Liberali e repubblicani pensano di presentarsi uniti alle elezioni di Luigi La Spina

Liberali e repubblicani pensano di presentarsi uniti alle elezioni I problemi italiani affiorano al Congresso dei liberal-democratici d'Europa Liberali e repubblicani pensano di presentarsi uniti alle elezioni Fra i dite partiti esiste un patto di consultazione, nel Parlamento europeo sono insieme Zanone preoccupato: «La coalizione a cinque è sull'orlo del collasso; la conflittualità fra gli alleati si sta facendo ferina» - Discussi i problemi politici ed economici della Cee DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE . VENEZIA —Atmosfèra più adatta per parlare dei problemi della Comunità europea e della sua preoccupante decadenza non poteva essere trovata. In effetti lo spleen di un Lido di Venezia fuori stagione, con un sole bianco su una spiaggia deserta, ha Inserito subito l'8° Congresso della federazione europea Uberal-democratica in un clima di allarme per una malattia comunitaria che sembra aggravarsi pericolosamente. «Cee da salvare», cosi come la città che ospita fino a domani questo Congresso? «51 — osserva il segretario del partito liberale, Zanone — mi chiedo che cosa andremmo a dire nell'84 agli elettori della seconda legislatura del.Parlamento europeo. Il richiamo del 79, il mito della ninfa Europa, non farà più effetto». Disoccupazione estesa, soprattutto giovanile, tensioni valutarle, litigi per il latte e guerra per il vino. Sullo sfondo 11 brivido di un nazionalismo che spunta un po' dappertutto, non solo sulle banchine dei porti inglesi. Cosi facile quando la Comunità serviva a distribuire ricchezza e cosi difficile oggi è il cammino di una Cee che deve ri' partire ora spese e assegnare penalità. In questo quadro di crisi strutturale e non solo economica della Comunità, quasi paradossalmente è invece spiegabile la vitalità del polo laico-democatico che in Europa, dall'Inghilterra alla Spagna, sembra invece rafforzarsi e diventare punto di riferi mento per una possibile rifondazione dell'idea d'Europa degli Anni 80. Una rlf ondazlo ne senza la quale anche le prospettive di un allargamento mediterraneo della Cee non sono affatto rassicuranti. Ma questo polo di riferimento laico-democratico si può trasportare in Italia sulla scia del successo, se non altro d'Immagine, dei governo di Spadolini? Repubblicani e liberali, cugini spesso litigiosi in Italia, militano nello stesso partito in Europa. Il gruppo llberal-democratico nel Parlamento europeo rappresenta 11 10 per cento del Congresso ed è formato da 38 membri di 8 Paesi diversi. Cinque sono i parlamentari italiani: tre 11 berali. Bettiza, Cecovini e Pi ninfarina, e due repubblicani, Visentin! e Oavronskl. L'e-j sperlenza di lavoro comune in Europa potrà portare a un maggior collegamento dei due partiti anche in Italia? Sia il segretario liberale Za-' jnone che 11 presidente dei de- putati repubblicani Battaglia appaiono fiduciosi: «E' interesse comune misurare i rapporti reciproci — afferma Zanone — con il metodo delle affinità sostanziali. Questo si è fatto fra noi e i repubblicani in Europa e questo si deve fare anche in quella non secondaria parte d'Europa clic è l'Italia». Zanone crede nell'utilità soprattutto di una «consultazione permanente» per l'attività legislativa e di un'intesa nei governi locali. Ma, in una prospettiva elettorale, ipotesi non troppo azzardata, 11 patto di consultazione firmato qualche giorno fa fra repubblicani e liberali si potrà trasformare in una vera intesa elettorale? Il repubblicano Battaglia pensa proprio di si. «Soprattutto al Senato, sarebbe stupido pedere l'occasione di un prevedibile grosso rafforzamento dell'area liberal-democratica per colpa di un meccanismo elettorale che sfavorisce i cosiddetti partiti non di massa. Io penso che, se si dovesse purtroppo arrivare alle elezioni, l'intesa si farà e funzionerà». «Certo — osserva con una punta di polemico rincrescimento Zanone — se avessimo cominciato quando da parte liberale ci fu la prima proposta, nel '76, saremmo molto più avanti». L'atmosfera di forte tensione politica romana si è tasferita pesantemente anche nell'oasi del Lido di Venezia. Battaglia, Gonnella e Paolo Ungari, uno del collaboratori più stretti di Spadolini, sono preoccupati per l'acuirsi di una tensione fra laici e de che sembra inevitabilmente sfociare, prima o poi in una crisi e fosse addirittura in nuove elezioni. Ma anche Zanone, in genere cosi ottimista, è allarmato per un nazionalismo di partito che rischia di mandare a pezzi il primo governo laico della Repubblica. In una pausa del Congresso gli chiediamo: «E' vero che è venuta l'ora anche In Italia dei partiti laici?». L'esperienza politica di Zanone gli fa prontamente evitare il trabocchetto di una dichiarazione polemica: «Sa rebbe l'ora — dice — di un'alleanza democratica su comu-t ni fondamenti europeisti occidentali di tutti i partiti attualmente al governo. Viceversa la coalizione a cinque è già sull'orlo del collasso prima di aver sviluppato la sua virtualità positiva e il grado di conflittualità fra i diversi partiti ormai si sta facendo feri- no*' Luigi La Spina