Presa a Roma una brigatista era in clandestinità da 3 anni
Presa a Roma una brigatista era in clandestinità da 3 anni Annunziata Francola faceva parte della direzione strategica Presa a Roma una brigatista era in clandestinità da 3 anni Con altri due terroristi, anch'essi arrestati, preparava un attentato al giudice Imposimato - La donna sarebbe coinvolta nell'omicidio del sottufficiale di ps Granato e nel ferimento del vicequestore Simone DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Prima la scoperta del «covo» da cui era partito l'assalto alla palestra del processo Moro e l'arresto di due brigatisti, subito dopo, a distanza di poche ore, la cattura di un'altra presunta brigatista: è Annunziata Francola, 28 anni, napoletana studentessa universitaria residente a Fabbrica di Roma e latitante dal '79. Al momento dell'arresto (avvenuto sabato nei pressi di piazza Bologna ma solo ieri sera se ne è avuta notizia), la donna aveva con sé una grossa borsa piena di documenti, che i carabinieri del nucleo operativo stanno esaminando. Annunziata Francola è indiziata di aver preso parte agli agguati contro 11 sottufficiale della polizia Michele Granato, ucciso a Roma dalle Br nel novembre, del '79. e il vicequestore Nicola Simone, gravemente ferito sulla soglia della sua abitazione, nello scorso gennaio. Secondo gli inquirenti, la ragazza, che in passato aveva militato nelle Unità combattenti comuniste, sarebbe in seguito passata alle Brigate rosse divenendo negli ultimi tempi una delle responsabili della «direzione strategica». Contro di lei, qualche mese fa, era stato emesso un ordine di cattura per partecipazione a banda armata ed associazione sovversiva. Il sospetto è che alla sua attività non fosse estraneo neanche l'attentato che gli altri due arrestati del giorni scorsi stavano progettando contro il giudice istruttore Ferdinando Imposimato. «Accetto questa vita perché credo nel mio Paese: ne abbiamo passate di peggio, e riu¬ sciremo a tirarci fuori...»: Ferdinando Imposimato, uno tra 1 giudici istruttori maggiormente impegnati a Roma nella lotta contro il. terrorismo, ha commentato cosi la notizia che li suo rapimento da parte delle Brigate rosse era stato sventato. Non è la prima volta che il nome del giudice, corredato da «schede» con l'annotazione delle sue abitudini e del suoi spostamenti, viene trovato in un «covo» terroristico. Tutto ciò, anzi, ha contribuito a cambiare la sua vita: orari ogni giorno diversi, auto blindata in ufficio solo per quanto è indispensabile, il resto trascorso in casa. Con la documentazione che riguardava il magistrato, nel covo di via Zuccoli 77, al quartiere Montesacro,. gli agenti della Digos hanno trovato molte altre cose: un mitra «Sterling», una pistola «Beretta» calibro 9, un fucile a pompa una cartina del palazzo in cui, al Foro Italico, si sta svolgendo il processo Moro, 11 libretto di circolazione di una «125», una delle due auto impiegate nell'assalto all'aula conclusosi, un mese fa, col ferimento di due carabinieri. In via Zuccoli è stato sorpreso e catturato Franco Varanese, 26 anni, originario di Campobasso, studente in sociologia: lavorava come portiere di notte all'hotel Vulcania di via Cavour. Seguendo le sue tracce, gli agenti della Digos volevano giungere a due dei presunti killer dell'assessore de Delcogliano, ucciso pochi giorni fa a Napoli con 11 suo autista. Nel «covo» di via Zuccoli, difatti, sono state trovate le tracce del passaggio di due persone, un uomo e una donna, che secondo gli inquirenti avrebbero in effetti preso parte all'agguato. La Digos è giunta poi all'indirizzo di un altro brigatista, Antonio Ianfascia, 31 anni, laureato in ingegneria e impiegato presso lo stabilimento eliografico «Il pesciolino rosso», in via Clelia 51. Quello di Ianfascia è un nome nuovo nel panorama del terrorismo. Proprio per questo, gli agenti tenevano da più giorni sotto controllo l'appartamento di Montesacro nella speranza di catturare personaggi più importanti del «partito armato». Quel che ha fatto accelerare i tempi dell'irruzione è stata una telefonata all'agenzia «Ansa» fatta da una donna, per conto, si presume, dello stesso Varanese, accortosi degli uomini che lo stavano pedinando. «Da quattro giorni hanno arrestato Franco Varanese — aveva detto la sconosciuta al cronista dell'agenzia — lui fa il portiere all'albergo "Vulcania". Date la notizia». Secondo la polizia, la telefonata era stata suggerita dallo stesso brigatista, che cosi.intendeva mettere in guardia gli altri componenti la sua organizzazione. Nei confronti di Varanese e di Antonio Ianfascia, il sostituto procuratore Domenico Sica ha spiccato due ordini di cattura in relazione al tentato omicidio del due carabinieri di guardia all'aula del processo Moro. Nel covo di via Zuccoli, infatti, è stata trovata anche una bomba a mano del tipo «ananas», identica a quella lanciata dai terroristi (e fortunatamente non esplosa) il 12 aprile scorso, nel giorno di Pasquetta contro il pulmino del carabinieri che Incrociava dinanzi alla palestra del Foro Italico.
Luoghi citati: Campobasso, Napoli, Roma
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