La sera di Liam Brady di Giampaolo Ormezzano

La sera di Liam Brady COSI' PER SPORT di Giampaolo Ormezzano La sera di Liam Brady Una sera a Londra, quartiere Highbury, stadio dell'Arsenal, un giornalista italiano qualunque entrò nello spogliatoio della squadra che aveva appena pareggiato con la Juventus in Coppa e chiese a Liam Brady, un irlandese che si diceva interessasse alla squadra bianconera, se poteva intervistarlo. Brady disse di sì, fra venti minuti fuori dello stadio, davanti all'ingresso della tribuna d'onore. Il giornalista dovette ancora lavorare per il suo giornale, scordò l'appuntamento, quando guardò l'orologio vide che era passata un'ora, non una ventina di minuti. Abbastanza disperato corse dalla sala stampa alla scalinata che immette nella tribuna d'onore, sperando in un miracolo. La via era vasta e buia. A un venti metri, si accesero i lumini e il motore di un'auto, che arrivò accanto al giornalista. Da dentro Liam Brady disse: «Eccomi». Il giornalista non potè fare a meno di pensare cosa sarebbe occorso a un qualunque giornalista inglese che, in Italia, avesse preso e mancato l'appuntamento con un nostro vitellino d'oro del calcio. Sorpresissimo quella sera, lo stesso giornalista non si è trovato assolutamente sorpreso per il modo esemplare con cui Brady si è comportato dopo essere stato, in pratica, fatto fuori dalla Juventus. Il giornalista, forte della sua esperienza personale quella sera ad Highbury, non pensa che Brady si sia comportato così bene perché ha acquisito lo stile bianconero; casomai contadi non essere sorpreso perché ha, grazie a quel Brady, acquisito un po' di stile inglese (e a proposito, perché Brady non resta a Torino, non passa al Torino?). Radice in B Se il Bologna va in serie B, è giusto che lo alleni Gigi Radice, il quale non è più allenatore da serie A. Non lo è più da quando, unico personaggio importante di tutto il mondo calcistico professionistico, ha speso tre giorni della sua vita per seguire, a Torino, il massimo dibattito mài organizzato sui rapporti fra sport e cultura, nell'ambito del programma «Sapere di sport». I suoi colleghi, fiutata la « trappola», non si sono fatti vivi. Radice è stato come schedato. Nello sport, meglio non alfabetizzarsi. Se si conosce solo la A si resta li. La regista del Giro Sarà una donna la regista delle riprese televisive al Giro d'Italia. Auguri a Luciana Veschi. Il problema delle regie sportive è abbastanza serio, alla nostra tivù. Manca una ideologia della ripresa, una scelta che sia insieme artisticamente personale e che intanto ri* sponda, se non a una cultura, a una coscienza sportiva generale. Facile dire che le riprese dallo stadio di Wembley sono più belle perché là possono essere meglio disposte le telecamere: quando Wembley venne costruito, non esisteva la tivù. E attenzione: le partite di certe televisioni estere non sono belle soltanto perché in esse vengono segnati molti gol, di solito dovuti a povertà di portieri veri (sono pochi i gatti o gli angeli, fra i pali, e crudelmente i registi stranieri inquadrano sempre i numeri uno dopo il gol in quello che Prévert definirebbe «un gesto di cemento armato»). Sono belle anche se finiscono zero a zero, sono .giocate* dal regista, che magari è stato calciatore. Non che la Veschi debba mettersi in bicicletta, non che per fare una regia ippica si debba essere stati cavalli, ma avere sport e gioco nel sangue probabilmente è meglio. In Francia adesso il capo dello sport, nella rete televisiva più sportiva, è Robert Chapatte, ex gregario al Tour de France. Noi usammo Adorni per fargli presentare un giochetto televisivo con la Orfel. Brady visto da F. Bruna

Persone citate: Adorni, Gigi Radice, Liam Brady, Luciana Veschi, Radice, Robert Chapatte, Veschi

Luoghi citati: Francia, Highbury, Italia, Londra, Torino