm, Harwood, Renato Simoni, Renato Simoni Ii, Salone Pier, Santuccio, Shakespeare

Luoghi citati: Anouilh, Lilla Brignone, Verona, Vidor