I segreti del tam tam di Mosca di Fabio Galvano

I segreti del tam tam di Mosca Come circolano le notizie in Unione Sovietica tra ufficialità e informazione alternativa I segreti del tam tam di Mosca La ridda di voci sulla salute di Breznev è la prova più recente di quanto sia diffìcile appurare la verità in Urss - In mancanza di meglio, trionfano le induzioni e i pettegolezzi - Sapere di più è sinonimo di potere - Esistono quattro versioni del notiziario Tass, su carta di colori diversi: la verde e la blu per i quadri intermedi, la bianca per gli alti dirigenti, la rossa (riservatissima) solo per i big DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Leonld Breznev non si nega più agli occhi dei russi e del mondo: già «risorto» il 22 aprile per le celebrazioni del compleanno di Lenin, è rimasto un'ora e mezzo sulla Piazza Rossa per assistere alla sfilata del primo maggio, quasi volesse dare una tardiva ma inequivocabile smentita alle voci del mese scorso. E poi lo si è rivisto con 11 leader sandinista Daniel Ortega, quando ha accusato la Gran Bretagna di «brigantaggio coloniale» nel Sud Atlantico. Nelle prossime due settimane, inoltre, sono previsti per lui altri impegni pubblici. Con Breznev si sono rivisti sulla Piazza Rossa, a smentita di altre speculazioni, Andrej Kirilenko e Arvld Pelshe: il primo ex «numero due» del Cremlino, politicamente scavalcato in questo abbozzo di primavera da Konstantin Chernenko e dato dagli «informati» come vittima di gravi malanni cardia ci o cerebrali, 11 secondo decano — ha 83 anni — del Poli- tburo, periodicamente assente e periodicamente dato per prossimo alle dimissioni. Rleccolo dunque, Breznev, come se nulla fosse stato, come se le voci di una sua grave malattia fossero state pure invenzioni. E già, mentre smentiva quelle, altre circondavano il suo nome. E' stanco, anzi stanchissimo, si mormorava sulla Piazza Rossa: non riesce a salire da solo la rampa di scale del mausoleo, non può alzare più di tanto il braccio per salutare la folla, ha il volto immobile e incapace d'un sorriso. E questo per dire che se anche non è stato malato, o se ha superato una grave crisi, il suo pensionamento non può essere lontano. v Si torna nel regno delle voci, una valanga in quest'anno di grazia 1982, più di quante la realtà sovietica offra di consueto attraverso il cosiddetto tam-tam della strada». L'Urss vive di voci, ed è comprensibile se si considera che le notizie ufficiali offrono un'informazione a dir poco limitata. Le voci, che poi sovente sono qualcosa di più anche se nessuno mai le conferma, trovano terreno fertile, anche per la frequente mancanza di credibilità — e sono 1 russi stessi a denunciarla, ma in privato — che condiziona l'informazione ufficiale. Forse un giorno si saprà se Galina Brezneva, figlia del leader sovietico, è stata davvero coinvolta nello scandalo che avrebbe portato in carcere — reati valutari — il direttore del Circo di Mosca. Forse si saprà se la morte di Tsvigun, numero due del Kgb, è stata davvero suicidio. Forse si saprà se tanti scandali piccoli e grossi hanno davvero costretto magistrati e polizia a lunghe ore di lavoro straordinario. O forse non si saprà mai, il destino delle voci è anche questo. Breznev malato, gravissimo, moribondo, morto? Nessuna smentita ufficiale, solo la sua ricomparsa il 22 aprile, quando già Mosca era convinta del peggio, e numerosi funzionari di partito accreditavano le dicerie. E Kirilenko? Vittima di Chernenko in una lotta di potere o — poveretto gravemente malato in una delle cllniche riservate ai capi del Cremlino? Gli stessi protagonisti sono sovente vittime della strana e incomprensibile segretezza che circonda la loro esistenza. Fino all'inizio del XVIII secolo tutte le notizie interne ed esterne erano per uso esclusivo dello zar e del suoi più stretti consiglieri. Oggi le cose sono cambiate, ma la diffusione dell'informazione non ha certo raggiunto i livelli che conosciamo In Occidente. Il «russo della strada» vive nella convinzione che il potere non voglia raccontargli le jose come stanno, o almeno non tutte. Per questo dà credito al tam-tam, che è poi l'unica forma di informazione alternativa in questo Paese. Questa sua fiducia è talora mal riposta, e tocca i limiti dell'assurdo. Un esempio: non passa inverno o estate senza che il tam-tam dia per certe temperature siberiane —50) o sahariane (+50), ben diverse da quelle del bollettini letti alla tv. Sono punte che a Mosca non si raggiungono mai, eppure ogni volta milioni di abitanti della capitale ci credono, forse ammaestrati da altre esperienze in cui con i —25 del termometro fuori della finestra la tv dichiarava (perché?)—10. Ogni sei mesi (fine dicembre e fine maggio) si sparge la voce di aumenti dei prezzi nei negozi, e non è raro il caso di ministri costretti a comparire alla tv per rassicurare il pubblico ed evitare affannose corse all'accaparramento. Nessuno crede però a quelle smentite, perché spesso la voce del tam-tam si è dimostrata esatta. Celentano — idolo pop dei giovani sovietici — è già stato dato per morto una mezza dozzina di volte nell'ultimo anno, e decine di telefonate, alla ricerca disperata di smentite, piovono negli uffici di Mosca dei giornali italiani. I Rolling Stones sono sempre in procinto di fare concerti in Urss, ma qui non si sono mai visti. Si racconta di una banda di criminali evasi che nel '74 creò a Mosca un clima di terrore: la versione ufficiale parlava di una rapina con due donne ferite, il tam-tam diffuse notizia di donne uccise a decine in vari punti della città. Non solo Breznev e i capi del Cremlino, dunque, sono al centro delle voci'. Queste abbracciano tutto, dalla politica alla cronaca nera. Come nascono? Qualcuna, soprattutto di carattere politico, in ambienti occidentali: captata dal russi, viene poi manipolata, amplificata, sovente interamente stravolta. Altre volte sono le' radio occidentali a lanciarle, e i russi le riciclano e le presentano come se la fonte fosse interna. Altre volte ancora possono essere determinati ambienti sovietici — il Kgb in prima fila, si dice — a diffonderle per chissà quali reconditi motivi. Una cosa è certa: nessun Paese è ricco di voci come l'Urss, c in nessun Paese come in Urss esse possono davvero riflettere una «verità vera» che l'autorità vuole tacere. Tutto questo riconduce a quella che è l'informazione in Urss. L'accesso alle notizie è attentamente controllato, e non solo in campo mllitarstrateglco, dove potrebbero sussistere obiettivi motivi di sicurezza. I sovietici sono co¬ me scaglionati: più alto il loro grado nelle gerarchie interne, più «possono» sapere. L'agenzia ufficiale Tass offre forse l'esempio più esplicito. Da prima della guerra esiste un curioso sistema per classlf Icare 1 vari tipi dei suoi dispacci, dal colore della carta usata. Al notiziario standard, vuoto di notizie e ricco di spunti propagandistici, quale per esempio riceviamo noi giornalisti stranieri, corrispondono almeno quattro altre gradazioni per 1 funzionari La Tass «verde» e quella «blu» sono diffuse fra f quadri medi: sono più ricche, ma sempre prive di qualsiasi riflesso internazionale che sappia di anti-sovietico. La Tass •bianca» comprende un'Informazione molto più completa di quanto accade nel mondo, comprese talune notizie «delicate» del mondo comunista. La Tass «rossa» è ancor più confidenziale, e raggiunge soltanto i direttori di giornale, i ministri e i loro vice, i primi segretari dei comitati regionali di partito, gli alti ufficiali dell'esercito e dei servizi segreti. Pare poi che ci sia anche un'altra ras*, riservata ai membri del Politburo: comprensibile quindi che non se ne sappia molto, neppure 11 colore. La diffusione dell'Informazione assume in Urss un peso politico, questo è chiaro.'Se si tiene conto che Yélite del Paese è valutata in 250 mila persone, e che la Tass «bianca» e «rossa» è edita in non più di 1500 esemplari, si capisce quanto sia difficile — e indice di indiscusso potere — avervi accesso. «£' più facile ottenere una dacia o una Volga con autista—mi ha detto un giorno un collega sovietico — che la Tass rossam. I quotidiani riflettono lo stesso sospetto innato del sistema sovietico verso l'eccessiva diffusione delle notizie. Basta paragonarli, giorno per giorno: dalla Pravda a Trud, dalla Komsomolskaja Pravda alle Isvestija, le notizie sono sempre uguali, calibrate e sovente fumose. C'è una severa forma di censura, con regole ferree, e su ogni pubblicazione ci sono una sigla e un numero che indicano il censore responsabile. I movimenti dei membri del Politburo, l'attività degli organi di sicurezza dello Stato, la delinquenza, tutto quanto riguarda i «campi di correzione», l'analfabetismo, le catastrofi, le questioni monetarle e il potere d'acquisto del rublo, sommosse e disordini popolari, le esportazioni di armi, la tossicodipendenza, la vita e i problemi di militari, gli infortuni sul lavoro, gli stipendi degli atleti: tutti questi, e molti altri, sono argomenti tabù, come è tabù parlare di qualsiasi contrasto politico interno. Solo chi ha la Tass rossa o bianca ne è al corrente. Informazione come privilegio, quindi. Per le masse, invece, diffusione propagandistica di un'informazione limitata e corretta a scopo «educativo». A Vadlm Nekrasov, vice direttore della Pravda, si attribuì qualche anno fa un paragone che illustra alla perfezione la struttura' dell'informazione in Urss. A chi gli domandava se la Pravda non alterasse la realtà, rispose mostrando una copia del Times con la fotografia di un pittore che reggeva in mano un uovo ? dipingeva una gallina. 'Essenzialmente — disse è così che noi vediamo il mondo». ■ Di fronte a questa complessa realtà, ecco il mercato delle voci. Diffuse con fini precisi, oppure scaturite da mal captate speculazioni occidentali, o infine nate da conoscenza capillare di specifici problemi (ed è per questo ohe le •. oci» di cronaca nera si rivellino più sovente esatte), ittppresentano quell'lnformrzioi-e alternativa — o controinformazione — che in questo Paese manca. Il potere preferisce ignorarle, slstemp"camente, perché smentirne u: . significherebbe avvalorare tutte le altre. Cosi di Brez-.ev malato o morto, anche quando Mosca ormai ne parlava come se si trattasse di un dato acquisito, nulla s'è detto, e la risposta è venuta dalla sua ricomparsa In occasione del compleanno di Lenin. Ma già mentre saliva sulla balconata del mausoleo. 11 1° maggio qualcuno diffondeva nuove «verità» sul capo del Cremlino. La giostra delle voci è Inarrestabile. Fabio Galvano < mi mmiMm&i**^M!MaiH——a^ Mosca. Il 1 ' maggio (la foto è stata scattata durante la parata di due anni fa) è sempre un «test» per osservare la salute di Breznev