Sovosta da lunedì sotto il torchio delle parti civili

Sovosta da lunedì sotto il torchio delle parti civili Molti punti ancora oscuri dopo cinque giorni di deposizione Sovosta da lunedì sotto il torchio delle parti civili DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Nuova, lunga pausa per 11 processo Moro: Interrotto l'altro ieri, il dibattimento riprenderà lunedi prossimo, ancora con la deposizione-fiume del «superbenti to» Antonio Savasta. SI riprenderà probabilmente, con tutti gli assassini dt cui la colonna romana delle Brigate rosse si è resa responsabile durante e subito dopo 11 sequestro e l'omicidio di Aldo Moro. L'altra mattina, di tutti questi fatti di sangue Savasta ha fornito al giudici una specie di sommario, indicando per ogni attentato i nomi dei «compagni» che a lui risultano esserne stati i responsabili. Subito dopo, lnlzlerà il fuoco di fila delle domande delle parti. L'interruzione è stata causata proprio dall'esigenza di far trascrivere da personale specializzato le Interminabili bobine, con tutto quel che Savasta (senza, in realtà for- nlre alcuna Importante rivelazione) ha raccontato finora alla Corte d'assise. Le richieste di chiarimento, da parte di difensori e parti civili, certamente non mancheranno. Per la figura del «superpentlto», insomma, è ancora ben lontano il momento dell'uscita dal palcoscenico del processo Moro. Con gli Interrogatori dei pentiti», peraltro, si proseguirà ancora per diverse udienze. Subito dopo Savasta, sarà 11 turno della sua compagna, Emilia Libera (dalla quale molti si attendono Informazioni più particolareggiate, e sul plano processuale forse più Interessanti di quelle ascoltate finora), di Clanfanelll e Infine di un altro personaggio chiave nella storia del terrorismo Italiano, Patrizio Peci. I punti da approfondire restano tantissimi. Paradossalmente, con la sua lunghissima deposizione, perfino Savasta sembra aver introdotto nel processo, anziché punti fermi, solo altri aspetti da chiarire. I rapporti tra Br e Autonomia, per esempio, sia pure con tutte le limitazioni che derivano dall'esclusione di alcuni personaggi da questo giudizio. Da una parte, Savasta ha continuato a parlare di attività politiche che si svolgevano su plani distinti, dall'altra — com'è accaduto nell'udienza di mercoledì scorso — ha ripetuto che dal collettivo della rivista «Metropoli» giunse alle Brigate rosse l'offerta di una fornitura d'armi. Né, fino ad oggi, il «pentito» è riuscito a chiarire chi, e attraverso quale processo,—sia pure all'Interno di un'analisi politica che era di tutto il «partito armato» — individuò in concreto Aldo Moro come la persona contro cui dirigere la «campagna di primavera». In un processo che sempre più appare destinata a durare mesi interi, certo non è ancora tempo di bilanci. Ma se lo fosse, le prime conclusioni non sarebbero incoraggianti. Del «caso Moro», oggi, non si sa molto di più di quanto si sapesse un mese fa. Roma. Vincenzo Guagliardo, Anna Laura Braghetti e Prospero Gallinai, durante un'udienza del processo Moro (Telcfoto Ap)

Luoghi citati: Emilia, Roma